24 gennaio 2023

COMMENTI ALLA LETTERA DEL 18 GENNAIO

Riceviamo e volentieri pubblichiamo


lettera arcip

Buonasera Gentile dottor Beltrami,

Desidero ringraziarla per il Suo scritto, per aver posato la lente di ingrandimento su una delle vergogne dell’attuale Amministrazione cittadina che mi sta particolarmente a cuore; finalmente qualcuno che scrive in forma empatica  con chi è  svantaggiato (noi non pervenuti) in una città non accessibile, e non mi riferisco ai  disabili motori in carrozzina, per i quali, garantisco personalmente  essere un calvario ed un costante rischio di incorrere in una ulteriore incidente invalidante. Il medesimo pericolo incombe sulle persone anziane in salute o deambulanti con bastone. Mamme con passeggini o bimbi piccoli  al seguito. Siamo una società che invecchia e l’accessibilità dovrebbe essere un dovere volto a garantirla ai cittadini tutti, da parte degli amministratori locali affetti da indifferenza e da cecità indotta dalla loro incapacità. Da non dimenticare l’impossibilità di accesso ai mezzi pubblici di superficie per pedane non funzionanti o autisti che non intendono perdere tempo, assenza o non funzionamento dei montascale per accedere alla metropolitana e passante, gli esistenti sono ormai vecchi arrugginiti non più sicuri poiché non manutenuti.

Dopo aver personalmente contattato ripetute volte via mail gli Assessori di pertinenza segnalando, anche con fotografie, pericoli su marciapiedi attraversamenti e carreggiate quartiere Gorla, solo promesse ma dal 2017  nulla di fatto.

Che dire  del giudizio espresso da UE e European Disability Forum  nel 2016 che tra le città europee decretarono Milano quale città più accessibile, dove la disabilità non è  un limite (infatti è  considerata una colpa). Magari l’amministrazione Sala potesse ispirarsi alla bicipolitana del comune di Pesaro. In allegato alcuni esempi di accessibilità del quartiere Gorla.

Grazia Garolfi

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Grazie dell’articolo di oggi a firma di L. Beltrami Gadola.

Da inviare e diffondere quanto più possibile, persino nelle scuole elementari, al fine di condividere, sensibilizzare e risvegliare una coscienza civica che possa spingere i nostri governanti verso scelte, non dico illuminate, ma minimamente civili e dignitose.

Ho una anziana lucida Mamma di 99 anni in sedia a rotelle, ancora in grado di apprezzare tante cose belle della vita. So cosa vuol dire non trovare il parcheggio disabili libero, perché c’è parcheggiato il furgone dell’impresa edile che dalle 7 alle 17 sa che non passerà mai un vigile o un cittadino dell’ordine, e so cosa vuol dire andare in giro per marciapiedi con la sedia a rotelle: gli scivoli sono luoghi di parcheggio di furgoni e vetture con conducenti incivili e ineducati, si schivano senza successo i rifiuti dei cani, si rischia di far cadere dalla sedia l’anziano (che non ha cinture di sicurezza) per le tante buche e i dissesti vari, NON si può entrare nel parco Sempione perché non c’è una viabilità possibile per una sedia a rotelle spinta da una sessantenne, non si può entrare in un bar per consumare un caffè, nonostante le centinaia di locali della zona (movida milanese!) per gli scalini, e le varie barriere, ne’ entrare in farmacia … ecc ecc ecc..

Una vergogna!

Che fare? Non basta scrivere, anche se il sindaco ci ha risposto, ma l ‘assessore mai; chiamare i vigili per le rimozioni, assolutamente inutile, si lamentano loro di essere pochi, male impiegati e con altro da fare!

Basterebbe poco, ma, al di là della cecità o inefficienza degli amministratori e dei politici, c’è tanta maleducazione, arroganza, aggressività nelle persone…

Se aveste da suggerirmi qualcosa da fare che possa servire, accetterò volentieri i vostri consigli!

Cordialità e buon lavoro

Laura Maria Garolfi Architetto

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Buongiorno, ho letto nella vostra newsletter di oggi un paragrafo dedicato alla Città a 30 km/h. Mi dispiace che il senso dell’ordine del giorno, proposto in Consiglio comunale e non da un’assessora – e dal quale il sindaco non ha affatto preso le distanze, sia stato completamente travisato. Mi piacerebbe anche conoscere i nomi dei “molti esperti di traffico urbano” che si sarebbero dichiarati contrari.

La Città 30 è prima di tutto una misura per la sicurezza delle persone, largamente sollecitata in decine di documenti delle pubbliche amministrazioni e realizzata in tante città d’Europa.

A questo link trovate il testo dell’ordine del giorno:

https://docs.google.com/document/d/1grh_Q2A412XxtrTNNSXWGM55WnQcfxhZjzCjEHUa6L4/edit

Marco Mazzei

Consigliere Comunale

Gruppo Consiliare Beppe Sala Sindaco

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Parole sacrosante! Più che sacrosante! Aggiungerei:

  • la situazione dei pedoni è ovunque insostenibile, soprattutto se disabili o semplicemente infortunati o mamme con carrozzine. Tragica se scendono solo poche gocce. Motivo? Scarsa manutenzione. Abbiamo più volte chiesto ad AMSA che, contestualmente alla pulizia periodica, effettui  quella degli ‘scarichi a marciapiede’ spesso ostruiti da foglie e terra.  Gli addetti molte volte  non tolgono il filo di foglie e terra a filo marciapiede e strada. Si forma un cordone secco che alimenta l’intasamento di griglie, scarichi tombini. E poi le buche del manto stradale e sui marciapiedi. Si rimpiangono gli stradini.
  • la PRIORITÀ assoluta del Trasporto pubblico metropolitano non entra nella testa del ceto politico e del supporto tecnico amministrativo, a dispetto dei vari piani di mobilità sostenibile, credo  per l’incapacità di ‘vedere globalmente’ e il vizio della  ‘settorialità’ , unite all’atavico disprezzo per il contado (alla faccia della città metropolitana, fantasma inoffensivo…). L’elenco dei cahiers de doleances è lungo e non nuovo: la pensata della MM 6, la politica tariffaria (si veda la tabella con i costi dei biglietti delle varie zone dell’hinterland), l’annunciata diminuzione delle frequenze,  e così via. A queste si aggiunge la follia della progettazione di alcuni tratti della ciclabile VenTo (mi limito a quelli che conosco) che in maniera immotivata restringono la carreggiata sull’Alzaia rendendo ancor più difficoltoso il transito agli autobus (e ad ambulanze, Vigili del fuoco)
  • Invito i lettori a fare un passeggiatina sull’Alzaia da Viale Liguria al Quartiere Promessi Sposi. La corsia ciclopedonale blindata da corsie spartitraffico spropositate, aiuole e  aiuolette (tutte tipo ‘ rizzata lombarda’) a volte autentici ‘canini’ per restringere le corsie… Costosissimi spazi lastricati a fronte delle buche sui marciapiedi dei quartieri limitrofi. Progetti mal fatti pensando alle ciclabili come tubi, da abbellire in tutti i modi a dispetto della complanarità e al rapporto con il tessuto urbano preesistente. Questioni politiche ma anche culturali e di carenze metodologiche e disciplinari…

Felice che la rivista continui!

Claudia Capurso

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Disamina perfetta!!

Esame dei problemi su più fronti. Interesse e considerazioni sul sociale che oramai latitano da più parti, in particolare dalla parte politica che dicesi democratica…ma come scriveva Machiavelli: “non è necessario essere onesti..ma parere di esserlo, non è necessario essere misericordiosi ma parere di esserlo”…Giusto!!

Una visione che rende onore al senso di comunità, oramai morente se non già morto.

Silvana Pulcinella

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Caro Luca,

come puoi immaginare condivido tutto quanto hai scritto nel tuo odierno cahier de doléances. Tuttavia alla nostra età, elemento imprescindibile, dobbiamo anche fare i consuntivi e nel farlo ci accorgeremmo che esistono molte realtà urbane migliori di Milano ma anche parecchie decisamente peggiori. Ovviamente mi riferisco ai temi della qualità ambientale e della cura del dettaglio che entrambi apprezziamo. La questione è culturale e il comportamento che chiedi all’Amministrazione probabilmente si discosta troppo dal sentire condiviso dalla maggioranza di chi “usa” questa nostra città (e svuota il posacenere tra le auto parcheggiate). Il dilemma è se i cittadini possono essere l’esempio per gli amministratori o viceversa. Io direi che in un sistema democratico la soluzione dovrebbe essere un confronto tra le due categorie, ma, se prevalesse il pensiero che non condivido, potrei anche decidere di spostarmi verso comunità dove i miei valori coincidono con quelli della maggioranza. Mi troverò pur sempre in una democrazia, forse di montagna…

Cordialmente.

Claudio Cristofani

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Caro Direttore, le sue osservazioni circa lo stato della viabilità cittadina per chi ha problemi fisici non fanno una grinza: a parte che qualsiasi persona appena non distratta ci arriverebbe anche da sola (e quindi, forse, anche i pubblici amministratori), poiché basterebbe guardarsi in giro quando si cammina, un’esperienza di inabilità è di certo illuminante. A mia volta ho dovuto dipendere da un paio di stampelle e conservo ancora un ricordo angoscioso che mi fa avere un sincero pensiero di partecipazione verso coloro i  quali, sfortunatamente, non possono confidare nella guarigione. Oltre alle pendenze etc dei marciapiedi aggiungerei anche la loro gibbosità generalizzata, causa di frequente inciampo, a motivo di continui lavori e rappezzi fatti male e deiezioni animali a spaglio e l’elenco continua…Ma desideravo sottolineare solo che con gli amministratori – i quali hanno pesanti responsabilità per la loro incuria e disinteresse oltre che forse incompetenza – coopera al meglio la pessima educazione di una maggioranza di cittadini i quali si comportano come se gli spazi pubblici non riguardassero, in qualche modo, anche loro: dai monopattini che circolano (altro che 30/ora: li truccano come un tempo si truccavano le 500) rapidi, silenziosi e contro mano sui marciapiedi facendo slalom fra i passanti (preferibilmente di spalle), alle bici che trovano più comodo evitare il traffico della strada, ai parcheggi (chiamiamoli così) senza criterio (rectius: senza attenzione per il prossimo) dei monopattini stessi e delle moto, grandi e piccole, sempre sui marciapiedi e indipendentemente dalla loro larghezza … Che senso di sfiducia quando si sente declamare di mobilità light o smart che è tanto di moda!

Unitamente al particolare che da quando i vigili (ghisa) sono diventati polizia municipale non se ne vedono più in strada e anche quel minimo di presidio territoriale atto, probabilmente, a promuovere almeno nei casi più eclatanti qualche correzione è scomparso.

Luca Maria Pedrotti Dell’Acqua

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Non voglio difendere nessuno tra i citati giustamente alla berlina per manifesta inadeguatezza. Segnalo solo che la “sinistra” non sa riconoscere e stigmatizzare le responsabilità civili, politiche e a volte pure penali delle destre in Regione. Continuiamo la manfrina tafazziana del perfettismo sinistrorso. E avremo davanti cinque anni di regione a destra e poi perderemo pure Milano. Scusate ma certi commenti mi hanno stancato…

Gianluca Pirovano

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Siamo alle solite, ogni città ha i suoi problemi da risolvere e raramente riesce a farlo. Inutile illudere le persone e inutile pensare che il sindaco riesca a prendersi a cuore la risistemazione della città. Da quando sono nato, una settantina di anni fa, le cose sono andate avanti come le istituzioni cittadine e le persone preposte alla cura della città hanno voluto e potuto fare. Molto raramente le segnalazioni dei cittadini per l’incuria e il degrado vengono accolte e risolte. Quindi da questo punto di vista tutte le amministrazioni che abbiamo avuto hanno dimostrato tutti i limiti della questione e penso occorra prenderne atto, anche con immenso dispiacere, e comunque comportarsi con senso civico cercando di non usare la propria città come un cestino della spazzatura.

Sergio Fornasetti

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Caro Luca, mi autorizzi a inoltrare – a nome mio personale – la tua lettera a tutti i consiglieri del Comune? Devono saperlo tutti quanto c’è da fare a Milano per una vita appena appena decente dei suoi abitanti! Sporcizia, disordine, menefreghismo, caos, mancanza di rispetto per le esigenze /diritti dei cittadini … Tutti presi da megalomania, lo stadio nuovo come esempio della ricchezza di Milano, letteralmente svenduta a vantaggio di società estere, che ottenuto quello che vogliono (anzi pretendono!) se ne vanno lasciando ai milanesi  una quantità enorme di inquinamento di cui al sindaco non interessa niente! che cosa fanno Sala e la sua giunta nell’interesse dei milanesi, dando a uno stadio o ad altre iniziative appariscenti che intossicheranno la città per decenni, tornando indietro alla situazione di 15-20 anni fa? Questo va ricordato ai milanesi: Sala, la sua giunta e buona parte dei consiglieri se ne infischiano, a spese nostre …

Giuliana Filippazzi

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Ho letto due volte l’ultima lettera del 18.01, e non riesco a smettere di provare quel senso di rabbia.

Sono anni che, soprattutto la sera, quando passeggio per Milano, in compagnia di amici, ripeto come un disco rotto tutto quello che Lei ha descritto in quest’ultima lettera.

Ma sembra che oramai la gente non ci faccia più nemmeno caso, hanno perso qualsiasi tipo di sensibilità estetica e civile. Com’ è successo? Quando? Perché?

Mi guardano come un vecchio scorbutico (ho 41 anni) a cui non va mai bene niente. Mentre io mi domando, al contrario, come possa a loro andare sempre bene tutto, senza nessun giudizio.

Milano penso sia l’unica città con dei terribili marciapiedi d’asfalto (e per assurdo le piste ciclabili e alcuni parcheggi in porfido), con tutto l’effetto degrado che ne consegue; pali e panettoni ovunque come dissuasori del traffico di una bruttezza indecente (inspiegabile la sfilza di panettoni in Via Solferino, di fronte all’ Ordine degli Architetti); una quantità di pali di metallo che non ha eguali in nessun altra parte del mondo. Addirittura in Via Cadore c’ è un raddoppio di pali. Un lampione alto  per la carreggiata, e distante 20 cm un lampione basso per il marciapiede. Ma poi abbiamo davvero bisogno di tutta questa illuminazione pubblica? Io credo proprio di no. Anzi, ho davvero la sensazione che faccia male alla salute (e sicuramente al mio animo).

É brutta… è brutta tutta. L’illuminazione è fredda, forte e diretta, i lampioni di una bruttezza inaudita (MilanoDesign) e in una quantità folle. A New York ci sono un decimo dei nostri lampioni!

I jersey in Piazza Duomo e via Dante, ormai lì da anni, che oltre ad essere terribili, non permettono un agevole flusso di pedoni e ciclisti. Ma se disgraziatamente, dovesse davvero succedere qualcosa?

Come avverrebbe la fuga delle persone?

Non si potevano mettere dei grossi vasi? O piuttosto quei terribili jersey, ma ruotati di 90° in modo da poter far passare le persone, ma non le automobili.

Ed i famosissimi Piomat che fine hanno fatto? Ne ho visti due, e ne parlano oramai da troppo tempo.

In Corso Sempione di sono spartitraffico di plastica rossi e bianchi da prima del Covid… e il nostro sindaco lo chiama boulevard !

Passeggiare la sera non è più magico. Di notte, cose e persone disegnano ombre nette sul pavimento, come non accade nemmeno a mezzogiorno d’estate.

Non si potrà più tornare indietro.

Vorrei che le cose cambiassero, ma non so proprio cosa poter fare perché questo accada.

Scusate lo sfogo, ma leggendo questa lettera mi è sembrato che siate gli unici a condividere i miei stessi pensieri.

Spero di poter continuare a leggervi ancora per molto tempo.

Luca Benassi

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Grazie di questa sua tenacia nel descrivere e denunciare ciò che nuoce al bene personale e collettivo. Che per me sono la stessa cosa. Io soffro per i più poveri dei poveri accampati sulle loro coperte striminzite e per quelli che della strada hanno fatto la loro casa e hanno anche il comodino. Non accetto che non ci siano a Milano luoghi degni per ospitare chi non ha casa. Sono vicina ai poveri da una decina di anni e in tanti mi hanno detto “tu non sai cosa ho visto e sentito nei dormitori.preferisco dormire fuori”. Ho proposto anche al vescovo in un occasione pubblica di spingere comune e regione a guardare uno per uno i luoghi dell accoglienza che spesso ricevono molti soldi e non restituiscono qualità agli ospiti. Occupiamoci dei poveri. Milano merita di più sia nel dare accoglienza che nel mantenere decoro e bellezza nelle sue strade.le due cose camminano insieme. Ancora grazie
Clara Mantica

 



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