19 dicembre 2023

AMBROGINO D’ORO ALLA “SIGNORA DELLE COMETE”

La prima ingegnera aeronautica in Italia


Copia di Copia di rification (2)

Una delle “donne avventurose” di Milano, Amalia Ercoli Finzi, classe 1937, è la prima ingegnera aeronautica in Italia, laureata nel 1962, quando la facoltà di Ingegneria del Politecnico di Milano era frequentata da 650 ragazzi e soltanto 5 ragazze![1].

E uso volutamente il femminile per il titolo professionale di questa donna tenace e determinata, femminista convinta, che ha fatto sì che il padre “cedesse le armi” di fronte alla sua scelta di una facoltà considerata non adatta a una ragazza nell’immaginario collettivo di quel tempo e è riuscita a vincere la sua “guerra di affermazione”, a conciliare la ricerca scientifica e la progettazione di missioni spaziali anche con la famiglia, cinque figli e sette nipoti.

“La signora delle comete”[2] – consulente scientifica di Nasa, Asi ed Esa, progettista degli strumenti fondamentali della sonda Rosetta e tra i progettisti del nuovo super telescopio a raggi infrarossi James Web – ha dedicato la vita a coltivare il proprio talento, affrontando studi interdisciplinari e spaziando tra più discipline, così da integrare saperi diversi e complementari. Testimonia alle ragazze che sognare in grande si può e arrivare fino in fondo, “avere un faro grazie al quale la barca sa dove vuole puntare con la certezza di volerlo fare”, cogliere le opportunità, senza il timore di uscire dalla propria comfort zone.

Il cammino professionale di una scienziata non è senza ostacoli e insuccessi, ritardi e battute d’arresto, di fronte ai quali bisogna continuare a investire le proprie energie, con fiducia e testardaggine. “Marte è una carogna! – apostrofa la Finzi – “più di metà delle missioni sono fallite a causa di un’atmosfera che non conosciamo abbastanza”. E anche la missione sulla Luna senza equipaggio Artemis 1 ha avuto problemi che hanno costretto a riportare il lanciatore dalla rampa di lancio all’edificio di assemblaggio per i necessari controlli.

Non mancano le grandi paure, che mettono alla prova la tenuta di nervi d’acciaio, come quando la trivella SD2 nel novembre del 2014 si sganciò dalla sonda Rosetta, perforando una cometa: «Dopo 61 ore di attesa, cinque minuti prima che la batteria primaria si esaurisse, arrivarono i dati dalla sonda.», ricorda Amalia-. «Scoppiai a piangere, ci avevamo lavorato per più di dieci anni».

Bisogna saper fare i conti anche con i tempi lunghi della ricerca e con interrogativi sempre nuovi non solo sulla parte del Sistema Solare più vicina a noi (la Luna, Marte, Mercurio, gli asteroidi…), ma anche quella ai confini dell’eliosfera, andando sempre più lontano nello spazio e nel tempo. “Scopriremo cose che oggi non riusciamo neanche ad immaginare, intorno alle origini dell’universo e all’evoluzione delle prime stelle e galassie, che si sono formate subito dopo il Big Bang. Alcune scoperte cambieranno i libri di scienze”[3].

È il fascino della conoscenza scientifica, un viaggio destinato a non avere mai fine, che ha bisogno della voglia di avventura, della determinazione di esserci e di farne parte di tanti uomini e di tante donne, colmando una volta per tutte il gender gap[4].

Proprio su questo tema Amalia ha appena scritto con la figlia Elvina, ingegnera nucleare, un nuovo libro “Sei un universo”[5]. Anche svelando alcuni episodi centrali della propria biografia formativa e professionale, le due scienziate propongono alle ragazze una ricetta, una “valigetta degli attrezzi”, che si può sintetizzare nell’acronimo “S.P.A.C.E.S”, grazie alla quale non solo “ambire a degli spazi finora preclusi, ma pretenderli”.

Per intraprendere questo cammino, accettando anche l’eventuale fallimento o la deviazione di rotta, servono Stima di sé, Preparazione, Ambizione di puntare in alto, capacità di Collaborare, focalizzarsi su pochi elementi Essenziali e affrontare il destino con Spirito di iniziativa.

La conquista dello spazio per le donne è una sfida da vincere e non riguarda soltanto le missioni spaziali, ma soprattutto la conquista di un lavoro, in particolare negli ambiti che tradizionalmente sono stati appannaggio quasi unicamente maschile, quali la tecnologia, la politica, la comunicazione e, più in generale, la leadership.

Il messaggio che Amalia ci trasmette è di educare le nostre bambine a sogni che non siano stereotipati e insegnare loro a lanciarsi e a non farsi frenare dalla paura di non farcela e dai tempi lunghi che in tutti settori e livelli lavorativi ancora ci separano dalla parità di genere: ben 131 anni secondo il Global Gender Gap Report 2022 a cura del World Economic Forum; e il trend post pandemia è peggiorato proprio a discapito delle donne, in quanto la stima pre-Covid19 era di 99 anni[6].

Eliminare le disparità di genere nel mondo del lavoro e nella vita sociale è una rivoluzione possibile, anche se ancora piena di ostacoli, carriere interrotte, deficit di servizi a supporto delle neomamme, discriminazioni salariali e barriere culturali da abbattere.

“Ragazze, tocca a voi, non abbiate paura, lanciatevi!”, parola della Signora delle comete, che ha ricevuto un Ambrogino d’oro strameritato nella premiazione controversa e divisiva di quest’anno.

Rita Bramante

 [1] P. ZELIOLI, Donne avventurose che hanno fatto grande Milano, Carthusia Edizioni, 2020.  R. BRAMANTE, “Sognare oltre le stelle”, in “Education 2.0, 9 novembre 2022

[2] T. TIRELLI, A. ERCOLI FINZI, G. CAPRARA, La signora delle comete. Intrighi e misteri della missione spaziale Rosetta, Edizioni Dedalo, 2018

[3] Intervento all’evento di avvio dell’anno accademico 2022/23 del progetto Jump Job-University Matching Project[3], realizzato dalla Fondazione Rui e patrocinato dal Politecnico di Milano e dell’Università Cattolica

[4] A. ERCOLI FINZI- E. FINZI, Oltre le stelle più lontane, Mondadori, 2021

[5] A. ERCOLI FINZI- E. FINZI, Sei un universo Mondadori, 2023



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