21 novembre 2023

LO SCIOPERO PRO PALESTINA DEI PORTUALI GENOVESI

Chiediamo di poter vivere in pace, con dignità


 Copia di Copia di rification (3)

Venerdì 10 novembre 2023, Porto di Genova, i portuali del CALP, Collettivo Autonomo Lavoratori Portuali, si oppongono all’invio di armi a Israele. A Genova ho appuntamento alla stazione Principe con Silvia Pesaro, in arrivo da Levante. Mi starà vicina per tutta la mattinata, attenta, vigile. (1)

La giornata di lotta ha inizio alle 6 del mattino, al varco portuale di San Benigno, dove è in arrivo una nave della Bahri,  compagnia di spedizioni nazionali dell’Arabia Saudita, “una nave delle armi”. All’ingresso del varco i portuali hanno issato uno striscione, sulla pavimentazione della strada hanno disegnato una grande bandiera palestinese, hanno scritto. “No wars – free Palestine”. Il presidio del CALP, con i sindacati autonomi USB (Unione Sindacale di Base)) e SiCobas,  centinaia di partecipanti, bandiere palestinesi, striscioni contro la guerra, dal varco si sposta sotto la sede della Zim Italia, agenzia marittima israeliana. Poliziotti in tenuta antisommossa presidiano l’ingresso. Lancio di palloncini pieni di vernice rossa contro la sede, i manifestanti cantano, sono cori contro la guerra e contro il governo di Israele.

José Nivoi, sindacato USB, portavoce del CALP (Collettivo Autonomo Lavoratori Portuali), espone le ragioni della mobilitazione: oggi è la prima giornata di lotta in un porto italiano contro la guerra. La protesta contro la Zim: perché usa infrastrutture logistiche in appoggio alla guerra di Israele. La manifestazione di oggi è la nostra risposta all’appello che i sindacati palestinesi hanno lanciato il 16 ottobre scorso. Il 19 novembre parteciperemo a un’assemblea contro la guerra a Roma allo scopo di ampliare e rafforzare la mobilitazione.

Alla giornata del 10 novembre hanno partecipato sindacati autonomi, l’Associazione Liguria-Palestina, Collettivo Sale, Csoa Zapata, Genova Solidale, “Non una di meno Genova”, Potere al Popolo, studenti, giovani  di varie provenienze nel Paese. La dichiarazione di Karim Hamarneh, presidente dell’Associazione Liguria-Palestina, da tempo partecipe delle iniziative di lotta dei portuali: “Quello che sta succedendo a Gaza è disumano, con Israele, uno dei più grandi produttori di armi e uno tra gli eserciti più forti del mondo che sta attaccando una popolazione inerme, civili e bambini in primis. Tutti gli accordi che sono stati sottoscritti negli anni non hanno portato a una soluzione. Il governo israeliano non ha interesse a una pace giusta con due stati e due popoli che possano vivere con dignità”.  I sindacati autonomi hanno rivolto un appello alla Federazione Mondiale dei Sindacati.

José Nivoi: “Chiediamo a tutti i porti del Mediterraneo di partecipare, di prendere posizione contro le guerre. Ad oggi hanno aderito i portuali greci e turchi, gli spagnoli stanno prendendo iniziative autonome. La nostra lotta è iniziata nel 2019, contro il transito di armi per l’Arabia Saudita in guerra contro lo Yemen. Manifestiamo contro tutta l’economia delle armi, contro le lobby delle armi che decidono quando far scoppiare le guerre e quanto farle durare”.

Da vari anni io sono in relazione con i portuali del CALP, dal tempo della loro prima assemblea a Livorno. Ero andata.  Ne conservo il manifesto: “Assemblea Pubblica presso Sala della Fortezza, Livorno. Porti chiusi alle armi. I lavoratori portuali non vogliono essere complici dei massacri delle guerre”.

Da quell’incontro ad oggi ci siamo trovati in varie occasioni di mobilitazione,  a Genova, a Roma,   e la nostra amicizia è diventata sempre più salda. Il 10 novembre, via via che ognuno di loro vedeva presente al presidio la comunista genovese vecchietta in arrivo da Milano, appoggiata al suo bastone,  il saluto, gli abbracci erano così affettuosi che io li porterò dentro di me, un bene che ho ricevuto per sempre. Uno di loro mi ha detto, serio: “vieni a Genova”.

A Milano, la mia gratitudine. A Genova, la mia passione.

Nel corso del presidio mi sono rivolta con le mie domande ai numerosi giovani presenti, ragazze, ragazzi, con vivo interesse, ho ascoltato le loro risposte. Giovani in arrivo al porto di Genova da varie provenienze nel Paese. Tante volte parliamo di un distacco fra l’età degli anziani, dei vecchi, fra il loro passato, e il presente dei giovani, il futuro a cui vanno incontro. L’esperienza dei miei incontri con i giovani vorrei continuarla e raccontarla. Un’altra volta.

Questa volta ho scritto il mio racconto come era il mio compito, con diligenza, ma anche con il forte senso di angoscia che proviamo in questi giorni: la guerra grande nel mondo, la guerra di Filippo Turetta, in cui Giulia ha perso la vita, la guerra in cui perdono la vita tante donne per mano di uomini. Un lungo cammino da fare, per cambiare i pensieri, il cuore, le esperienze. Le parole. Le relazioni.

In data 11 novembre 2023 La Repubblica, Cronaca di Genova, ha dato notizia della lotta dei portuali su tre colonne. Il Secolo XIX e Il Corriere della Sera, Cronaca di Genova non ne hanno dato notizia..dato notizia.

cc

A chi volesse avvicinarsi al mondo dei portuali genovesi segnalo un vecchio libro: Paride Batini, L’occasionale. Storia di un porto e della sua gente. Con un saggio di Umberto Silva, Marietti ed. 1991.

Poi, Arcipelago Milano! È anche possibile andarci, al porto, a incontrarli, quelli del CALP. Nella sede del loro club la cucina della mensa è ottima, il costo molto contenuto.

Franca Caffa

(1) Silvia Pesaro, sociologa, scrittrice, gestisce la casa editrice indipendente Tuss. Attiva a Genova con Paccottiglia, la bottega di oggetti portatori di storie, nel Centro Storico. La paccottiglia è il pacchetto che il marinaio può portare a bordo con gli oggetti che ha comprato a terra, i regali per quando sbarcherà.

 



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  1. Maria FinziUn ringraziamento sentito a Franca Caffa per l'impegno appassionato a favore della verità su quanto sta accadendo in Palestina e per le importanti notizie dalle lotte dei portuali di Genova contro le guerre e il mercato delle armi.
    22 novembre 2023 • 09:48Rispondi
  2. Targetti UgoFranca Caffa sostiene il boicottaggio dell'invio di armi ad Israele ma non si chiede come boicottare la fornitura di missili ad Hamas e ad Hezbollah che queste organizzazioni terroristiche da molto tempo lanciano indiscriminatamente sui civili in Israele.
    26 novembre 2023 • 17:30Rispondi
  3. Gianluca GennaiC'è da chiedersi perché queste mobilitazioni siano cosi forti solo in alcuni casi e non in tutti i casi (ad esempio sui carichi e scarichi di armi per altre guerre, per altre mille destinazioni di guerre dimenticate).L'idea di protestare in modo cosi forte su questa guerra, pur maledetta come tutte le guerre, trasuda un ideologia politica che riporta la lancetta del tempo politico agli anni 70. Ci vedo tanta nostalgia e la voglia di dire qualcosa di sinistra.
    3 dicembre 2023 • 12:21Rispondi
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