22 febbraio 2022
110% DI FURBETTI E ALTRE FACEZIE
Aspettando il PNRR e le Olimpiadi
Non passa giorno in cui non si scopra qualche scandalo, l’ultimo è quello delle truffe legate al bonus 110% il cui fine sarebbe stato quello di rianimare il settore dell’edilizia, un settore traino dell’economia che ha il grande merito di avere una incidenza di manodopera tra le più elevate e dunque creare occupazione.
Qualcuno stima che siano stati sottratti illegalmente centinaia di milioni alle casse dello Stato mettendo in atto vari tipi di truffa ma il conto non si potrà mai fare, perché né la magistratura né gli organi di polizia giudiziaria arriveranno a scoprire tutto.
Nel Vangelo sta scritto: “necesse est enim ut veniant scandala” («è necessario infatti che avvengano scandali» – Matteo 18.7). Voleva dire che è necessario che gli scandali avvengano per poter perseguire i colpevoli, ossia che non se ne vadano in giro impuniti ma aggiunge anche “vae autem illi per quem veniant (guai a colui che li produce).
Se l’apostolo Matteo vivesse oggi forse non direbbe la stessa cosa e probabilmente arrossirebbe se sapesse di essere patrono di banchieri, bancari, finanzieri, ragionieri, commercialisti, contabili: in compenso avrebbe il suo bel daffare per punire i colpevoli.
Comunque sia, la truffa sul bonus 110% non sarà l’ultima: quando circola denaro pubblico il genio truffaldino italico non teme confronti. L’arrivo dei fondi del PNRR e le prossime Olimpiadi per corruttori, malavita organizzata e profittatori sono la manna dal cielo.
La pubblica amministrazione si è organizzata per far fronte a questi eventi?
No.
La Casalinga di Voghera con tutto il suo buonsenso si domanda: “Come mai con tutte le leggi che si son fatte e quelle che ogni giorno si fanno non si riesce a frenare la corruzione?”
La risposta è semplice: sono troppe, sono fatte male, sono spesso emanate da chi non conosce la realtà che vorrebbe normare: chi sa fa (ruba), chi non sa legifera.
Per restare nel mondo dell’edilizia e delle opere pubbliche noi siamo un Paese quanto meno stravagante: nel 2009 creiamo una Commissione per la valutazione, la trasparenza e l’integrità delle amministrazioni pubbliche (Civit), questa autorità è stata riformata più volte da una serie di norme che ne hanno progressivamente ampliato i poteri fino ad arrivare anche a un nuovo acronimo: l’ANAC (Autorità Nazionale Anticorruzione).
Non credo che ci sia Paese democratico nel quale il Governo costituisca un organismo che deve controllare l’integrità di se stesso avendo a disposizione organismi inquirenti e una magistratura in grado di perseguire i reati di corruzione commessi dalla pubblica amministrazione.
L’ANAC comunque esiste e il problema è se abbia le risorse necessarie a svolgere il suo ruolo, visto che richiede alla pubblica amministrazione di essere informata praticamente di tutte le attività che comportino impiego di denaro pubblico
Invito i lettori a andarsi a guardare quali siano questi enti che devono inviare informazioni all’ANAC cliccando qui, anche solo pensando che le stazioni appaltanti in Italia sono circa 32.000 e che ognuna di esse deve mandare più documenti per ogni singolo appalto. Una mole di lavoro enorme difficile da smaltire anche utilizzando tutti gli strumenti informatici a disposizione e magari anche utilizzando dell’intelligenza artificiale.
Tra tutti gli enti tenuti a informare l’ANAC ne manca uno: il Governo quando emana leggi. ANAC sarebbe probabilmente in grado di valutare la permeabilità delle leggi rispetto alla corruzione secondo la vecchia norma che è meglio prevenire che non reprimere, con grande vantaggio per l’amministrazione giudiziaria che vedrebbe così diminuire i procedimenti.
Per capirci bene ritrascrivo parti di una recentissima delibera di ANAC a proposito delle scuole di Lampedusa. Il titolo stesso della delibera è chiaro: Scuole di Lampedusa, progetto lacunoso e incompleto.
“Il progetto per la ristrutturazione del complesso scolastico del comune di Lampedusa e Linosa è lacunoso e incompleto” ed è stato portato avanti forzando le norme del codice degli appalti con una “lettura strumentale” allo scopo di ridurre i tempi di progettazione e scongiurare la perdita dei finanziamenti. È quanto emerge da una verifica effettuata da ANAC, e conclusa con delibera il 19 gennaio 2022 (Delibera n. 26 del 2022)”
I rilievi di ANAC su questa gara di appalto:
“Nella delibera ANAC vengono rilevati due punti. Il primo: la scelta dell’amministrazione comunale di redigere direttamente il progetto esecutivo viola il codice appalti (omissis) Inoltre, dopo la bocciatura del progetto da parte della società esterna, il Rup “di fatto” si è sostituito alla società esterna nell’attività di verifica – procedura consentita solo per gli appalti fino a un milione di euro – dando il via libera e ponendo a base di gara un progetto definitivo “lacunoso e incompleto”.”.
Ho sottolineato, non a caso, lacunoso e incompleto perché questa è la caratteristica di moltissimi progetti posti a bando e quindi dalla lacunosità e incompletezza nascono le varianti in corso d’opera, il grande salvagente di chi ha fatto uno sconto folle ma non è un salvagente gratis.
Come sempre tiriamo in ballo il Codice dei contratti pubblici e mi confermo nella mia opinione: che vada completamente rifatto partendo dal buttare nel cestino quello attuale.
Vorrei anche dire a tutti quelli che si sgolano contro il cosiddetto massimo ribasso negli appalti per lavori ma anche per l’affidamento degli incarichi professionali ossia che sia un falso obbiettivo che fa comodo perché c’è poco da spiegare, ma le altre forme di aggiudicazione sono anche peggio a partire dal fatto che gli sconti folli ci sono ancora ma solo ammantati da scientificità.
Sul tema di edilizia, lavori pubblici, spesa di denaro pubblico si potrebbe scrivere un trattato, certo più breve del Codice dei contratti pubblici con i suoi 216 articoli, un numero infinito di commi e 25 allegati.
Luca Beltrami Gadola
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