25 gennaio 2021

LA POLITICA AGRICOLA DELLA UE

L’ennesimo confronto tra chi pensa alla salute e chi ai redditi


Come in ogni occasione il confronto tra reddito dei produttori e salute dei cittadini anima il dibattito all’interno del UE. Quasi sempre al massimo si riesce a mediare tra gli interessi opposti. Va notato che sulla salute non dovrebbero esseri esitazioni ma la vicenda Covid-19 e la definizione delle zone rende sempre più difficile un equilibrio accettabile.

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“Tutto non può tornare come prima. Tutto non deve tornare come prima.”. Questo il mantra ripetuto dai governi, dal mondo del lavoro, da quello socio-sanitario, da quello ambientalista e dell’agricoltura. Il combinato disposto tra l’emergenza climatica e quella pandemica richiedono un cambio di paradigma. Per questo la nuova amministrazione, guidata da Joe Biden, ha annunciato l’immediato ritorno degli States nell’Accordo per il Clima di Parigi. Il 2020 era il termine entro il quale i Paesi dovevano definire i propri piani per raggiungere gli obiettivi fissati con l’Accordo di Parigi per il Clima del 2015.

Eppure c’è chi prosegue lungo l’inerzia del modello dissipativo e inquinante che negli ultimi due secoli ci ha portato al disastro odierno. È il caso del settore agricolo europeo, con il suo scambio politico con i parlamentari europei per la distribuzione delle risorse della PAC, la Politica Agricola Comunitaria dell’Unione Europea. Sulla nuova politica agricola europea si sono confrontati a lungo due approcci: quello produttivo della agricoltura chimica e industriale, che chiede di salvaguardare reddito, produzione e competitività, con i costi ambientali scaricati sui consumatori.

Quello degli ambientalisti e dei consumatori, che chiede di limitare le produzioni intensive, migliorare il benessere animale, evitare il ricorso a pesticidi e fertilizzanti, per ridurre l’impatto dell’agricoltura sulle risorse ambientali e sul clima. Supportato da un modo accademico della ricerca e dell’innovazione, indirizzate a ridurre la pressione sull’ambiente facendo della sostenibilità e della digitalizzazione dei fattori competitivi.

Il Parlamento Europeo, in seduta plenaria, ha approvato la proposta di Popolari, Socialisti e Liberali che, al di là dell’ambientalismo sbandierato, non sostiene adeguatamente le misure agroambientali mentre continua a finanziare il modello di agricoltura che riduce la biodiversità, aumenta le emissioni e l’impatto sull’ambiente, quindi sulla salute. La simulazione della sensibilità per la salute e l’ambiente è immediatamente evidente nella collisione tra la PAC e F2F, la strategia Farm 2 Fork, “dal campo al piatto “. F2F ha una funzione centrale nei dieci capitoli della Strategia di crescita per l’Europa, l’European Green Deal, presentata dalla Commissione Europea e approvata dal Parlamento, con il 40% del Bilancio dell’Unione Europea da dedicare alle politiche per il clima. Molte delle 27 azioni nelle quali si articola F2F interessano ambiti legislativi esistenti, per questo la PAC dovrebbe avere un coerente cambiamento radicale nel sistema agricolo e alimentare.

“La crisi del coronavirus ha dimostrato la vulnerabilità di tutti noi e l’importanza di ripristinare l’equilibrio tra l’attività umana e la natura. La strategia sulla biodiversità e la strategia “Dal produttore al consumatore” sono il fulcro dell’iniziativa Green Deal e puntano a un nuovo e migliore equilibrio fra natura, sistemi alimentari e biodiversità: proteggere la salute e il benessere delle persone e, al tempo stesso, rafforzare la competitività e la resilienza dell’UE. Queste strategie sono una parte fondamentale della grande transizione che stiamo intraprendendo.”
Così Frans Timmermans, vicepresidente esecutivo della Commissione europea.

Sembrano affermazioni di un attivista di Friday For Future se confrontate con uno dei sostenitori della continuità della PAC, quale è l’eurodeputato PD Paolo De Castro, ex ministro delle Politiche Agricole e riferimento a Bruxelles delle imprese agroalimentari italiane. Per De Castro “La politica agricola è ancorata al Trattato di Roma e ha come obiettivo la tutela del reddito degli agricoltori. Abbiamo cercato con successo di trovare un buon mix tra la sostenibilità ambientale delle misure e la sostenibilità economica e sociale”.  La Pac rappresenta il 34,5% del bilancio Ue 2020 (58,12 miliardi di euro). Nel bilancio 2021-2027 varrà 380 miliardi. “Sono previsti per lo sviluppo rurale circa 8 miliardi per il 2021-2022 nel Recovery Fund più 2,5 proposti della Commissione. Abbiamo deciso che andranno a investimenti, giovani agricoltori e misure agroambientali. Per l’Italia, incluso il cofinanziamento, sono circa 2,4 miliardi”.

La Commissione Europea ha richiamato tutti a fare i conti con le ragioni dell’emergenza climatica in agricoltura. Una filiera responsabile di un terzo delle emissioni di gas serra – i greenhouse gases (GHG)-, del consumo di risorse naturali non rinnovabili, di impatto sulla salute pubblica con sovra e sotto nutrizione diffuse, nonché di ingiuste remunerazioni per i produttori primari.

Pensiamo solo agli effetti del cocktail tra pesticidi nei campi e antibiotici negli allevamenti, con la diffusione della resistenza a questi ultimi nella popolazione. È irresponsabile continuare a mantenere un modello insostenibile. Mettere al centro la sostenibilità significa abilitazione di diritti, opportunità professionali ed imprenditoriali, qualificazione ambientale e sociale.

L’uso dei pesticidi in agricoltura contribuisce a inquinare il suolo, le acque e l’aria. 
La Commissione Europea adotterà misure per:

  • ridurre del 50% l’uso di pesticidi chimici e il rischio che rappresentano entro il 2030
  • ridurre del 50% l’uso dei pesticidi più pericolosi entro il 2030.

L’eccesso di nutrienti nell’ambiente è una delle principali cause di inquinamento dell’aria, del suolo e dell’acqua e ha un impatto negativo sulla biodiversità e sul clima. La Commissione agirà per:

  • ridurre almeno del 50% le perdite di nutrienti, senza che ciò comporti un deterioramento della fertilità del suolo
  • ridurre almeno del 20% l’uso di fertilizzanti entro il 2030.

Si calcola che la resistenza antimicrobica collegata all’uso di antimicrobici nella salute umana e animale causi 33.000 vittime nell’UE ogni anno. La Commissione ridurrà del 50% le vendite di sostanze antimicrobiche per gli animali di allevamento e l’acquacoltura entro il 2030. 

L’agricoltura biologica è una pratica ecologica che deve essere ulteriormente sviluppata.
La Commissione rilancerà lo sviluppo delle aree dell’UE dedicate all’agricoltura biologica affinché (il 25% del totale dei terreni agricoli) sia dedicato all’agricoltura biologica entro il 2030.

Per la Commissione Europea le basi per la strategia della Politica Agricola Comunitaria dovrebbero essere: cambio generazionale, paesaggio, biodiversità, salubrità, dignità e giusta retribuzione del lavoro, azione per il clima, vivibilità delle zone rurali, qualità energetica, garanzia della filiera, attività di consulenza, strumenti finanziari, ricerca e innovazione. La relazione tra F2F e PAC è immediata e deve essere coerente e ambiziosa affinché il Green Deal sia efficace. Perciò: equa retribuzione e prezzi finali accessibili con rendicontazione e trasparenza nella catena di produzione del valore lungo la filiera, evitando possibilità per interpretazioni equivoche utili a rispettare la forma senza cambiare né il processo né il prodotto, né l’Impatto.

Per Milano Città Metropolitana, prima per agricoltura grazie al Parco Agricolo Sud, la volontà della Commissione Europea per una agricoltura orientata alla conservazione della biodiversità, alla qualità del cibo, dell’aria, dell’acqua, del paesaggio, ha una incidenza quotidiana sulla qualità della salute pubblica e sulla consapevolezza culturale della relazione con un territorio ricco di natura, storia e bellezza

Ciò concorre a raccogliere l’allarme ONU, che prevede a metà del secolo l’inurbamento del 70% della popolazione mondiale, per trasformare i nodi urbani da energivori compulsivi, generatori di marginalità sociale, di rifiuti, di periferie vicine e lontane, in un centro di nuovo urbanesimo che abiliti la riqualificazione e la rigenerazione, la sostenibilità e la bellezza.

Nel giorno della votazione, oltre alle associazioni ambientaliste e dei consumatori europee, in campo anche Greta Thunberg e i giovani di “Fridays for Future” per una riforma della Pac in grado di dare soluzioni concrete ai problemi ambientali global. Milioni di cittadini europei, attraverso le mail, hanno pressato i parlamentari europei nella speranza di un cambio di rotta. Nonostante tutte le pressioni, il margine a favore della demolizione della riforma della PAC proposta dalla Commissione Europea è stato molto ampio: 425 favorevoli, 212 contrari, 51 astensioni. I socialisti tedeschi hanno votato contro, con i grunen, gli italiani del PD a favore, Majorino si è astenuto, forse per non esagerare.

Con un messaggio laconico degno di quelli di Russia e Cina il Parlamento Europeo, dopo quattro giorni di lavori, ha annunciato l’avvenuta approvazione della tanto discussa riforma della Politica Agricola Comune “La futura politica agricola dell’Ue sarà più flessibile, sostenibile e resistente alle crisi, in modo che gli agricoltori possano continuare a garantire la sicurezza alimentare in tutta l’Unione europea”.

Ma la partita non è finita e con essa la speranza, ora la proposta passerà alla discussione nel “Trilogo” (Commissione, Parlamento e Consiglio Ue) e occorre che la Commissione non ceda. Ciò significherebbe il fallimento delle sue Strategie “Farm to Fork” e “Biodiversità 2030, con un terzo del bilancio dell’Unione 2021-2027 sprecato con una politica agricola insostenibile, in contrasto con il Green Deal e che conferma vecchie logiche, privilegi e interessi delle grandi corporazioni agricole.

Greta Thunberg e Fridays For Future chiedono alla Commissione europea il ritiro della PAC. Per Greta “il tempo per i piccoli passi è esaurito” e la bozza della PAC riflette “l’ipocrisia della politica, che vota per target lontani nel tempo ma quando si tratta di fare qualcosa nell’immediato non lo fa”. Il vicepresidente Timmermans ha risposto “Siamo d’accordo sull’importanza cruciale della Politica agricola comune per il Green Deal. Nei negoziati, la Commissione lavorerà per una politica agricola in linea con le nostre strategie della Biodiversità e Farm To Fork per contribuire a realizzare il nostro obiettivo di neutralità climatica”. Si va ai supplementari, state connessi.

Fiorello Cortiana



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