6 febbraio 2024

CINQUE ANNI E SIAMO TORNATI ALLA CASELLA DI PARTENZA

Per il "Meazza" il Sindaco non sa se giocare a Monopoly o al Giro dell’oca


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I cittadini milanesi sono stanchi di questa “sceneggiata” dello Stadio di San Siro. Il risultato è che dopo cinque anni dal primo “interesse pubblico” della Giunta Sala, oggi il Sindaco è in difficoltà: la sua maggioranza è divisa, e persino Forza Italia, tenace sostenitore della demolizione, oggi è per la ristrutturazione del Meazza, come da tempo Fratelli d’Italia,  e come avevamo detto fin dall’inizio, solo i malvagi potevano far finta di non sapere che ci sarebbe stato il vincolo del secondo anello dopo il 2025. 

La prima cosa da fare è chiedere a gran voce, ovviamente in primo luogo in Consiglio Comunale, che il Sindaco ritiri il ricorso al Tar contro il parere che lui stesso aveva chiesto in maniera anticipata alla Sovrintendenza. 

Come seconda cosa, senza sposare un progetto piuttosto di un altro, bisogna ribadire che l’unica soluzione per il Comune è quella di indire un concorso internazionale per l’ammodernamento e la gestione del Meazza, e per la sistemazione a verde dell’area circostante, ampliando il Parco dei Capitano, utilizzando meglio i parcheggi esistenti lontani dall’area (via Novara, per esempio) e rafforzando le linee del trasporto pubblico. E aggiungo che il futuro ammodernamento dello stadio di San Siro  deve essere concepito per valorizzare il Meazza come un luogo di sport, di cultura, di spettacolo, con una gestione oculata degli appuntamenti, che valorizzi la socialità di una comunità che si ritrova a vivere insieme, emozioni e sentimenti. 

Rimane un punto che appartiene a una vera visione dell’area metropolitana: è ovvio  che non si può costruire uno stadio sul Parco sud, per di più con gli immani problemi di viabilità e di insufficiente trasporto pubblico che ci sono. Dire che sarà pronto nel 2028 a San Donato è come dire che anche gli asini possono volare. 

In realtà, un Sindaco metropolitano si dovrebbe porre il problema di un secondo stadio, che alleggerisca la pressione su San Siro. Come avviene in altre parti dell’Europa (a Barcellona, città gemellata con Milano, per esempio),  due squadre della stessa città – ragionamento che vale ancor di più con due squadre titolate  che dal 1955 giocano regolarmente in Europa – devono giocare in due stadi diversi. E nel caso dell’area metropolitana, certamente le aree ex industriali, sarebbero l’ideale, come per esempio le aree ex Falck a Sesto San Giovanni.  Ed è vero che a Sesto i valori monetari delle operazioni immobiliari – diciamo – extracalcistiche sono notevolmente inferiori di quelle realizzate a San Siro,  ma la verità è che gli americani  non vogliono affrontare i costi di bonifica. Sì, perché gli americani hanno i soldi per comprare i giornali inglesi, ma non quelli per bonificare le aree di Sesto.

 “Non ha attratto molta attenzione in Italia – ma dovrebbe – il fatto che il fondo Redbird Imi stia cercando di comprare Telegraph Media Group, il gruppo editoriale di Londra che controlla testate gloriose e influenti come il “Telegraph” stesso e lo “Spectator”. (operazione superiore  a 1 miliardo e 200 milioni di euro, ndr) L’aspetto particolare è nella natura dell’offerente: Redbird Imi è una joint-venture fra il fondo americano Redbird (sì, quello che controlla il Milan) e il fondo Imi che possiede il Manchester City ed è guidato dallo sceicco Mansour bin Zayed Al-Nahyan, vicepresidente, primo ministro ed esponente della famiglia regnante di Abu Dhabi. Imi è un fondo sovrano degli Emirati Arabi Uniti e nella joint-venture con Redbird gli spetta l’ultima parola, perché detiene circa tre quarti delle quote. In sostanza un governo straniero – di uno stato di polizia – sta cercando di comprare  due bandiere del giornalismo britannico” scrive Federico Fubini sul “Corriere della Sera”. Qui. a Milano,  il fondo americano, con la complicità della Giunta Sala, si è mosso per demolire un bene pubblico, legato per tanti versi alla storia sociale, civile, culturale, progettuale, e di costume di Milano.

E vi ricordate a dicembre 2021 le prime pagine locali dei giornali “di informazione” con la foto della “foresta amazzonica con la Cattedrale” presentata come già fatta, con la amplificazione delle dichiarazioni di Scaroni per cui erano già stati presentati tutti i documenti agli Uffici comunali ? Tante balle. 

Siamo poi al ridicolo quando il Sindaco si lancia in patetiche richieste ai fondi, americano e cinese,  perché le squadre rimangano a Milano. Con il cappello in mano, e  con una scala di priorità per il futuro di Milano a dir poco imbarazzante. 

Eh, sì,  perché si possono allontanare il Besta e l’Istituto dei Tumori e le facoltà scientifiche da Milano, tanto ci sono le aree di Città Studi su cui ci sono già le attenzioni fameliche dei fondi immobiliari, ma non si può accettare che venga costruito uno stadio nuovo fuori da Milano città. 

A scanso di future sorprese, sarà bene che la Commissione Sport, quella del  Demanio e  quella dei  Lavori Pubblici  verifichino bene i lavori di manutenzione ordinaria, e straordinaria,  a San Siro dal 2019 ad oggi, a carico della concessionaria e a scomputo degli affitti: magari anche con un elenco di opere, anno per anno.  

Questa vicenda, infarcita di bugie e di costose insulse  furbizie (il taroccato “dibattito pubblico”) si accompagna al degrado continuo dell’impiantistica sportiva.

Vi ricordate lo spot della campagna elettorale 2021 “ Lo sport in tutta la città – Milano sempre più semplice” con lo slogan “Milano sempre più Milano”? 

Nel programma elettorale, che non parlava della brillante operazione San Siro in corso dal luglio 2019, Sala e la sua maggioranza  (ben otto liste)  scrivevano “Un’attenzione particolare verrà dedicata allo sport di prossimità, sia indoor sia outdoor, così come la realizzazione dell’accesso universale alla pratica sportiva…Prosegue l’intensa riqualificazione degli impianti sportivi di base a cura dei Concessionari del Comune di Milano insieme ai “grandi” progetti in via di realizzazione, tra cui la riqualificazione di Agorà (impianto dedicato agli sport su ghiaccio), la riconversione del Lido, la ristrutturazione del Centro Ippico Lombardo e della piscina Cardellino che si trasformerà nel nuovo centro natatorio olimpico. A questi si aggiungono i siti olimpici dell’ex Palasharp, che verrà completamente riqualificato e la realizzazione del PalaItalia nel quartiere Santa Giulia.” Alla Commissione sport del Comune di Milano consiglierei di fare un bel libro bianco sullo stato degli impianti sportivi a Milano e sull’ “accesso universale” alla pratica sportiva. 

Anche in questo caso temo si scoprirà che l’accesso è riservato in gran parte a chi ha i soldi, creando così una ulteriore disuguaglianza sociale. Il Comune trova i soldi per comprare per 228 milioni il 30% della M4 o per ristrutturare i mercati generali con 300 milioni, in pieno centro di Milano e senza connessione ferroviaria, ma non trova duecentomila euro per la manutenzione del Vigorelli, solo per fare un esempio. 

La vicenda di San Siro dimostra che la capacità di fare politica non si compra al supermercato e che la qualifica di  imprenditore o di manager non sono garanzia di essere, non dico un buon sindaco, ma un Sindaco. Tanto meno di un sindaco dell’area metropolitana. 

Ma sarà bene che il Consiglio dell’area metropolitana si muova in un’ottica più accorta e più lungimirante di quanto sta avvenendo per gli impianti delle Olimpiadi 2026. A proposito, ma chi aveva predisposto il piano di fattibilità per l’assegnazione delle Olimpiadi invernali 2026? Assegnate – è bene ricordarlo –  a giugno 2019, un mese prima che iniziasse la sceneggiata Scaroni-Sala sul “progetto San Siro”.

“La colpa, caro Bruto, non sta nelle stelle, ma in noi stessi” “Buona notte e buona fortuna”

Luigi Corbani



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  1. Andrea VitaliRicordo che l' area di San Donato dove forse si realizzerà lo stadio del Milan è fuori dal Parco Sud (è l'area dove si doveva realizzare la sede di Enimont, poi venuta meno per altri motivi). Per il resto del tutto d'accordo, in particolare per quanto riguarda gli impianti sportivi. Qualcuno ha mai provato ad andare in piscina a Milano? E questa sarebbe una città europea? Ma va' là...
    6 febbraio 2024 • 21:41Rispondi
  2. Patrizia BindaTutto ineccepibile ma mi pare che la sceneggiata Scaroni sia platealmente cominciata proprio il giorno stesso dell’assegnazione delle Olimpiadi a Milano-Cortina.
    8 febbraio 2024 • 11:29Rispondi
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