26 febbraio 2019

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C'è uno spazio in libertà per i lettori


Care lettrici e cari lettori, da quando vi abbiamo offerto di mettere i vostri commenti in calce agli articoli senza dover passare alla più laboriosa via della “lettera” – una e-mail – alla redazione, si è confermata in noi la convinzione che i nostri lettori siano molto reattivi e desiderino manifestare le loro opinioni e le loro idee. Perché allora restringere il campo solo agli argomenti che sono oggetto degli articoli?

190226_Editoriale-2La nostra città offre infiniti spunti di riflessione su come è, su come dovrebbe o potrebbe essere, pregi, difetti della classe politica che la amministra: uno scenario che non può lasciare indifferenti, una perenne altalena tra consenso e dissenso, l’altalena della democrazia.

Allora ecco lo spazio libero per i lettori: la pagina stretta è la foglia, un titolo che rimanda al vecchio adagio “Stretta la foglia, larga la via, dite la vostra che io ho detto la mia”. Un po’ letterario forse, d’antan, più noto ai meno giovani, quelli che hanno avuto la fortuna di ascoltare fiabe dalla mamma che non metteva loro in mano un iPhone per non farsi disturbare mentre usa il suo.

A ben vedere questo potrebbe essere anche il motto del più popolare dei social: Facebook. Ma dalle sue origini, scambi ristretti in una cerchi di “veri” amici, si è trasformato in un feroce pulpito dal quale è permesso dire tutto senza che vi sia un “moderatore”. La nostra pagina dei lettori avrà un moderatore come lo hanno i commenti agli articoli ma non ci è mai successo sino ad ora di dover “moderare” questi commenti: segno della vostra civiltà.

Il moderatore non è un censore e dunque tutte le opinioni hanno diritto di ospitalità sulla nostra pagina, censureremo forse qualche espressione che non condividiamo per il suo tono e che magari porterebbe con sé il rischio di una querela, e ne avvertiremo l’autore perché, se vuole, si automoderi, ma la libertà sarà assoluta con un solo limite, non bisogna uscire dallo spazio disponibile, certo sufficiente per le proprie idee. Anche solo poche parole però, forse quelle che ognuno sente di più.

Per noi e per voi il “re” sarà sempre nudo in tutte le stagioni, anche quelle della politica, ma degno di rispetto nella sua persona; siamo anche seguaci del vecchio motto del Movimento ’77 che lo ereditò dalla miglior tradizione anarchica: “una risata vi seppellirà”.

Abbiamo bisogno di tornare a ridere dei potenti, degli arroganti, delle caste; saremo il “giullare del Re” l’unico che diceva sempre la verità; abbiamo bisogno dell’ironia, dell’autoironia; abbiamo bisogno di pensare prima di parlare. Abbiamo bisogno di tutto questo per avere la forza di “resistere, resistere, resistere” come diceva Francesco Saverio Borrelli.

Abbiamo anche bisogno di divertirci un po’ con le parole, con i calembours, con le battute al vetriolo, riscoprire lo spirito delle “pasquinate” di fronte alle quali anche i Papi romani si arresero.

Questo vuole essere stretta la foglia, luogo di libertà e , perché no, di resistenza.

Vi aspettiamo.

Luca Beltrami Gadola

190226_Editoriale-01



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  1. Miro CapitaneoQuesta proposta di apertura al dialogo proveniente dal Direttore mi sollecita a pensare ad un progetto dal titolo "Idee per Milano". L'alveare delle api va visto come modello consistente in un unico corpo vitale nel quale gli individui elaborano le idee-miele. Ci sarebbe la necessita' di diventare AlveareMilano. Si andrebbe oltre i singoli intellettuali carismatici iconici di prestigio. Potrebbe nascere quello di cui nella Sinistra ho sentito spesso parlare ma mai visto: l' Intellettuale Collettivo. Una struttura che elabora idee-forza a disposizione di chi amministra. La regia di questa mappa delle idee, in cui idee contrapposte si elidono, la lascio volentieri alla saggezza del Direttore. Parafrasando Spinoza: politica in forma geometrica dimostrata.
    27 febbraio 2019 • 08:05Rispondi
  2. Sara BrendaPiù leggo e più resto piacevolmente sorpresa della vostra ricerca di confronto e di pensiero. Grazie!
    27 febbraio 2019 • 09:03Rispondi
  3. Franz ForcoliniOttima e sempre più necessaria iniziativa per contrastare le finte aperture verso un dibattito pubblico che l'attuale amministrazione di Milano finge di promuovere nel mentre persegue pervicacemente una politica di dissipazione di risorse a favore di gruppi finanziari i cui interessi contrastano sempre ed inevitabilmente con il bene comune.
    27 febbraio 2019 • 16:34Rispondi
  4. Paolo BurgioMi complimento con Luca Beltrami Gadola per l'apertura di questa "foglia", che non vuol essere la solita "posta dei lettori", ma una sollecitazione ad essere parte sì attiva, ma consapevole e resposabiie, al dibattito che investe molti temi importanti nella vita cittadina, di fronte al malcostume imperante con cui si vuol distogliere i cittadini da ogni seria analisi, valutazione e conoscenza delle ragioni altrui, per mera propaganda politica, o peggio, per coprire interessi di parte. E di certo abbiamo bisogno di comunicare respirando un po' di aria "buona" al di fuori del solitio circuito mediatico/informatico che ci riporta "His Master's Voice".
    27 febbraio 2019 • 17:32Rispondi
  5. Laura MornaccoConcordo con chi mi ha preceduto: bella questa foglia, grazie al Direttore per questa possibilità. Io attacco subito continuando col motto: stretta la via. Pochi giorni fa ho letto che uno dei tanti propositi di questo governo è la modifica del codice stradale. Tra le proposte c'è quella di consentire alle biciclette di andare contromano. Sono una ciclista ma soprattutto una "vespista" e ieri sera tornando a casa in vespa, appunto, via Fiamma/Pisacane (non periferia quindi) consideravo quanto sia difficile vedere un ciclista. Su 10 solo 2 avevano il fanalino posteriore acceso. Mi sono affiancata al semaforo a una giovane signora in bici con casco ma rigorosamente senza fanalino (non c'era proprio). Invece che mandarli contromano, non sarebbe meglio obbligare anche con multe sonore ai fanali? Una striscia arancione di traverso? Devono capire, dobbiamo capire che il ciclista deve farsi vedere. In un incidente, chi guida finisce di vivere per l'angoscia di quanto è successo (senza pensare all'accusa di omicidio stradale). Chi muore però è il ciclista. Spero che Milano faccia questo invece di permettere di andare contromano. In una città in ogni caso, stretta è la via!
    27 febbraio 2019 • 21:06Rispondi
    • stefano cozzaglioIl ciclista si considera il padrone incontrastato della strada e dei marciapiedi al punto che si permette , senza conoscerle , di infrangere praticamente tutte le regole della circolazione . Non sono tutti così , ma ce ne sono moltissimi . E cosa dire di monopattini , ruote elettriche autoequilibrate mancanti di una qualsiasi segnalazione adatta per mezzi che circolano in strada ?
      4 marzo 2019 • 15:32
  6. Adalgiso Colomboda ciclista/automobilista concordo con Laura Mornacco che bisogna che i ciclisti si rendano sempre più visibili e sulle multe da comminare a chi non ha luci , non concordo invece sul contromano da sempre praticato : non tutte le vie sono strette e chi lo fa è più attento . sulla buona conduzione di arcipelago credo che siamo in molti ad essere molto d'accordo.
    1 marzo 2019 • 11:16Rispondi
  7. silvanoInteressante e gradito l'invito del dottor Beltrami Gadola. Nei limiti del possibile, e considerando che sono cittadino della "città metropolitana" di Milano, cercherò di dare un mio contributo che sia in linea con l'ottimo livello di ciò che leggo, con piacere, su "Arcipelago".
    4 marzo 2019 • 11:30Rispondi
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