9 luglio 2014

LE CITTÀ METROPOLITANE: QUALCHE SPUNTO PER NUOVE SOLUZIONI


ll 4 aprile scorso è diventato legge (n.56/2014) il cosidetto “disegno di legge Delrio”, contenente disposizioni sulle Città Metropolitane, sulle Province, sulle unioni e fusioni dei Comuni. La legge, formalmente già entrata in vigore, dispiegherà i suoi effetti a far data dal 1° gennaio 2015, quando la Città Metropolitana subentra alla Provincia e ne assume patrimonio, personale e funzioni, con relativa cessazione del Presidente e della Giunta provinciale.

05livigni26FBLa legge individua nove Città Metropolitane: Torino, Milano, Venezia, Genova, Bologna, Firenze, Bari, Napoli e Reggio Calabria, cui si aggiunge la città metropolitana di Roma capitale. Il territorio della Città Metropolitana coinciderà con quello della Provincia omonima.

Gli organi della Città Metropolitana saranno il sindaco metropolitano, il consiglio metropolitano e la conferenza metropolitana. Il sindaco metropolitano è il sindaco del comune capoluogo che indirà le elezioni per il consiglio metropolitano entro il 30 settembre 2014. Il consiglio metropolitano è composto dal sindaco metropolitano e da un numero di consiglieri variabile in base alla popolazione (da 24 a 14), scelti con voto ponderato tra i sindaci e i consiglieri comunali della Provincia.

Il consiglio è l’organo di indirizzo e controllo: approva regolamenti, piani, programmi e approva o adotta ogni altro atto a esso sottoposto dal sindaco metropolitano; ha altresì potere di proposta dello statuto e poteri decisori finali per l’approvazione del bilancio.

Lo statuto può comunque prevedere l’elezione diretta a suffragio universale del sindaco e del consiglio metropolitano, previa approvazione della legge statale sul sistema elettorale e previa articolazione del comune capoluogo in più comuni o, nelle Città Metropolitane con popolazione superiore a 3 milioni di abitanti, in zone dotate di autonomia amministrativa.

In concomitanza con l’elezione del consiglio metropolitano, si insedia la conferenza metropolitana, composta da tutti i sindaci della Provincia. La conferenza metropolitana è composta dal sindaco metropolitano e dai sindaci dei comuni della città metropolitana. È competente per l’adozione dello statuto e ha potere consultivo per l’approvazione dei bilanci. I primi statuti delle singole Città Metropolitane dovranno essere approvati dalla conferenza entro il 31 dicembre 2014.

Sono altresì definiti i contenuti dello statuto, che disciplina, tra l’altro, i rapporti tra i Comuni e la Città Metropolitana per l’organizzazione e l’esercizio delle funzioni metropolitane e comunali, prevedendo anche forme di organizzazione in comune.

Alle Città Metropolitane sono attribuite le funzioni fondamentali delle Province, nonché le seguenti funzioni fondamentali proprie: a) piano strategico del territorio metropolitano; b) pianificazione territoriale generale; c) organizzazione dei servizi pubblici di interesse generale di ambito metropolitano; d) mobilità e viabilità; e) promozione e coordinamento dello sviluppo economico e sociale; f) sistemi di informatizzazione e di digitalizzazione in ambito metropolitano.

Fin qui, il dato normativo della legge, per la verità non molto differente – salvo che in alcune precisazioni temporali – rispetto al disegno di legge presentato dal Governo e su cui già si è scritto su questo settimanale.

La questione è un’altra, ad avviso di chi scrive. E ci si riferisce all’effettiva “qualità istituzionale” dei nascenti Enti Locali che, al di là dell’accorpamento numerico – sempre benvenuto, in Italia in questi tempi!- devono anche costituire un “quid pluris” rispetto alle Province.

E questo “qualcosa in più” può essere trovato solo se le nascenti Città Metropolitane potranno essere concretamente rette da quel concetto di “democrazia partecipata”, coinvolgendo direttamente il mondo dell’impresa, delle professioni, dell’associazionismo e del volontariato.

Ma come è possibile con una struttura istituzionale che ricalca in buona parte quella delle abolite Province? Ad avviso di chi scrive, anzitutto bisogna lavorare sull’elezione diretta del sindaco e del consiglio metropolitano: sarebbe già un primo passo di “contatto” con la cittadinanza e con il territorio senza il quale perde ogni senso questo mutamento istituzionale.

Ma non è sufficiente: occorrerà prevedere dei “momenti consultivi”, cui si dovrà fornire una cornice istituzionale, in cui il sindaco e il consiglio metropolitano devono interfacciarsi con il mondo dell’impresa, delle professioni e dell’associazionismo, prevedendo non solo dei “tavoli di confronto”, ma una vera e propria “compartecipazione decisionale”.

Anche il bilancio dovrà riflettere questo spirito di partecipazione, estremamente importante in momenti quale quello attuale in cui la trasparenza nelle Pubbliche Amministrazioni è valore quanto mai richiesto, dovendo pertanto essere spiegato nelle sue linee guida e liberamente accessibile ai cittadini, con possibilità di interpellanze e di richieste in merito.

Tutti questi elementi dovranno essere perfezionati negli statuti, approvati dal 30 settembre al 30 dicembre 2014 che davvero segneranno la linea di confine tra un’istituzione davvero nuova e una “fotocopia ingrandita” della vecchia e superata Provincia.

Lavoriamo, pertanto, per suggerire alla politica, in modo rigoroso e forte, alcune “linee-guida” per questi statuti che davvero ci stanno a cuore, solo così contribuiremo a far nascere una realtà istituzionale, la Città Metropolitana, davvero nuova e portatrice di bene comune.

 

Ilaria Li Vigni

 



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