9 gennaio 2024

ATM COMPRA M4: MOLTI DUBBI

A chi si è fatto un favore? Non ad ATM


Progetto senza titolo (4)

La superficiale discussione del consiglio comunale di Milano sull’acquisto da parte di ATM del 31% della quota privata metropolitana milanese M4 ha lasciato pesanti perplessità. La M4 che collega Linate a S. Cristoforo è diventata inutilmente e anticipatamente di completa proprietà di ATM detenendo già il 69% delle azioni. Il nocciolo della questione per definire se l’investimento di 228 milioni fosse o meno congruo non è stato chiarito, anzi. Ciò riguarda il  project financing adottato per realizzare l’infrastruttura per  la ripartizione coi privati del rischio d’impresa.

La scommessa sulla redditività e socialità dell’investimento che era stata fatta tra più attori quello pubblico e quello  privato è stata vinta dai privati sollevati anche dell’ultimo periodo di rischio d’impresa. Privati già sollevati dai consistenti costi sostenuti dal Comune di ristoro per i commercianti interessati dai disagi provocati dai lunghi lavori dei cantieri. Se l’investimento si prospetta poco redditizio o in perdita, i privati vendono e il comune si accolla i costi pregressi (extracosti dati dalle mille variabili energia, inflazione, materiali ecc., dai tempi lunghi dei lavori e dai ristori concessi ai commercianti), se invece si prospettasse redditizio i privati non venderebbero di sicuro, o chiederebbero molti più soldi di quelli investiti. Così è stato con il modello di project financing “ambrosiano” che ideò l’allora sindaca Moratti.

I sostenitori del Sindaco di Milano Giuseppe Sala a giustificazione dell’enorme spesa è stato :”il punto principale è politico e riguarda la proprietà di reti infrastrutturali “monopoliste” che devono essere pubbliche.”.
Intanto passare ad ATM la proprietà dell’infrastruttura produce una distorsione evidente del suo ruolo di gestore, blindando per sempre  la possibilità di mettere a gara lo stesso asset almeno fino a quando non passa nelle mani del Comune, ma non solo muterebbe proprio la sua mission. Infatti, puntuale, è stato annunciata  in questi giorni una nuova proroga di due anni del contratto di servizio tra Comune e ATM per la gestione dei servizi di trasporto pubblico a Milano. Come nelle migliori tradizioni quando si sancisce una proroga nel TPL- Trasporto Pubblico Locale – ( una delle proroghe delle concessioni censurate dal Presidente Mattarella) delle città lombarde si annuncia che le gare si faranno più avanti.

Gare che non si sono fatte in nessuna città lombarda dal 2012 che hanno causato la perdita del ruolo sociale, ambientale ed economico del settore del trasporto pubblico. Per l’ATM questa acquisizione permette all’azienda di esercitare una maggiore influenza nella gestione di M4, “portando a sinergie operative e a una diversa gestione dei costi e delle risorse”. Quali non è dato a sapere. La M4 è già perfettamente integrata con il resto della rete e con l’adozione del biglietto elettronico di problemi non ce ne saranno mai. Con il 69% delle azioni, l’ATM ha già saldamente in mano la governance della M4, che semmai dovrebbe essere nelle mani del Comune. Inoltre nonostante ATM detenga circa il 50% delle azioni della M5 da anni è perfettamente integrata con la rete metropolitana e di superficie.

Sullo sfondo ci sarebbe l’opzione strategica di una  società delle infrastrutture meneghina INFRA-MI, ma questa già oggi disporrebbe di un patrimonio di oltre 6 miliardi di euro ( sommando la M1,la M2, la M3 e il 69% della M4), più di quanto necessario per poter finanziare la M6 ed eventuali prolungamenti della rete metropolitana.

Questo acquisto è dannoso anche perché   spolpa l’ATM in una fase in cui i passeggeri diminuiscono e sono sempre più stufi di stare in attesa alle fermate di bus e tram anche di 30  minuti.
Esaurendo le sue risorse di cassa dato che  investirà 80 milioni, il 40% dei 228 milioni, e per il restante 60%, 150 milioni, ricorrererà ad un costoso prestito bancario. L’ATM ha prioritariamente la necessità di usare le risorse disponibili per aumentare i salari d’ingresso degli autisti e bloccare l’emorragia di tranvieri che lasciano l’azienda. Azienda non più competitiva neppure sul mercato del lavoro oltre che su quello dei trasporti vista la perdita di utenza. Questo doveva essere l’uso prioritario delle risorse in cassa dell’azienda dei trasporti milanesi.

La cessione ad ATM delle quote detenute da Webuild nel capitale di M4 “ha un certo impatto sui conti. È positivo ma non è enorme”. Ha detto il Ceo di Webuild, Pietro Salini, a margine della presentazione di Pedemontana di cui sarà il costruttore delle tratte B e B1. In Pedemontatana Wuebuild  è un  appaltatore puro, nemmeno general contractor. Siamo  noi cittadini a rischiare  a causa delle garanzie spese da Roberto Maroni per evitare il fallimento di Pedemontana 6  anni fa. Se va bene i soldi di Milano Webuild li reinveste all’estero dove fa già il 90% del suo fatturato. Una mano indiretta per il completamento della Pedemontana ferma da 8 anni perché poco utile, costosissima e con grandi problemi ambientali.

Dario Balotta

 



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  1. Daniele MilaniChi è il GENIO che ha imbastito l'acquisto da Azionista privato, credendo di fare un affare, così da garantirsi la proprietà ? praticamente, usa soldi pubblici svalutati, per acquistare un prodotto già suo, con surplus dovuto a contrattazione, così facendo aggiunge disvalore e svaluta ulteriormente, caricando costi ulteriori a casse già vuote di suo, pensando che non sia stato regalato, il costruttore dell'opera possedeva azioni societarie dell' opera già venduta e lautamente retribuita, ( è risaputo che i costruttori, sono retribuiti secondo avanzamento lavori, che se non retribuiti sospendono l'opera, oppure dichiarano fallimento) ) pertanto il Genio paga due volte, ed il venditore festreggia due volte, QUINDI CHI HA FATTO L'AFFARE ?
    10 gennaio 2024 • 07:56Rispondi
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