21 settembre 2021
COMUNALI. O MANGIARE QUESTA MINESTRA O …
Ma quanti andranno a votare
Tanto per cominciare, poi veniamo al sodo. Il barile delle battute infelici dei sindaco Sala è sempre pieno, basta pescare. L’ultima è quella rilasciata ieri a Repubblica Milano: “Tanto per capirci, la mia squadra è da ringiovanire”. Spero che intenda che l’età alla quale si riferisce non sia quella anagrafica ma quella cerebrale, perché conosco troppi giovani con l’elettroencefalogramma piatto e analfabeti culturali di ritorno.
Se poi invece pensa all’anagrafe, a che ètà finisce la gioventù? Prima o dopo i sessant’anni visto che lui ne ha proprio sessanta? Gli consiglierei di leggere l’articolo di Luca Angelini (allegato) che riporta opinioni condivise da 150 studiosi di fama sulla divisione di generazioni per classi di età; lettura che consiglierei anche a chi di recente ha lanciato sondaggi di opinione in Comune.
Eccoci al nocciolo.
La vicenda di Bernardo candidato del centro-destra è, se ne avessimo bisogno, la conferma che queste prossime comunali saranno elezioni indimenticabili ma forse al peggio non c’è mai fine. Ci sono tanti possibili commenti ma come sempre brilla per spirito democratico il nostro attuale sindaco che si ricandida, a questo punto sicuro di vincere e forse persino al primo turno.
Dopo tanto berciare su caste, rottamazioni, inesistenza di destra e sinistra, uno vale uno e così elencando, i partiti, a cominciare dalla Lega, si sono autorottamati e lasciano i cittadini con una sola domanda: che ne sarà di noi?
Il rallegrarsi di Sala per una sicura vincita e la scomparsa dell’opposizione, quella che ormai si autodefinisce “opposizione” di destra, vuol dire avere un governo della città senza opposizione.
I Paesi dove l’opposizione non c’è o perché è stata uccisa, e non metaforicamente, o eliminata con i brogli elettorali o con un colpo di Stato, o si è autoeliminata, si chiamano dittature e vige il criterio cui ho accennato nel mio precedente editoriale come Führerprinzip.
Vogliamo questo per Milano?
Vogliamo una Giunta centro-opportunista? Centro-qualunquista?
Vincere su Bernardo è come salire sul ring con l’avversario che ha un braccio legato dietro la schiena: una vergogna vincere.
Mi si dirà che questa situazione non l’ha cercata Sala, se la è vista servita su un piatto d’argento da una coalizione che non ha nemmeno messo sul tavolo i denari per una campagna elettorale decente e pensare che normalmente si ritiene che la destra sia ricca ma è anche avara e soprattutto, secondo me, ha capito che nello sbandamento delle politica, dunque nella sua colpevole distrazione, gli affari, quelli opachi in particolare, prosperano come non mai. Vedere le pagine di notizie economiche sulla stampa.
La Armada Invencible, del centro sinistra non finirà come quella spagnola ma non sta dando un bello spettacolo a cominciare dall’uso isterico nei suoi programmi delle parole “verde” e “riformismo”.
In Italia non esiste un vero partito verde con un solida politica che sappia fare i conti con questa gigantesca sfida: c’è solo un insieme di pure sigle ognuna con un suo piccolo leader, destinate all’inesistenza come accade per molta della sinistra. Oggi il “verde” è un prezzemolo che ha invaso tutto anche il commercio e la relativa pubblicità e soprattutto non è vero che “repetita iuvant”, l’abuso di una parola la vuota di significato, buona per ogni slogan, dai salumi alle nuove piattaforme internet o alle miriadi di “app”. Amen.
“Riformismo”. Tutti riformisti? Qualcuno, quelli storici, hanno le carte in regola dal punto di vista del significato, per gli altri sembra un aggettivo che serve a calmare le ansie dei conservatori (ma quanti ce ne sono!), vogliono le riforme, ma piano piano, attenti a non disturbare troppo, a non parlare di patrimoniale o di imposte sulla prima casa, che, magari rivedendo il catasto, saltano fuori troppi appartamenti di lusso nei quali è bello abitare ma meno si sa e meglio è. Lo spauracchio di una “rivoluzione” agita ancora le anime belle.
Di parole logorate ce n’è un lungo elenco a cominciare da ambientalismo ma non vale la pena di dirne.
Chissà perché negli ultimi tempi mi viene in mente una battuta di Zazie, il personaggio del romanzo Zazie dans la metro di Raymond Queneau (anni ’60) che dice al suo pappagallo: “Tu causes, tu causes, c’est tout ce que tu sais faire” (Parli parli è tutto quello che sai fare).
Qualcosina bisognerebbe dire anche sui candidati delle varie liste e listarelle.
In un Paese civile si presenterebbero tutti con un piccolo curriculum da quale poter desumere il passato politico, se c’è, e le competenze. Ma chi ha mai detto che le competenze oggi contino in politica?
Comunque oramai sul prossimo Consiglio Comunale, sul Sindaco e la sua Giunta la nostra curiosità sarà presto premiata e forse è meglio sospendere il giudizio.
Per noi la presunzione di buona fede e la presunzione di innocenza sono un dogma ma che la stampa in qualunque forma sia il cane da guardia del potere lo è pure.
Luca Beltrami Gadola
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