21 novembre 2023

GIUNTA E SINDACO IN CRISI

Agonia del "Modello Milano"


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Che brutta aria tira a Milano! Con la prima dichiarazione del sindaco “Milano è sotto attacco” si è scatenata la bagarre e con le sue successive dichiarazioni i suoi rapporti con la Giunta sono diventati roventi. L’ultima notizia che il consigliere Fedrighini lasci il suo gruppo, quello della lista Beppe Sala sindaco, per entrare nel gruppo misto dichiarando che comunque resta nella maggioranza, ha completato lo scenario.

Delle ragioni di Fedrighini parleremo più avanti.

La crisi attuale ha origini lontane ben prima delle  due sindacature di Beppe Sala, quella in corso, se non succede nulla, ha ancora tra anni e mezzo di vita.

Sala è stato eletto il 21 giugno 2016 quando era in pieno vigore la legge 25 marzo 1993, n. 81 con la quale venne introdotta l’elezione diretta del sindaco e, correlativamente, la nomina dei componenti della Giunta da parte dello stesso, mentre in precedenza sia il sindaco sia la Giunta erano eletti dal Consiglio comunale.

Prima di proseguire vorrei lanciare un “messaggio ai naviganti”, tutti quelli che sostengono il “presidenzialismo” di Meloni e dei sui compagni della attuale maggioranza di Governo.

Quello che succede oggi a Milano è il boccone avvelenato del “presidenzialismo comunale”, frutto della citata Legge n. 81 1993, dunque una vetrina degli effetti perversi legati alla elezione diretta del capo di un esecutivo: uno squilibrio dei poteri che finisce per trasformarsi in cesarismo.

In breve a Milano tutti i poteri sono assegnati al Sindaco, questi nomina con delega gli assessori ai quali può revocare la delega quando e come vuole. Sino ad oggi solo il sindaco Pisapia nel marzo del 2013 “licenziò” Boeri perché era venuto a mancare il “rapporto di fiducia”. Formula ambigua che nasconde le vere ragioni.

Aggiungiamo per chiarezza due cose: i membri della Giunta devono essere nelle “grazie” del sindaco – ubbidienti – una subalternità chiaramente antidemocratica, per non parlare del Consiglio che ha solo veri poteri per quanto riguarda l’approvazione del bilancio e l’approvazione degli strumenti di governo dell’urbanistica.

Dunque il sindaco è “blindato” e c’è per lui un solo pericolo: il Consiglio può votare una mozione di sfiducia su un provvedimento suo o della Giunta e se la maggioranza vota contro il sindaco. lui si deve dimettere.

Sala questa eventualità l’ha temuta di fronte ad una mozione di sfiducia della minoranza  nei confronti della assessora al verde Elena Grandi: col voto segreto qualche dissidente della maggioranza avrebbe potuto votare contro e lui sarebbe stato costretto a dimettersi. Questa volta non è andata così ma ci sono in vista altri scogli, a cominciare dalla questione Scali ferroviari.

Blindato o meno il sindaco per governare tranquillo deve avere un forte consenso popolare e questo Sala non lo ha: alle ultime elezioni è andato a votare il i 47,6% degli aventi diritto e si sono espressi a suo favore il 57,37 %. Il sostegno di un cittadino su quattro non è certo garanzia del potere di un sindaco.

I cittadini cosa pensano?

Sono stati certamente disorientati dalle dichiarazioni del Sindaco rispetto al problema dello Stadio Meazza: favorevole inizialmente ad accogliere le proposte di Inter e Milan e poi rassegnato a vedere la loro migrazione fuori Milano, poi esitando a dichiarare la sua posizione definitiva. L’opposizione di gruppi di cittadini e di esperti di urbanistica e di inquinamento atmosferico hanno reso palese in sostanza che il sindaco non è in grado di prendere decisioni senza rendere evidente di quali interessi voglia essere portatore. Dunque questa decisione porta con sé un rischio di popolarità o di impopolarità.

Nella situazione dello Stadio Meazza si trovano molte operazioni edilizie che comportano lo stesso tipo di rischio.

Le tecniche di marketing messe in campo dagli operatori sono diventate sofisticate e invasive, potendo contare su disponibilità economiche vastissime che hanno un effetto sempre maggiore per la pervasività dei social e della comunicazione via Internet e che sovrastano di gran lunga le opinioni dell’Amministrazione in realtà la prima vittima.

La Giunta milanese e il Sindaco riuscirebbero a mettere in atto una politica differente? La famosa proclamata tutela del bene pubblico può essere una prospettiva realistica? Nel passato non lo è stata e credo non lo sarà nel futuro.

Il  futuro dovrebbe essere quello annunciato da Sala “Una città più equa, più bella, più prossima e sostenibile”. Questo è lo slogan lanciato da Sala nel suo intervento al Forum della Rigenerazione urbana il 27 del mese scorso. Un obbiettivo che certamente non è stato raggiunto, forse nemmeno sfiorato, sino ad oggi.

Nulla è ancora perduto perché ci sono davanti a noi – e a lui – ancora tre anni e mezzo, forse un tempo non sufficiente  per fare goal ma certo per lasciare una miglior immagine di sé, anche a favore di un suo successore a candidato sindaco espressione di un mondo di sinistra.

Il modo migliore per arrivarci è di dichiarare ogni volta che si prende una decisione in che ambito questa si collochi: rientra nell’obbiettivo di una città più equa? In quello di una città più bella? Più prossima? Sostenibile?

Definito l’ambito bisogna anche dire quali sono le ragioni che fanno rientrare la decisione presa  in quello  dichiarato e farlo semplicemente, senza ambiguità, lasciando da parte il politichese.

Per rassicurare la cittadinanza sarebbe bello che il Sindaco all’inizio dell’anno facesse un rapporto alla città per informarci di quel che ha fatto sino a quel momento per tener fede alle sue quattro dichiarazioni, per intenderci quelle cui ho accennato prima e comunque comunicare, comunicare, comunicare.

Non gli mancano le risorse: c’è un Direttore Unità Coordinamento e Semplificazione delle Comunicazioni con Cittadini, City Users e Imprese – Area Comunicazione c’è un Capo Ufficio Stampa, c’è un  Portavoce del Sindaco e ognuno con il suo staff. Li faccia lavorare.

Magari prima di mettersi al lavoro diano un’occhiata al “Rapporto sulla città: Milano, contraddizioni, promesse e futuro della metropoli lombarda del 30 marzo ultimo scorso (Fondazione Ambrosianeum), che come ogni anno guarda alla civitas piuttosto che all’urbs. Può essere un esempio da seguire.

Veniamo alla questione dell’uscita di Fedrighini dal suo gruppo per confluire nel gruppo misto che raduna in genere tutti i transfughi che per una ragione o l’altra vogliono riprendersi la libertà di voto perché ormai le loro opinioni divergono da quelle del gruppo originario.

Le sue ragioni dichiarate sono la delusione nei confronti della politica di Sindaco e Giunta che a suo dire non stanno prendendo decisioni sufficienti per frenare l’ingresso città delle auto dei pendolari al fine di ridurre l’inquinamento.

Questa politica comprende sia l’innalzamento dei ticket di ingresso sia la riduzione degli spazi stradali ove è consentito parcheggiare le automobili.

Questa è una serie di provvedimenti che sino ad ora ha dato scarsi risultati, soprattutto  sul fronte dell’inquinamento. Il problema comunque è molto complesso, vedere l’indagine di RSE, una società controllata dal Ministero dell’Economia.

Proviamo invece ad inserire a questo intervento di riduzione degli spazi di sosta in città una novità, assegniamogli una categoria rispetto agli obbiettivi indicati dal Sindaco.

L’equità. Questa non c’è perché penalizza fortemente i pendolari e tutti quelli che hanno bisogno dell’automobile per motivi di lavoro o perché la scelta del mezzo pubblico è troppo penalizzante in termini di tempo o per chi ha problemi di accompagnamento. Favorisce i residenti che dispongono di un parcheggio di proprietà e chi risiede in un luogo ben servito dai mezzi pubblici.

Più bella. Le automobili deturpano la città. Toglierle va nella direzione giusta.

Più prossima. Qui si tratta di capire di che prossimità parliamo: vicinanza ai servizi, stimolare il commercio di prossimità, stimolare e favorire i rapporti sociali? Far sentire la vicinanza dell’amministrazione ai bisogni principali? La declinazione di prossimità è vaga ma comunque poco o nulla ha a che fare con l’automobile.

La sostenibilità. Anche questa parola andrebbe declinata sempre pensando alla riduzione del traffico e dunque alla qualità dell’aria. Qui abbiamo poco da dire: ridurre il traffico vuol dire ridurre le emissioni di sostanze nocive: quali, quante? Quante strettamente legate all’area comunale, solo rispetto alla quale si possono prendere provvedimenti? Sto pensando alle tangenziali e ai problemi di area vasta.

Di ogni provvedimento va fatta una analisi costi/benefici ma soprattutto cercare di tenersi lontani dall’emotività, dalla tentazione di vedere solo vantaggi elettorali e di visibilità, insomma assumere un atteggiamento razionale nel prendere le decisioni, in particolare all’avvicinarsi delle scadenze elettorali che creano un clima assolutamente pericoloso nei confronti della razionalità.

Basta poi scorrere le lettere ai giornali cittadini per capire dove questi puntino il dito: lo sporco in città, il pessimo stato dei marciapiedi e delle pavimentazioni in genere, la qualità dell’aria, la lotta tra pedoni , biciclette, monopattini, auto in sosta sui marciapiedi, la scarsità di mezzi pubblici e anche quella di cestini per rifiuti sui marciapiedi.

A loro dove e come si da una risposta?

Giangiacomo Schiavi sul Corriere della Sera Milano ha constatato la scomparsa dalla scena delle grandi famiglie imprenditoriali milanesi. Io aggiungerei anche quella dei grandi professionisti, avvocati, banchieri, accademici. La città è cambiata e continua a cambiare. Diventa sempre più difficile capirla e di conseguenza governarla. Bisogna averne o una conoscenza diretta o delle antenne diffuse che ti diano una mano. Il cerchio magico non serve a nulla, anzi ti depista.

Buon lavoro sindaco Sala.

Luca Beltrami Gadola

 



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  1. Cesare MocchiSulla questione dei parcheggi (unica questione sulla quale la Giunta Sala si mostra scelleratamente radicale) l'ultima follia è quella di vietare i parcheggi pertinenziali (ovvero quelli privati intestati a un singolo utente) in quanto "attirerebbero traffico". A parte il fatto che non c'è evidenza disciplinare di ciò (sono i parcheggi a rotazione quelli che attirano traffico, nessuno compra una macchina perché ha un box, avviene se mai il contrario) i parcheggi pertinenziali servono a togliere le macchine dalle strade e quindi a rendere più fluida la circolazione, fare corsie riservate per mezzi pubblici e biciclette, avere marciapiedi più ampi... Se impedisci di fare i parcheggi pertinenziali, le auto dove verranno messe? Perché non è vero che così si rinuncia all'auto (indispensabile per motivi di lavoro ma, diciamolo, anche per svago: come andare altrimenti in montagna, per dire?): in questo modo le auto verranno invece parcheggiate in divieto di sosta (come già avviene). E la controprova è che nei quartieri residenziali costruiti senza posti auto negli anni '60 (tipo in via Solari) non è che la gente non ha l'auto, solo la parcheggia qua e là, sulle aiuole o sui marciapiedi. Urge un ripensamento.
    22 novembre 2023 • 09:09Rispondi
  2. Annalisa ferrarioSul tema dei parcheggi pertinenziali ricordo che in base alla legge (art. 67.1 LR 12/05) possono essere realizzati senza limite in tutte le destinazioni urbanistiche. Il Comune non può bloccarli quindi, a meno di specifiche previsioni del piano urbano del traffico o relative al sottosuolo
    22 novembre 2023 • 10:37Rispondi
    • Annalisa FerrarioAggiungo che per quanto riguarda la qualità dell'aria, il contributo alle emissioni inquinanti da parte del traffico è di circa il 10% del totale. Molto meno di quello da riscaldamento degli edifici o da allevamento animali (che per quanto esterni alla città, contribuiscono alla qualità media dell'aria). Più che vietare le auto (che comunque diventano e diventeranno sempre meno inquinanti), bisognerebbe controllare le temperature degli edifici, se rispettano i massimi delle ordinanze sindacali (qualcuno lo fa?) o ridurre il consumo della carne bovina. Li sì che si vedrebbero dei risultati. Saluti
      22 novembre 2023 • 15:07
    • Francesco(Commento all'aggiunta, a cui non è possibile rispondere direttamente) Il traffico automobilistico non è solo un problema di inquinamento atmosferico: basta contare i morti sulle strade di Milano (e nell'area metropolitana) anche solo da inizio anno per rendersi conto della portata più ampia del problema. Le auto sono estremamente pericolose (più ne circolano, più aumenta statisticamente la probabilità di incidenti, anche purtroppo nell'auspicabile ipotesi che i vigili tornino a sorvegliare la sicurezza delle strade) e tolgono spazio per altri usi (molto meno pericolosi, più sostenibili e democratici) dello spazio pubblico disponibile che viene monopolizzato dalla circolazione e dallo stazionamento dei mezzi privati. Per non parlare del fatto che rimanere in coda in un traffico di auto a basse emissioni (o rimanerne vittime) non è certamente così smart! L'Italia è il Paese europeo con il più alto indice di motorizzazione (se si esclude il microscopico Lussemburgo): ridurre la presenza e la circolazione delle automobili non può che avvicinarci ai migliori (e comparabilissimi) esempi europei.
      23 novembre 2023 • 18:52
    • Annalisa ferrario@Francesco: sulla riduzione dei tassi di motorizzazione tutti d'accordo. È vietare i parcheggi pertinenziali (che tolgono auto in sosta dalle strade, e quindi liberano spazi per ciclisti, pedoni o altro) che è un' idiozia. Saluti
      24 novembre 2023 • 17:42
    • Annalisa ferrario@Francesco: rispondo meglio in modo più completo. L' argomento usato dall' amministrazione per vietare i parcheggi pertinenziali aggiuntivi ai minimi di legge (che già vengono giudicati eccessivi) sarebbe quello della tutela della salute dei cittadini. Se è per la qualità dell' aria, ci potrebbero essere come detto iniziative ben più impattanti. Se è la riduzione della circolazione, sarebbe bastato non aumentare a dismisura la capacità insediativa cittadina. Chi è l' idiota che ha proposto ad esempio di aggiungere un piano in più a tutti gli edifici chiamandolo "riuso dei sottotetti"? Chi è che ha fatto cubare tutte le aree a servizi? Chi è che ha liberalizzato i cambi d'uso delle aree dismesse facendo salve le volumetrie preesistenti? (prima si dimezzavano). Certo, così si è premiata la rendita fondiaria, che si è messa in tasca miliardi di euro senza fare nulla. Ma adesso non si può chiedere ai cittadini di non usare più l'auto per andare in giro (visto che non ci sono alternative) se la viabilità esistente non è sufficiente. Magari qualche banale ragionamento urbanistico prima lo si sarebbe potuto fare, vero...
      24 novembre 2023 • 18:17
  3. Grazia CarolfiMilano rischia di non essere più la grande Milano. Sono persona duaabile motorioin carrozzina e vivere a Milsno sta div e nenfo sempre più insostenibile. Ho scritto i agli Assessori competenti per evidenziare e e snche con fotografie le pessime condizioni in cui di trovano m a rvispuedi scivoli e carreggiate inoltre pochi dissuasori di velocità che acconsentire ai conducenti di a uto moto bici e monopattini di percorrere vie e imboccare svolte a velo cita "il pericolo mi fa un baffo" ma in pericolo mettono il prossimo e per correre sncor più suonsno il clacson a intimidazione. Quindi sicurezza dei cittadini tutti in ptimis i più dvsnraggiati. Nessun i si è degnato di rispondere rzntomrno allertare i vigili di quartiere che se il comune volesse fare cassa qui ne potrebbe fare molta esempio auto p archeggiate sul marciapiedi ogni giorno giorno r notte per tutta via Asiago e limitrofe per non parlare a re di modo bici e monopattini che costringono allo slalom. Deiezioni canine ovunque. Bidoni differenziata lasciati dalle squadre amsa appoggiate slle autosoesso quelle dei disabili. È ormai urgente riprendere l insegnamento dell' educazionr civica soprattutto fare formazione ai vari operatori Subito l installazione di dissuasori velocita anchenelle periferie cob monitoraggio e presidio della vigilanza urbana per i parcheggi selvaggi erogazione di multe d i ssuasive e che s i ano rkrvatw x chi occupa gli stalli disabili utilizzo di carroatrezzi per convincere ad essere rispettosi. Limite velocità ovunque. A scuola guida inser i re alk esame l indicazione di parcheggiare in uno stallo disabili e se ciò avviene non concedere la patente. Signor sindaco i cittadini sono esasperati non c è guida siamo oramai nel far West. Cementificazione ovunque a scapito del verde pubblico e messa in vendita di palazzi storici a fsvore di spemulazione edilizia. Il verde parchi non sono mantenuti a dovere troppa sport c izia e nessun e isoetto della cosa pubblica. Non tutte le problematiche sono afferibili al Sindaco e alla Giunta perché sono i cittadini a peccare di senso civico e buona educazione. È ora di cambiare finché in tempo. Cordialità
    22 novembre 2023 • 10:47Rispondi
  4. Piero BaracchiNell'elenco di argomenti su cui Sala si muove male va evidenziato il tema "dehors". Attento soprattutto agli interessi di baristi e ristoratori ( comprensibilmente ai tempi Covid, ma forse Sala dovrebbe prendere atto che l'emergenza Covid e' passata da un anno) sembra non accorgersi che tavolini-tendoni-pedane-ecc invadono enormi porzioni di marciapiedi e strade, con forti disagi per i residenti ( baccano, ressa, auto che non possono piu' sostare regolarmente...) spesso ostruendo anche la semplice deambulazione. Molti di questi dehors, con l'abbassamento delle temperature , attivano i funghi caloriferi: un vero nonsenso dal punto di vista ambientalista, ma Sala non si proclamava "verde"? I proventi per l'occupazione di suolo pubblico sono cosi' rilevanti dall'ignorare i danni conseguenti?
    22 novembre 2023 • 13:06Rispondi
  5. Valerio tradardiAbito fuori milano da due anni, per entrare a milano ho dovuto fare la scatola nera ma se non ho fretta uso il bus, di giorno a milano la popolazione triplica per il lavoro e il caos aumenta. Il metrò linea blu è in forte ritardo e ci sarebbe bisogno che prolungasse fino ai paesi limitrofi come si sente dire da tempo. Le periferie spesso sono abbandonate a se stesse in miseria e povertà e io ne conosco bene alcune per via del volontariato durante il covid ma non solo, il sindaco lo sa ma preferisce i palazzinari e le squadre di calcio.
    23 novembre 2023 • 17:04Rispondi
  6. Pietro VismaraSul riscaldamento, ricordo che c'è un'ordinanza del sindaco che obbliga a tenere nelle case una temperatura di 19° (max 21°) proprio per ridurre l'inquinamento. A casa mia ci sono 30°, l' ho fatto presente all'amministratore ma dice che con temperature più basse poi la gente si lamenta. Certo, se fai le ordinanze e poi nessuno controlla che vengano rispettate...
    9 dicembre 2023 • 18:23Rispondi
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