8 ottobre 2014

CITTÀ METROPOLITANA: POVERI IN CANNA E ANCHE UN PO’ CONFUSI


Il tema delle risorse economiche a disposizione della Città metropolitana di Milano è certamente fondamentale, per capirne la dimensione e la capacità di azione, se potrà fare qualcosa di buono o se vivrà di stenti. Domenica 28 settembre, dopo aver votato, il sindaco Pisapia ha dichiarato che “c’è il rischio che non cambi nulla rispetto alla Provincia, se non ci saranno i fondi necessari per lo sviluppo e soprattutto maggiore chiarezza sui poteri assegnati“. Sui conti Pisapia ha certamente ragione, i numeri che girano sono pochi e difficili da trovare. Qualcosa si trova sul sito web della Provincia, sezione bilancio, dove si possono vedere le poste che la Città metropolitana erediterà: nel 2015 un bilancio pluriennale che dovrebbe pareggiare a 435 milioni di euro. Entrate proprie per circa 386 milioni di euro (tributi, extratributi e trasferimenti), su basi imponibili tendenzialmente in caduta, come è attualmente il mercato dell’auto e delle assicurazioni auto. Entrate tributarie a scatola chiusa, senza alcuna possibilità di poter controllare il gettito.

03comero34FBA queste entrate in parte aleatorie si contrappongono delle uscite molto rigide. Le spese correnti nel bilancio di previsione del 2015 sono stimate in oltre 353 milioni, più la quota di rimborso prestiti, stimata in 42 milioni, quindi già oltre le entrate. Scontando già un risparmio effettivo di circa 4 milio di euro per l’eliminazione della giunta e del consiglio provinciale. Infine, occorre aggiungere il pezzo importante: le spese per gli investimenti, in conto capitale, stimate in 40 milioni, da coprire con improbabili trasferimenti dallo Stato o dalla Regione. In alternativa, vendendo immobili e gioielli di famiglia, pazientemente accumulati in oltre un secolo e mezzo di attività. Nell’ultima delibera di variazione di bilancio più volte si legge la nota:”Si ribadisce in ogni caso ancora una volta la necessità di incassare 40 milioni di euro da alienazioni patrimoniali per poter rispettare l’obiettivo 2014.” Alienazioni vuol dire vendite di immobili, di palazzi e case, su un mercato che è praticamente fermo, con prezzi molto bassi.

Nel prossimo passaggio di consegne, tra la Provincia che chiude e la Città metropolitana che apre, non ci saranno sconti o bonus da utilizzare, il Governo non ha concesso nulla. Il patto di stabilità strozzerà sia l’ente in chiusura che quello in apertura di attività. Intanto, per sicurezza, la Regione Lombardia ha preso in custodia per un paio d’anni il forziere con il tesoro della Provincia (la Serravalle spa). I nuovo Ad Sarmi parla di quotazioni in borsa e costituzione di un gruppo autostradale del nord. Certo che da qui al 2016 il “tesoro” avrà messo le gambe e correrà così veloce che è difficile pensare che torni all’ovile.

Da questi pochi numeri è evidente che sarebbe stato opportuno avere i conti prima di chiamare al voto i grandi elettori il 28 settembre. Del resto l’Anci ha ben presente le difficoltà attuali. Infatti, in un recente comunicato stampa dice di voler: “Accelerare sull’osservatorio nazionale per l’attuazione della legge Delrio, in particolar modo per quanto riguarda l’accordo di partenariato che contiene in sé il nodo risorse per le Città metropolitane e le nuove Province.“. Questa richiesta dell’Anci, formulata in Conferenza Unificata lunedì 29 settembre, getta una luce fosca su tutta la riforma Delrio, che doveva essere il fiore all’occhiello del Governo. I nodi da sciogliere sono ancora parecchi: oltre alle risorse, come si è visto, sono incerte le funzioni e l’effettiva capacità di agire di questi organi appena eletti.

Sulla questione dei poteri sarebbe ora di dire le cose come stanno: è un gran pasticcio, con una sovrapposizione pericolosa tra politici uscenti e amministratori comunali entranti. Non è una sorpresa, dal giorno dell’approvazione della legge si sapeva di questo periodo di tre mesi di interregno, da fine settembre al 1° gennaio 2015, quando la Città metropolitana prenderà il posto della Provincia e il sindaco Pisapia diventerà sindaco metropolitano.

Nel frattempo il Consiglio metropolitano si riunisce con poteri incerti e nell’incertezza si dedicherà a se stesso e all’unica funzione che gli è stata assegnata dalla legge: quella di redigere il mitico “statuto”, come fosse la panacea di tutti i mali e la soluzione dei problemi. Caso mai sarà il contrario, un motivo in più di litigio. La faccenda dello statuto è importante, ma è certamente sopravvalutata.

Occorre dire con chiarezza che lo statuto non garantisce il cittadino o migliori servizi alla comunità, altrimenti è come credere che “babbo natale” porterà veramente un regalo, visto che entrambi dovrebbero arrivare insieme a fine anno. È stato così anche nel 1990, con la legge 142, che prometteva miracoli con gli statuti comunali e provinciali. Miracoli che puntualmente non si sono verificati per i cittadini, salvo che per qualche professore beneficiato con generosi incarichi professionali.

Anche la questione sollevata da molti politici di riportare il voto ai cittadini è una perdita di tempo. La volontà politica del principale partito che guida il Governo su questo punto è fermissima ed è stata ripetutamente espressa dall’Anci, tramite il suo presidente Piero Fassino: non c’è spazio politico per un voto diretto degli elettori. A meno di importanti rivolgimenti politici in Parlamento.

In conclusione, forse conviene fare bene i conti di ciò che la Città metropolitana avrà in tasca a fine anno, prima di dedicarsi alle dispute teoriche sullo statuto o l’elezione diretta del sindaco metropolitano. Il nuovo ente in queste condizioni potrebbe fare fatica a pagare gli stipendi dei lavoratori, difficile pensare che possa avere le risorse per pagare il conto molto salato di elezioni dirette.

 

Daniele Vittorio Comero

 

 



Condividi

Iscriviti alla newsletter!

Per ricevere in anteprima sulla tua e-mail gli articoli di ArcipelagoMilano





Confermo di aver letto la Privacy Policy e acconsento al trattamento dei miei dati personali



Sullo stesso tema





18 aprile 2023

MILANO: DA MODELLO A BOLLA?

Valentino Ballabio






21 marzo 2023

CACICCHI EX LEGE

Valentino Ballabio






5 aprile 2022

IL RILANCIO DELLA CITTÀ METROPOLITANA

Fiorello Cortiana


Ultimi commenti