8 febbraio 2022

LA CASA DELLE DONNE DI MILANO CONSERVA LA SUA CASA

Una storia a lieto fine


imm burgio (2)

banner arancio

La gara per la sede di via Marsala conclusa con l’aggiudicazione all’associazione. Tutto è bene quel che finisce bene. La Casa delle Donne di Milano è nata nel 2014, durante l’amministrazione Pisapia, in seguito alla decisa volontà di un gruppo di donne di dar vita, anche a Milano, ad un’associazione in grado di offrire uno spazio aperto alla società femminile e di costituire un punto di riferimento dove discutere e dibattere i temi, le istanze e le aspettative delle donne socialmente impegnate nella vita cittadina.

Una iniziativa che subito riscosse una entusiastica accoglienza da parte del mondo femminile, una immediata partecipazione, grazie anche al favorevole supporto della Commissione delle Pari Opportunità di quell’amministrazione. Negli anni ha saputo crescere e diventare un luogo di incontro, una vera Casa delle Donne, in via Marsala 8, nella sede ottenuta in comodato d’uso per una durata di sei anni, una sede da ristrutturare e rimodernare a cura ed a carico dell’associazione, una sede oggi accogliente e perfettamente adattata alle tante attività avviate dalle socie.

Il contratto sottoscritto con il Comune era scaduto due anni fa. L’amministrazione e la Casa avevano avviato una lunga trattativa, senza riuscire a raggiungere un accordo soddisfacente, per cui Il Comune ha poi bandito una gara scaduta nello scorso agosto 2021; l’apertura delle buste è stata rinvita a tempi migliori (ossia dopo le elezioni dello scorso ottobre), apertura avvenuta il 28 gennaio 2022.

Al bando avevano risposto due associazioni, la Casa delle Donne di Milano e Telefono Donna, ciascuna con l’adesione di altre associazioni femminili coinvolte nei progetti presentati; la proposta della Casa delle Donne di Milano non è stata dapprima ammessa per alcune irregolarità formali, e poi riammessa come pure la seconda (e unica) concorrente, Telefono Donna. La Commissione giudicatrice lo scorso 4 febbraio ha esaminato le offerte attribuendo il punteggio più alto alla Casa della Donne, dichiarata vincitrice. 

Si è conclusa così, crediamo nel modo migliore, una vicenda che ha visto l’associazione da due anni impegnata a difendere il diritto a mantenere una sede divenuta ormai identitaria, riconosciuta non solo in ambito cittadino, ma anche in sede nazionale e internazionale dalla rete di associazioni di donne che si sono mobilitate per supportare le rivendicazioni della Casa di Milano.

Un esito di certo dovuto ai meriti acquisiti grazie all’impegno profuso da tutte le socie, ma cosa sarebbe successo se la gara non fosse stata vinta dalla Casa delle Donne? Si sarebbe aperto un contenzioso dannoso sia per l’immagine dell’amministrazione, sia per la vita delle associazioni coinvolte.

Mettendo a gara l’assegnazione della sede il Comune ha voluto ribadire il criterio, ormai ricorrente in simili occasioni, che l’amministrazione deve “valorizzare” gli immobili in suo possesso, dove valorizzare si riferisce al mero valore commerciale. Ci permettiamo allora di osservare che è compito delle amministrazioni pubbliche tener conto della storia, del vissuto, del valore pratico e anche simbolico che le associazioni cittadine democratiche impegnate in campo culturale e sociale, largamente partecipate, possono esprimere sul territorio contribuendo ad arricchire la città con la presenza di spazi aperti alla cittadinanza attiva.

Il valore sociale, culturale e politico, in senso lato, che le associazioni cittadine sono in grado di esprimere viene negato dagli stessi che hanno ricevuto il mandato a governare la città se tutto si riduce alla gestione amministrativa della cosa pubblica, se si rinuncia a governare democraticamente la polis nell’interesse del bene comune.

La sede di via Marsala ospiterà oltre alla casa delle Donne altre quattro associazioni, la Casa di Accoglienza delle Donne Maltrattate (CADMI), la onlus Cerchi d’Acqua, da decenni impegnate contro la violenza sulle donne, il Centro di Educazione Demografica (CED), storico consultorio laico, e la Casa delle Artiste, tutte insieme costituiranno un’associazione temporanea per la gestione comune dello spazio.

La mobilitazione del mondo femminile ha avuto inoltre l’esito positivo dell’inserimento nella Legge di Bilancio appena varata di un articolo dove si prevede che le amministrazioni locali concedano immobili pubblici in comodato d’uso gratuito alle associazioni impegnate nella promozione della libertà femminile che gestiscano luoghi fisici di incontro, di relazione e libera costruzione della cittadinanza fruibili per tutte le donne. Un riconoscimento importante ottenuto grazie all’azione della Casa Internazionale delle Donne di Roma, sostenuta da un gruppo trasversale di deputate, che il Comune di Milano ha saputo recepire nel bando della gara per la sede di via Marsala.

Ci auguriamo che la sensibilità politica, diciamo così, dimostrata dall’amministrazione in questo caso, rappresenti l’inizio di una svolta in grado di arginare e colmare il divario che separa la rappresentanza politica dal paese, comprendendo che la debole fiammella della democrazia è mantenuta in vita dalla vitalità e partecipazione della cittadinanza da una parte e dall’apertura al confronto pubblico e alla discussione dall’altra.

Paolo Burgio

Cara lettrice, gentile lettore, se sei arrivata/o qui, c’è voglia e bisogno di dibattito pubblico su Milano, indispensabile ossigeno per la salute della democrazia. Sostienici subito perché solo grazie a te possiamo realizzare nuovi articoli e promuovere il primato dei beni comuni per Milano. Attivati ora!

 



Condividi

Iscriviti alla newsletter!

Per ricevere in anteprima sulla tua e-mail gli articoli di ArcipelagoMilano





Confermo di aver letto la Privacy Policy e acconsento al trattamento dei miei dati personali


Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. Tutti i campi sono obbligatori.

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.


Sullo stesso tema








24 febbraio 2021

LA CASA DELLE DONNE

Antonella Nappi e Giovanna Cifoletti


Ultimi commenti