7 novembre 2023

PALESTINA MIA

Una delle voci di oggi


Copia di Copia di Copia di rification (10)

 

Nella Scuola Elementare Pier Maria Canevari, a Genova, San Martino d’Albaro, Giorgio Caproni ha frequentato la 5a elementare. In una sua poesia ne parla. Anch’io ho frequentato quella scuola.

La lezione sulle leggi razziali, quella mattina, in quella scuola,  anno scolastico 1938-39, IV elementare, io la ricordo bene.  Ricordo l’aula, la disposizione dei banchi. Il mio banco era nella prima riga di banchi di fronte alla cattedra, in prima fila. La nostra maestra camminava fra i banchi e parlava.

Era un modo insolito, il suo, quella mattina.  Le altre mattine lei stava sempre seduta alla cattedra. Era una madre di famiglia, la nostra maestra, di media età. Veniva dalla provincia piemontese, era molto devota della fede cattolica. Io una mattina avevo colto un suo discorso con la madre di una compagna di scuola.

Parlavano dei genitori di un’altra compagna, che non andavano d’accordo, che litigavano. La maestra aveva chiesto: “Ma, sono andati a parlare con il parroco?”. Questa domanda mi aveva colpita per la sua stranezza.  La nostra maestra pensava che in una famiglia di operai genovesi, il padre, la madre, in relazioni di aperta discordia, potessero pensare di rivolgersi al parroco.

Io capivo che questo pensiero era lontano dalla realtà, perché sapevo che il parroco nella sua parrocchia era lontano dal mondo delle famiglie di operai come le conoscevo io. Battesimo, prima comunione, cresima, sposalizio, funerale, soltanto per queste cerimonie nelle famiglie di operai succedeva che qualcuno si rivolgesse al parroco. Inoltre a Natale il prete e due chierichetti entravano nelle case per la benedizione.

Il fatto è che i foresti, quando nominano San Martino d’Albaro, pensano soltanto all’ospedale di San Martino, ma si tratta invece di una vasta zona, che a quei tempi era divisa fra le aree dei sottoproletari, dei proletari, sotto, in basso, e le aree del ceto medio, che si raggiungevano percorrendo una stradina in salita, o  salendo per una scalinata di 130 scalini e poi attraversando una lunga creusa, in piano, in salita, in discesa, fino allo sbocco su uno stradone,   verso l’alto.

Nella scuola elementare alla Sezione A venivano iscritti alunne e alunni, in classi separate, di famiglie nella quasi totalità benestanti. Io ero iscritta alla sezione B.

La maestra quella mattina aveva ottemperato al compito di spiegarci le leggi razziali senza mai pronunciare la parola “ebreo”. Ci aveva detto: quando dovete compilare un modulo, alla domanda “razza” dovete rispondere: “razza ariana”. Io non avevo capito. Poi, ebrei non ne conoscevo. Non sapevo che cosa volesse dire “ebreo”. Non sapevo che cosa volesse dire “ghetto”. Una condizione tutta diversa da quella di Giorgio Forti, ad esempio, che nel 1938 era stato espulso dalla scuola elementare dello Stato italiano ed era stato accompagnato da suo padre in Francia, insieme con il fratello, per avere la possibilità di frequentare una scuola elementare francese.

Degli ebrei, ho saputo dopo l’aprile 1945 e da allora per me “ebrei” ha significato a lungo lo sterminio degli ebrei ad opera dei nazisti e dei fascisti, e anche un mondo di uomini giusti per sempre, il mondo degli ebrei, a cui ora rendevamo giustizia per lo sterminio sofferto, eleggendoli a maestri di umanità, per sempre. Fortini, ebreo, ci ha parlato del tempo di questa illusione? Oggi è tempo di leggere o di rileggere Fortini?

Scrivo consapevole di essere solo in grado di balbettare. Provo a scrivere di questioni più grandi di me. Nello stesso tempo so che cercare di essere dalla parte di chi subisce ingiustizia contro chi la compie o la sostiene, dà senso alla mia vita. Non dimentico che ogni particolare imposizione di ingiustizia fa capo all’ingiustizia della società divisa in classi, fra sfruttatori e sfruttati, oppressori e oppressi, che la lotta contro la disumanizzazione dell’umanità è lotta perché abbia termine il tempo dell’uomo strumento per l’uomo. Che l’uomo sia lo scopo dell’uomo: verso questo tempo nuovo, Mao ci ha insegnato qualcosa, nel suo modo, ci ha detto: per il tempo della celeste armonia dobbiamo ancora camminare per diecimila anni.

Sabato 14 ottobre 2023 ho partecipato alla manifestazione dei Palestinesi. Mi sono mossa con largo anticipo, camminando a passettini, con il bastone, verso la metropolitana. Sono arrivata in Piazza Duca d’Aosta  appena in tempo per l’avvio del corteo. Mi hanno notata, con la kefiah sulle spalle, una vecchietta, mi hanno issata sul furgone aperto  che apriva il corteo, mi hanno offerto una sedia nello spazio del cassone su cui stavano donne e uomini palestinesi, dirigenti, con il microfono in mano.

Dalla strada mi guardavano, le palestinesi, i palestinesi, di tutte le età, con sguardi di una certa sorpresa, prima, e poi con cenni di intesa, di saluto, di accoglienza fra di loro. Nel corteo, senza una pausa, il grido per Gaza, le notizie sul bombardamento per la distruzione di Gaza, le modalità della guerra di annientamento che Israele ha annunciato contro due milioni di Palestinesi, per la metà bambini.  I Palestinesi, considerati subumani in conseguenza  dell’attacco di Hamas, condotto con modalità che Israele da decenni e decenni adotta nei confronti dei Palestinesi. Senza una pausa, il grido dei Palestinesi per la liberazione della Palestina

“Palestina, terra mia”, un grido combattente e commovente, ripetuto, ripetuto.

“Israele criminale, Israele fascista, Stato terrorista”.

L’accusa all’Occidente: “Un mondo che ha scritto la Carta dei diritti umani, la Carta dei diritti dei bambini, ignora i diritti dei Palestinesi, ignora i diritti dei bambini palestinesi”. L’accusa è ripetuta, scritta su   cartelli: “The only kids the NATO cares are kids of colonizers. Free Palestine”.

“I morti palestinesi sono morti di serie B”.

Dalla cabina del furgone si dà lettura i un messaggio di Luisa Morgantini: “E’ necessario uscire dalla spirale della violenza, della vendetta”.

Un cartello: “Restiamo umani, anche quando l’umanità pare si perda. Vittorio Arrigoni”.

L’accusa al sindaco Sala, che ha esposto la sola bandiera di Israele, non anche quella della Palestina.

L’appello al governo italiano, che assuma una posizione per la pace, perché Israele faccia passi indietro

“A State built on the ashes of the Holocaust is now committing Holocaust against Palestinians in Gaza”.

“A Gaza, bambini soli, che hanno perduto i genitori, il mondo li abbandona, li ignora”.

Improvvisamente, si leva il canto di Bella Ciao. Anch’io, ora, levo la mia debole voce e canto con i Palestinesi.

“Non ci arrenderemo mai”.

“Ora e sempre Resistenza”.

Infine, questo grido, questa domanda: “Dove sono i diritti dei Palestinesi?”.

Da tempo, sulla questione della guerra e della pace io mi esprimo richiamando il verso di Orazio, Bella matribus detestata, Le guerre sono detestate dalle madri, Odi 1, 1, 24.

E’ tempo che noi madri non ci limitiamo a detestare le guerre, che facciamo quanto è possibile fare, ogni giorno,  per impedirle? E’ tempo che non ci arrendiamo alla disumanità della guerra, che ogni giorno costruiamo coscienza e lotta per la pace con giustizia?

Per la pace con giustizia,  oggi ripetiamo un grido, una domanda: “Dove sono i diritti dei Palestinesi”?

Dall’1 all’8 settembre 2022 ho partecipato al Pellegrinaggio in Terra Santa organizzato dall’Arcidiocesi di Genova e presieduto da Mons. Marco Tasca, arcivescovo di Genova. Ho visto gli insediamenti dei coloni in terra di Palestina, ho visto i muri, nello Stato di Israele ho respirato un’atmosfera di dominio feroce.

“Ma di tutto bisogna scorgere la fine, dove una cosa vada a terminare. Perché certo molti ai quali Egli aveva fatto intravvedere la felicità, sconvolse un dio dalle radici.“ Erodoto, Storie, 1, 3, 29

Franca Caffa

 



Condividi

Iscriviti alla newsletter!

Per ricevere in anteprima sulla tua e-mail gli articoli di ArcipelagoMilano





Confermo di aver letto la Privacy Policy e acconsento al trattamento dei miei dati personali


  1. VanceGentile Sig.ra Franca, invece non l'abbiamo vista alle manifestazioni milanesi che chiedevano il rilascio delle oltre 200 persone prese in ostaggio, tra cui donne, bambini e anziani, a seguito di un attacco terroristico che ha visto uccisi migliaia di civili con modalità inenarrabili. Non l'abbiamo vista perché Lei ha scelto di stare dall'altra parte. La sua lettera, dal contenuto distorsivo e pieno di omissioni, è un inno al linguaggio d'odio che fa interamente propria la posizione di chi vuole uno stato palestinese judenfrei che va “dal fiume al mare”. Spiace per tutti voi, questa volta non ci faremo annientare. «Allora così parlò l’invitto capitano Orazio, Della porta custode: «A morte ogni uomo su questa terra è sacro; e presto o tardi ella giunge: e allora come Un uomo può meglio morire, che affrontando impavido rischi fatali Per le ceneri dei padri, e per i templi degli Dei immortali»
    8 novembre 2023 • 11:16Rispondi
  2. antonelloNon è questo il mondo che vorrei! Viva gli oppressi. Free Palestina. (nessuno si permetta di darmi dell'antisemita, tra gli Ebrei ci sono alcune delle persone che amo di più)
    8 novembre 2023 • 14:54Rispondi
  3. AnitaGrazie a Franca Caffa per la sua costante scelta etica. Il suo( come il mio) sostegno ai Palestinesi è , ovviamente, la scelta di stare SEMPRE dalla parte degli oppressi. E da 75 anni, in Medio Oriente, gli oppressi sono i Palestinesi -cacciati a migliaia dalle loro case- a cui, lentamente, è stata rubata la terra, gli ulivi, l'acqua, le strade. Migliaia e migliaia di case costruite dai coloni sui territori palestinesi in Cisgiordania ( per gli smemorati: vedere le interviste della Mannocchi a Propaganda Live) E il kilometrico muro che spezzetta e isola i paesi e villaggi? E le strade su cui possono viaggiare SOLO gli Israeliani? E le ore di attesa ai chek point? E i documenti dell'ONU che denunciano l'apartheid? ( da Wikipedia = "politica di segregazione razziale") E le dichiarzioni del segretario generale dell'ONU? L'attacco micidiale di Hamas ha provocato morti e dolore. Ma , secondo tutti i codici di guerra internazionali, le conseguenze di atti terroristici non possono essere lo sterminio indiscriminato di un popolo.( Le stragi mafiose in Sicilia, che sono costate centinaia di morti, avrebbero concesso il bombardamento della Sicilia per stanare i mafiosi che si nascondono tra i siciliani?) La pace, la convivenza, si costruiscono con la giustizia. E noi vogliamo essere " Costruttori e costruttrici di Pace"
    9 novembre 2023 • 11:35Rispondi
  4. Franca CAFFA - Milanofranca caffa. ah, quasi quasi dimenticavo. In verità, ho un'incertezza: parto per Genova oggi, giovedì 9 novembre 2023, o domattina presto, venerdì 10 novembre 2023? Deciderò in tempo e andrò, camminando a passettini. Il 10 novembre 2023, inshallah, sarò a Genova, in porto, al varco San Benigno, in risposta all'appello del C.A.L.P., COLLETTIVO AUTONOMO LAVORATORI PORTUALI, che si mobilita per bloccare le armi in transito verso Israele. Poi vi racconto.
    9 novembre 2023 • 12:04Rispondi
  5. Targetti UgoNon una parola per i 1.400 ebrei israeliani uccisi in modo brutale da Hamas, bambini, donne, anziani e uomini, tutti civili. Non una parola per gli oltre 200 ostaggi ebrei israeliani, bambini, donne e anziani, sequestrati e tenuti da un mese nei bunker. Molti di loro probabilmente sarebbero stati favorevoli alla formazione dello Stato palestinese perché i Kibbutzim, primi esponenti del Sionismo socialista, sono generalmente favorevoli alla sinistra israeliana che ha sempre sostenuto il progetto di Rabin di due popoli e due stati. Quando la sinistra, almeno una parte, perde il lume della ragione succede che manifesti insieme ad Hamas, organizzazione terroristica, islamista, di estrema destra che propugna l’uccisione degli ebrei in quanto ebrei (leggere lo statuto di Hamas), ovvero neonazista; prima nemica del popolo palestinese che usa come scudo umano. Hamas non vuole uno stato palestinese ma martiri palestinesi per fomentare le masse arabe e distruggere Israele; vuole l’islamizzazione della regione, d’accordo con gli Ayatollah iraniani che uccidono le donne che non portano bene il velo. Sfilare a fianco di Hamas (in alcune manifestazioni c’erano anche le bandiere dell’Isis) è come sfilare insieme a Casa Pound o Afd. Le basi militari di Hamas a Gaza vanno distrutte per la sicurezza di Israele e per il futuro della Palestina. Come fare senza colpire i civili palestinesi non lo so. Oggi bisogna fermare i bombardamenti, una tregua per mettere i civili al sicuro sempre che Hamas lo permetta. Dove deve stare la sinistra? Con il popolo palestinese che vuole il suo stato e con i progressisti israeliani che combattono contro la destra di Netanyahu che da anni si oppone al progetto dei due stati. Con l’America di Biden che difende Israele ma vuole uno stato per i Palestinesi; con i paesi democratici che difendono Israele unica democrazie della regione e difendono la libertà di pensiero, di religione e i diritti umani. Contro la destra di Netanyahu che non vuole lo stato palestinese ed è responsabile dell’occupazione della Cisgiordania. Contro l’America di Trump che ha sostenuto il progetto politico della destra israeliana. Contro chi attacca i paesi democratici accusandoli di colonialismo ma pensando a nuovi imperi autocratici e teocratici. Se si usa la ragione c’è ancora una strada per il progresso umano.
    9 novembre 2023 • 13:24Rispondi
    • Pietro VismaraGiusto. E allora perché non ricordare i migliaia di morti palestinesi ogni anno, nella sostanziale indifferenza dell'Occidente? E la caccia all'arabo fatta dai coloni israeliani, veri e propri pogrom che restano impuniti? Come pensare che un popolo possa tollerare simile vessazioni senza reagire, se pur in forme estreme, orrende e imperdonabili? Lo diceva Machiavelli: i nemici, o li uccidi o ti metti d'accordo. Se li ferisci e basta, prima o poi si vendicheranno. E quindi gli israeliani, o uccidono tutti i palestinesi (cosa che d'altra parte sembra essere nella mente degli attuali governanti) o si mettono d'accordo. Tenerli in un ghetto, distruggergli le case, rubargli la terra... vuoi che prima o poi non spunti una testa calda impazzita? Ma di chi è la responsabilità?
      10 novembre 2023 • 09:31
  6. Cesare MocchiIl problema è che è proprio la formazione dello stato di Israele che è viziata da un errore di fondo: lo slogan sionista "un popolo senza terra, una terra senza popolo" ignorava infatti il fatto evidente che in quella terra un popolo c'era, quello palestinese. Che negli intenti originari dei fondatori (presente anche nello slogan sbagliato dei "due popoli, due stati") evidentemente andava allontanato, con le buone o con le cattive (più con le seconde, peraltro), che è quello che stanno facendo dal 1948 in avanti, sotto gli occhi del mondo, peraltro. Questo è colonialismo, è apartheid. Così si comportavano gli antichi romani o, in tempi moderni, i dittatori. Nel profondo, è inaccettabile che una democrazia si comporti così, e questo rende comprensibile (anche se non giustificabile) la vicinanza con gli estremisti esasperati (lo diceva anche Andreotti peraltro, che certo estremista non era: se fossi un palestinese, sarei un terrorista). E questo detto con tutto l' affetto possibile per il popolo ebreo. Bisogna quindi riarrotolare all' indietro la catena degli errori e capire dove si è sbagliato, per un nuovo (anche se difficilissimo) inizio, che non può non essere quello della convivenza fra i due popoli
    10 novembre 2023 • 09:00Rispondi
  7. eduardo SzegoMi rivolgo direttamente alla Redazione perchè rifiuto di rivolgermi alla Caffa, seppur per interposto Arcipelagomilano. Confesso che ho avuto un momento di dubbio su me stesso, della mia capacità di capire un brano appena letto, parlo dell'articolo della Fracca Caffa; sono tornato a leggerlo nel dubbio mi fosse sfuggita qualche "affermazione per assurdo" di quelle che si utilizzano per evidenziare esattamente il contrario di ciò che appare a una prima lettura, o ancora qualche metafora, o altro che mi facesse comprendere le ragioni della pubblicazione di una simile inaccettabile requisitoria pro palestinesi in un giornale avveduto, razionale, propenso al giusto, all'onesto e all'altruismo, tutto ciò che manca all'islamico, assolutista per natura ed educazione sua, con quasi nessun rispetto per la vita del prossimo. E questa non vuol essere un'affermazione razzista, ma solo una constatazione e la constatazione di per sè non è razzista, lo diventa quando in suo nome si prendessero provvedimenti discriminatori. Il cervello della suddetta Caffa non è stato nemmeno per un attimo sfiorato da una riflessioncina sulla natura dell'attacco di Hamas a Israele, documentato dagli stessi terroristi salvo poi rinnegare l'evidenza con la bugia lampante tipica anch'essa della natura dell'islamico. E in questo caso la bugia rinnegante aveva lo scopo di sostenere che la reazione israeliana era ed è sproporzionata rispetto all'evento subito. La Caffa e accoliti vogliono credere e farci credere che i terroristi di Hamas sono piombati in Israele con i guanti bianchi invitando gentilmente 220 ostaggi a seguirli a Gaza, e che l'altro migliaio di israeliani è morto per un attacco acuto di raffreddore, e gli 80 bambini decapitati perché caduti accidentalmente su lame lasciate da qualcuno in strada. Ma per favore, neppure il più obnubilato trinariciuto, in odio perenne per gli USA perchè aiutano Israele, arriverebbe a tanta mistificazione della realtà! > Tutti noi, non fanatici e che certo mai indosseremmo una kefiah, aborriamo la guerra che è la negazione e l'offesa di quella splendida opera del creato che è l'uomo, ma sappiamo quanti ancora oggi non la pensano così, al contrario ci sono guerre in tantissime parti del mondo (divertitevi a verificare in quante di queste guerre sono coinvolti arabi/islamici) più spesso per motivi materialistici e non di giustizia. La seconda guerra mondiale si può annoverare tra le guerre di difesa, in quel caso dal nazi-fascismo, e quindi giustificate, e anche in quella morirono tantissimi civili sotto i bombardamenti a tappeto, ma ciò mai ci indusse a condannare i nostri liberatori perchè sapevamo che quello era il triste prezzo da pagare per essere liberati dal nazi fascismo. > Infine troppi, grandi e innominabili interessi si celano dietro la questione palestinese che finchè rimane irrisolta è una gallina dalle uova d'oro per i delinquenti di Hamas e loro accoliti che sfruttano la situazione perchè tanto più resta tale , tanti più petrodollari ricevono i suoi capi dai paesi autoritari arabi che, anch'essi, hanno tutto l'interesse a mantenere quel focolaio acceso, per distogliere l'attenzione sui loro tirannici regni !
    12 novembre 2023 • 17:25Rispondi
    • Pietro VismaraAgli islamici però (come li chiama lei) settantacinque anni fa sono state portate via le terre, la patria, le speranze di vita per il futuro, una vita dignitosa: non si chiede mai come mai adesso siano fuori di sé? Suvvia...
      19 novembre 2023 • 21:29
    • Pietro Vismaraovviamente (non lo avevo precisato) non si tratta di "islamici", ma di palestinesi (ci sono anche palestinesi cattolici, o laici, o altro)
      22 novembre 2023 • 10:27
Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. Tutti i campi sono obbligatori.

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.


Sullo stesso tema





21 gennaio 2020

BREXIT, BORSA ITALIANA E SOVRANITÀ

Benito Boschetto



28 giugno 2019

VECCHI VIZIOSI PERCHÈ LIBERI (FINALMENTE)

James Douglas Hansen


Ultimi commenti