9 aprile 2024

MILANO LABORATORIO DI SPIRITUALITÀ

Aprire gli occhi alla bellezza grazie al Festival che esalta la “meraviglia”


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Arbusti e alberi di magnolie e ciliegi con i colori e i profumi dell’esplosione improvvisa di fioritura primaverile: stupori naturali negli angoli dei giardini milanesi che José Tolentino de Mendonça, poeta e biblista, animatore insieme allo scrittore Paolo Giordano di uno dei numerosi appuntamenti di SOUL, Festiva di spiritualità Urbano – Università Cattolica, si porta via da Milano, semi di bellezza e spontaneità che ognuno di noi può cogliere ogni giorno.

L’intuizione del primo Festival della spiritualità a Milano è nata nel periodo post Covid e la sfida di cinque giornate di lezioni e dialoghi, spettacoli, reading e concerti, performance artistiche, laboratori esperienziali e momenti meditativi sui valori dello spirito, declinati attraverso tradizioni e discipline diverse, poteva sembrare un azzardo. L’avvio, invece, è stato di slancio, con una grande partecipazione di pubblico.

I curatori di SOUL, promosso dall’Università Cattolica del Sacro Cuore e dall’Arcidiocesi di Milano con il patrocinio del Comune di Milano, hanno introdotto nel dibattito pubblico il tema della spiritualità in una prospettiva laica, nell’accezione di modo di stare al mondo e di vivere le esperienze che sono di tutti, ovvero “le esperienze dell’umano che è comune”. In particolare in questa prima edizione si è parlato di meraviglia, che è la vigilia di ogni cosa, come recita il sottotitolo:  vedere e fare esperienza dello straordinario nell’ordinario.

 «Meraviglioso – ha esordito Alessandro Baricco nella lectio magistralis che ha aperto i lavori – di fatto è un superlativo, è un termine finale che include bellezza e stupore, che saldano la loro unione».

Vulnerabili e irretiti nella pressione del quotidiano, sentiamo il bisogno di combattere la disattenzione: nella sua elegia civile “Disattenzione” Wislawa Szymborska  scrive che ogni giorno dura 24 ore buone, 1440 minuti, 86.400 secondi di occasioni e se vogliamo predisporci a un savoir-vivre cosmico, dobbiamo stupirci e saper prestare attenzione ai particolari.

Tra le tante sollecitazioni di questo Festival mi soffermo sulle suggestioni di due interventi, a partire da “Tutto mi meraviglia” di Baricco. Lo scrittore avverte acuita a seguito dell’esperienza della malattia la propria personale capacità di meravigliarsi di tutto: «La meraviglia arriva per lo più inaspettata, avviene quando vuole lei nel tempo e nello spazio che sceglie lei, se no non sarebbe meraviglia».

Ci fa entrare nell’unione tra stupore e bellezza attraverso la guida di due maestri, Flaubert che con grande vividezza espressiva fa provare al lettore la meraviglia di madame Bovary di fronte allo sfarzo della grande festa nel castello aristocratico di Vaubyessard, e Plotino, filosofo del III secolo, padre del neoplatonismo, che attraverso l’esperienza di tipo mistico arriva a collegarsi con un’energia del mondo, un respiro superiore, così da contemplare una bellezza meravigliosa, una quiete in seno al divino e da sciogliersi privo di ogni frizione, in un’unica energia.

Esperienza di meraviglia in orizzontale, quella di Emma Bovary, che esce dalla sua percezione ordinaria del mondo piccolo borghese e in verticale, quella di Plotino, che nella sua esperienza spirituale ha accesso al sentire profondo e all’immaginazione e diventa tutt’uno con lo spirito del mondo.

Il rapporto vero con il mondo dei libri, delle opere d’arte e della musica è uno dei luoghi in cui più facilmente troviamo il tesoro della meraviglia: quando scatta l’effetto e accediamo all’esperienza della meraviglia, il nostro mondo si spacca, si apre una finestra e entriamo in contatto con qualcosa che è più di noi.

L’istante della meraviglia apre una fenditura, è una soglia, da cui si può tornare indietro o sull’orlo della quale si può provare una sensazione quasi fisica di oscillazione e sostare; è uno dei momenti dell’umano da curare e a cui fare caso, in cui vi è una grande leggerezza e si disvela un’idea di bellezza, di uomo, di natura, di mistero.

Paolo Giordano e José Tolentino de Mendonça prendono spunto dalle parole quanto mai attuali della biologa statunitense Rachel Carson, madre del movimento ambientalista, “A occhi bendati sulla Terra”.

Attraversiamo il mondo con noncuranza, restii a riconoscere l’armonia e la complessità del nostro ecosistema. Ci accorgiamo delle difese della natura soltanto quando vengono a mancare. Spaventa l’approccio rapace dell’uomo nei confronti della natura, che è chiamato invece a esserne sensato custode, con una consapevolezza e un’etica diverse, con atteggiamenti tutelativi e non aggressivi, pena un decadimento inesorabile. Siamo ormai vittime di ecoansia, timore e frustrazione; le giovani generazioni sono più consapevoli riguardo alla crisi ambientale e climatica e protestano, spesso nei luoghi laici dei musei, perché avvertono che c’è in gioco il loro futuro.

Serve un nuovo patto tra umani e natura, una coscienza d’insieme dell’interdipendenza reciproca per aprirci un futuro: niente è definitivo, neanche l’ambiente naturale in cui viviamo, che è in un divenire tuttora in corso. La grande sfida è portare la crisi ambientale globale, innervata di moralismi, a non parlare soltanto con gli appelli allarmati degli scienziati sul riscaldamento globale, sull’acidificazione degli oceani o sul rewilding per ripristinare ecosistemi necessari alla sopravvivenza umana, che non riescono a toccarci cognitivamente ed emotivamente. Abbiamo bisogno anche di immagini chiare, immediate e evocative della poesia e della letteratura.

Per predisporci a un atteggiamento diverso dobbiamo dare tempo alla contemplazione e alla meraviglia, che mancano alla cultura contemporanea, aprire gli occhi alla bellezza che spesso trascuriamo, anche perché siamo troppo visivamente attivati e il nostro senso della vista è oggi molto saturato.

Antidoto contro la noia e il disincanto dell’età adulta, per provare a ritrovare il senso innato di meraviglia dell’infanzia e renderlo indistruttibile tanto da durare tutta la vita, possono essere le pagine del piccolo, ma intenso saggio di Rachel Carson “Brevi lezioni di meraviglia. Elogio della natura per genitori e figli”, finora inedito in Italia[1].

Rita Bramante

[1] R. CARSON, Brevi lezioni di meraviglia. Elogio della natura per genitori e figli, Aboca, 2023



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