16 aprile 2021

ECONOMIA 4.0 E REINDUSTRIALIZZAZIONE POSSIBILE

Le potenzialità per l’area milanese


Il prossimo e settimo incontro del ciclo Milano dopo la pandemia che si terrà mercoledì 4 maggio alle 18,00 è intitolato “Economia 4.0 e reindustrializzazione possibile: potenzialità per l’area milanese”, sarà introdotto da Roberto Camagni già ordinario di Economia urbana e territoriale al Politecnico di Milano che ne discuterà con Giancarlo Turati amministratore delegato FASTERNET srl e vicepresidente Nazionale Piccola Industria Confindustria e con Enzo Rullani, già ordinario di Economia industriale, Senior Resercher a Ca’ Foscari di Venezia, esperto economia della conoscenza e reti d’impresa. L’incontro sarà accessibile e sarà accessibile per tutti al seguente link. https://zoom.us/j/94475944719 .

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Lo scorso incontro che si è tenuto il 21 aprile è stato dedicato ai Milano metropolitana: i tempi della città è ci ha consentito di ragionare sulla prospettiva di un comune impegno di Milano e della sua area metropolitana rispetto alle problematiche temporali oltre che spaziali del postcovid e si può rivedere con il link https://vimeo.com/540001033

Si è preso atto del fatto che il coronavirus ha letteralmente sconvolto le nostre abitudini temporali imponendoci dei comportamenti dettati da una situazione di emergenza del tutto inedita sia per caratteristiche che per proporzioni.

Il confinamento a cui abbiamo dovuto sottoporci ci ha fatto sperimentare una dimensione temporale completamente indipendente dalle funzioni sociali e individuali che si è oggettivata in un unico tipo di comportamento che per quanto universalmente condiviso ci ha visto socialmente isolati e separati.

Le conseguenze di questa esperienza richiederanno studi molto approfonditi per valutarne le conseguenze che si immagina avranno effetti significativi anche a livello spaziale. Crediamo infatti che vada completamente reinterpretato il rapporto spazio-tempo.

Come progettisti architetti ci siamo prevalentemente interessati dello spazio come oggetto del progetto d’architettura al quale dare forma, lasciando sullo sfondo come giustificazione di carattere oggettivo le funzioni che in quanto tali svolgerebbero anche un ruolo temporale.

Infatti la categoria tempo non ha mai assunto un ruolo definito nell’ambito della progettazione architettonica e urbana, se non a livello storico per cui ogni architetto quando progetta ha la consapevolezza di doversi confrontare con le opere di un passato più o meno remoto.

Rendere presente la temporalità e prenderne coscienza come progettisti è molto complesso e presuppone un cambio drastico di paradigma perché in genere il progetto si propone di perseguire un obiettivo spaziale definito a priori e la temporalità è riferita per lo più al processo che si mette in atto per raggiungere quell’obiettivo.

Inoltre il tempo, a differenza dello spazio appare come una risorsa disponibile come l’aria che respiriamo, scandito dai nostri comportamenti ma non soggetto agli stessi condizionamenti dello spazio che può essere sia pubblico che privato e in un caso come nell’altro comporta delle specifiche e limitate condizioni di accessibilità.

Nel rapporto tra tempo e spazio esiste quindi una contraddizione insanabile e consiste nel fatto che a fronte di una disponibilità apparentemente illimitata lo spazio si presenta sempre più come una risorsa non soltanto limitata ma che va esaurendosi rispetto alla riproducibilità e alla stessa sopravvivenza del genere umano.

Ma anche, a livello di scelte individuali, sembra che si possa disporre del tempo a nostro piacimento e tutte le circostanze che ne condizionano l’utilizzazione appaiono come rispondenti a una finalità utilitaristica: come rispettare un orario ferroviario o tener conto dei tempi di apertura e chiusura dei negozi.

Farebbe eccezione solo il lavoro che rappresenta il modo di vendere il proprio tempo sotto forma di forza lavoro per una retribuzione o un salario. Rispetto al quale il tempo rappresenta un fattore condizionante estremamente importante perché in tali circostanze il tempo si trasforma in merce, ossia in denaro

Infatti la forza lavoro si esprime secondo modalità e tempi strettamente predefiniti che sottrae al prestatore d’opera ogni discrezionalità nel decidere come svolgere la prestazione e che quindi caratterizza il lavoro come alienazione.

Gli studiosi e teorici dei tempi della città mi perdoneranno la semplificazione, ma nel pensare alle categorie dello spazio e del tempo ho loro assegnato una appartenenza di genere: maschile il primo e femminile il secondo nel senso che l’uomo sembra vivere più lo spazio e la donna più il tempo quali fattori di riferimento per il proprio comportamento.

Ed è per questo motivo che la questione dei tempi della città è stata almeno nel nostro paese posta proprio dalle donne già dagli anni Novanta. Iniziativa di cui dà conto il bel testo che ci ha messo a disposizione Sandra Bonfiglioli intitolato Ritorno in Città elaborato dalla Comunità femminile costituita presso la Facoltà di Architettura del Politecnico di Milano oltre trentanni fa, nel 1990, che ha posto alla base della propria azione, tra altre tematiche rilevanti. – L’esperienza del tempo femminile sullo sfondo del vissuto della città

Approccio che ha riformulato il paradigma della città convenzionalmente definita come entità spaziale declinandola invece al femminile in termini temporali, ponendo in primo piano il vissuto delle relazioni invece del formale delle rappresentazioni.

Ne abbiamo discusso con Sandra Bonfiglioli già professore ordinario di Pianificaziome Urbana e Territoriale del Politecnico di Milano che ha avviato la discussione sui temi strategici e ci ha offerto alcuni documenti, suoi e di altri che ho allegato; Matteo Colleoni ordinario di Sociologia Urbana di Unimi-Bicocca che ci ha parlato della mobilità degli studenti delle università milanesi

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Attrattori e luoghi di origine degli studenti delle università milanesi anche come studio di possibili strategie di assetto del sistema universitario a scala metropolitana e Francesca ZajczyK ordinaria di sociologia urbana di Unimi -Bicocca, che ci ha parlato degli orari della scuola nella Città metropolitana.

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Distribuzione delle scuole medie a Milano in riferimento ai NIL e agli spostamenti superiori a i due km del percorso casa-scuola.

Tutto ciò in riferimento al problema del coordinamento con i trasporti pubblici. Entrambi hanno mostrato varie slide illustrative del loro discorso che potete vedere nel video https://vimeo.com/540001033

Sono poi intervenuti nell’ordine Alberto Magnaghi, Gabriele Mariani, Sandra Bonfiglioli, Lorenza Perelli, Maria Carla Baroni, Roberto Camagni, Francesca Zajczyk e Sandra Bonfiglioli con i quali ho variamente interloquito e i loro interventi sono disponibili nella videoregistrazione accessibile insieme a quella dei precedenti incontri con questo link https://vimeo.com/showcase/8240202 .

Emilio Battisti



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