7 novembre 2023

UNIMI FESTEGGIA 100 ANNI

Le università milanesi


credits: lastatalenews.it

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Un compleanno lungo più di un anno per il primo centenario dell’Università degli Studi di Milano, conosciuta come “la Statale”: progettata fin dai primi anni del Novecento da Luigi Mangiagalli, fondatore e primo rettore, fu costituita con Regio Decreto il 16 ottobre del 1923, ma per la cerimonia di inaugurazione si dovette attendere fino all’8 dicembre 1924, a causa delle resistenze dell’Università di Pavia, cui facevano capo dal XIV secolo le tradizionali facoltà universitarie.

Sede prescelta l’edificio rinascimentale della Ca’ Granda, già Ospedale Maggiore di Milano, l’hospitale grando voluto da Francesco Sforza nel 1456.

Tra le iniziative per il centenario sono organizzate visite degli spazi dei cortili interni e dei chiostri con la guida di giovani studentesse delle facoltà umanistiche, che raccontano la storia dei restauri delle architetture del Filarete dopo i bombardamenti della seconda guerra mondiale e presentano la collezione permanente di arte contemporanea, che include opere come la Minerva in bronzo di Lucio Fontana e Senza titolo 2005 di Jannis Kounellis, putrella in ferro alta dal pavimento al soffitto, sormontata da una risma di fogli da disegno a mo’ di capitello.

L’ingente patrimonio culturale – edifici storici e contemporanei, musei, collezioni artistiche, archivistiche, bibliografiche, storiche, archeologiche, naturalistiche e scientifiche – è ora accessibile a tutti attraverso il VUMM,  museo virtuale dell’Università[1]: nel tour virtuale è possibile ammirare, tra l’altro, una collezione di strumenti scientifici antichi particolarmente rari, e la collezione di cristalli di Guglielmo Körner, professore di Chimica Organica Sperimentale a Milano dal 1870 nella neonata Scuola Superiore di Agricoltura,  poi divenuta Facoltà di Agraria dell’Università degli Studi di Milano.

L’Università a Milano era, infatti, un sogno coltivato da lungo tempo e nel corso dei secoli erano fioriti istituti e scuole di eccellenza che sarebbero poi confluite nel neonato Ateneo, che per questo si definisce un Ateneo giovane con radici antiche.

Il marchio di UNIMI è mettere insieme lato scientifico e umano: si pensi – a semplice titolo di esempio – all’incontro tra medicina e umanesimo voluto dalla Legge Basaglia, applicata per la prima volta al padiglione Ponti del Policlinico; o all’impegno per l’identificazione dei migranti morti nei naufragi nel Mediterraneo di Cristina Cattaneo, docente di Medicina legale, fondatrice e anima del Labanof, il Laboratorio di antropologia e odontologia forense della Statale[2]; o ancora al Centro Clinico NeMO per la cura delle malattie degenerative, reparto di eccellenza a livello internazionale, capace di unire scienza e umanità e scienza e città.

Massimo Recalcati rammenta la sua storia personale di allievo dei filosofi Mario Dal Pra e Franco Fergnani, due maestri così diversi tra loro, ma capaci entrambi di coinvolgere con passione e meraviglia gli studenti, al punto di farli uscire dall’aula alla fine della lezione sudati, per aver vissuto un’esperienza pulsionale e non solo razionale. Il percorso universitario tra le mura dell’università non è un dispositivo anonimo, grigio, ma il luogo di incontro e esperienza della luce dei magisteri, della luce della parola del maestro.

Sarebbe lungo l’elenco dei Maestri che hanno lasciato un segno in generazioni di studenti e che ne hanno abitato immaginario con le loro storie e i loro versi, come Vittorio Sereni, che in Statale ebbe l’incontro decisivo con il filosofo Antonio Banfi e i suoi allievi, tra i quali Antonia Pozzi, e Giulio Maccacaro, che si occupò di medicina sociale attraverso le applicazioni biomediche del calcolo elettronico e fondò l’Associazione Medicina Democratica, Movimento di Lotta per la Salute.

Un patrimonio di storie individuali e collettive, di relazioni e di affetti, di esperienze intense di comunicazione anche tra culture diverse: una storia viva, che coniuga memoria personale e memoria storica collettiva.

In occasione del simposio presso il Piccolo Teatro Studio Melato sul tema “Come raccontare una storia”, Recalcati ha offerto una chiave di valorizzazione del centenario, che non sta nella nostalgia come rimpianto della presenza di grandi Maestri, che è diventata assenza, ma come gratitudine. La gratitudine è, infatti, il modo per far sopravvivere la luce dei nostri maestri, da cui siamo visitati costantemente. La memoria si compie andando in avanti, senza lasciarsi irretire nel passato. Come disse Freud, citando Goethe, se vuoi davvero ereditare quello che i padri ti hanno lasciato, devi saperlo reinterpretare: il ritorno indietro serve soltanto per andare avanti.

Avanti sta guardando l’Ateneo con la posa il 16 ottobre scorso della prima pietra del nuovo Campus scientifico, una lastra di marmo di Candoglia, in continuità con il materiale del Duomo. Con questo progetto nel Mind (Milano Innovation District), ex area Expo 2015, destinata a diventare sede di un polo scientifico-tecnologico e con il progetto di riqualificazione e rifunzionalizzazione urbana del Campus umanistico di Città Studi, UNIMI punta a ridisegnare i suoi confini con uno sviluppo multipolare e con infrastrutture e servizi allineati ai più alti standard internazionali.

Da tenere d’occhio il calendario degli eventi di celebrazione del centenario che proseguiranno anche per tutto il 2024: https://centenario.unimi.it/.

Rita Bramante

[1] https://museovirtuale.unimi.it/

[2] C. CATTANEO, Naufraghi senza volto. Dare un nome alle vittime del Mediterraneo, Raffaello Cortina, 2018

 



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  1. Fiorello CortianaBuon Compleanno alla mia Università!
    9 novembre 2023 • 17:27Rispondi
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