6 ottobre 2020

L’IMBARAZZANTE NODO CHE SALA NON SCIOGLIE

Una città in bilico


Del problema della rielezione del Sindaco ne ho già parlato in due editoriali, il 25 agosto e il 15 settembre scorsi, e quello che scrivo è una sorta di continuazione e lo faccio dopo il post su Facebook dello stesso sindaco del 30 settembre nel quale rilancia l’iniziativa di consultazione della città a partire dal prossimo 12 ottobre e che riporto in calce(*).

editoriale

Mi ero aspettato che prima dell’avvio di questa operazione il Sindaco sciogliesse il nodo della sua ricandidatura ma non lo ha fatto anzi, a quanto scrive Zita Dazzi su Repubblica Milano l’1 ottobre, a conclusione di questa operazione, prevista per il 7 di novembre: ”Poi si saprà se correrà per la poltrona di primo cittadino”.

Non so se questa affermazione che non compare nel post di Sala sia un pensiero di Dazzi ma temo che corrisponda alle intenzioni del sindaco visto che la Repubblica Milano ne è una sorta di portavoce.

Questo rinvio a dopo la consultazione della città penso sia imbarazzante per i partecipanti ai tavoli e alle consultazioni, ma anche per la città, perché il sindaco ha tutto il diritto di fare una consultazione non a titolo puramente accademico ma proponendosi in sostanza come “esecutore” di una sorta di volontà popolare che ne emergerà: e se rinunciasse alla ricandidatura?

Se rinunciasse alla candidatura il tutto si risolverebbe in un inutile sceneggiata di chi fa solo un’operazione di immagine personale.

Quest’operazione non lascia perplesso solo me, basta leggere i moltissimi commenti al post del sindaco.

Desta anche una certa sorpresa che il PD milanese, il partito di maggioranza relativa in Consiglio Comunale, non batta ciglio e non sia lui a chiedere di fare chiarezza su una questione così importante, questione che apparentemente lascia tranquillo il PD anche se le voci su presunte nuove candidature potenziali circolano con sempre maggior insistenza, al suo interno e in città.

Una nuova candidatura non si costruisce troppo a ridosso della scadenza elettorale e, come tutti abbiamo capito, anche fare nomi troppo presto qualche volta vuol dire bruciarli, tuttavia ci vuole tempo per lanciarla.

Si cercherà un candidato di continuità? Che possa utilizzare il lavoro di consultazione, una sorta di cappotto per tutte le stagioni, fatto da Sala volato altrove?

Un cappotto che probabilmente il PD farà suo con questo dimostrando l’incapacità di una visione politica autonoma ma anche lui affidandosi a “consulenti” o personaggi esterni? Dov’è il dibattito politico? Quello delle idee? Esiste ancora?

Prima di aggiungere qualcosa oltre a quello che ho detto nei miei editoriali precedenti a proposito dell’operazione varata dal Sindaco, voglio parlare della ricerca fatta dal Consiglio Comunale presentata alla fine del mese scorso dal titolo “Milano 2046. Dal laboratorio alla città, dalla ricerca al confronto pubblico: I risultati della ricerca Delphi sul futuro di Milano”. Una ricerca avviata nel 2018 e giunta a conclusione nel settembre di quest’anno.

La ricerca è stata fatta secondo il cosiddetto metodo Delphi e ha coinvolto 235 persone riunite secondo un criterio di competenza e di autorevolezza, a cominciare dagli ex sindaci di Milano, col grande vantaggio che i partecipanti non rappresentavano interessi ma solo se stessi e una visione del bene comune.

Un lavoro prezioso che va letto e che il Presidente del Consiglio Comunale, Lamberto Bertolè il principale animatore, ha presentato dichiarando che questa ricerca è stata condotta tutta prima dell’arrivo del Covid-19 e quindi non tiene conto degli effetti di quest’ultimo.

Allora invece di varare una nuova consultazione perché non procedere ad un “aggiornamento” di questa ricerca, così già ben strutturata e chiedere un nuovo giro aggiornato di pareri alle 235 persone che sul futuro di Milano hanno lavorato per due anni?

La ragione c’è: a Sindaco e Giunta di quel che fa il Consiglio Comunale si interessa poco, e lo si vede spesso e questo è il risultato delle sciagurate riforme dell’amministrazione locale volute da Franco Bassanini, più volte ministro e sottosegretario, deputato e senatore, il devastatore delle amministrazioni locali che con una sua legge istituì l’elezione diretta del sindaco e di una Giunta Comunale fatta di assessori direttamente da lui delegati.

Lo fece allora in nome della “stabilità” delle Giunte, troppo spesso vacillanti, senza bilanciamento dei poteri: dalla instabilità alla cattiva politica.

La riforma Bassanini tolse quasi tutti i poteri al Consiglio Comunale e li consegnò al sindaco che oltre a tenere sotto scacco la Giunta con il ritiro delle deleghe, tiene sotto scacco l’intero Consiglio Comunale: se si dimettesse tutti a casa e nuove elezioni.

Rimpiango i vecchi tempi quando i cittadini eleggevano il Consiglio Comunale e questi nominava sindaco e assessori: oggi ci saremmo evitati questo balletto delle ri-candidature e gli eletti in Consiglio dai cittadini avrebbero un potere reale consono alla delega da loro ricevuta.

Dunque perché mai scegliere la via di una consultazione ex novo? Per avere una visibilità che serva comunque a far carriera sia nel pubblico che nel privato?

Torniamo alla struttura della consultazione di Sala. Si parla di 7 tavoli per sette temi ma ne manca uno essenziale: il tavolino a tre gambe di un medium che interroghi il Covid e gli chieda quando si leverà di mezzo.

Questa è la vera domanda alla quale non si sa rispondere: tra un anno? Due, forse molto di più? Se ne parla quotidianamente e le avvisaglie non sono rassicuranti.

Una questione fondamentale perché, se quantomeno non ci si dà anche solo accademicamente un orizzonte temporale, è impossibile suggerire idee o strategie come vorrebbe il Sindaco.

La durata del Covid-19 è determinante visto che più rimane tra di noi, con la conseguente modifica dei nostri comportamenti, e più quei comportamenti diverranno definitivi, strutturali, con tutto quello che ne consegue.

Il primo sintomo l’abbiamo avuto con la questione del lavoro da remoto che in ogni caso non scomparirà ma che, per quello che resterà, ripropone la questione del trasporto pubblico, dell’edilizia destinata al lavoro d’ufficio, per i servizi di ristorazione, per il commercio e per molto altro ancora.

Cosa si sa sino ad ora? Quello che i ricercatori di tutto il mondo stanno facendo per rispondere a una prima domanda: la reazione della gente alle nuove condizioni di vita durante la pandemia.

È il quadro restituito dall’indagine “L’Italia ai tempi del Covid-19”, condotta dai ricercatori Iassc (Institute for advanced study of social change), l’osservatorio permanente sul mutamento sociale del dipartimento di Sociologia e ricerca sociale dell’Università di Milano-Bicocca.

Ne anticipa i contenuti un suo comunicato stampa (28.09.20) del quale riporto un passaggio molto interessante: ”Aumentano i casi di insonnia, se il 54,1 per cento del campione confessa difficoltà ad addormentarsi (40 per cento un po’, 14,1 molto), quando prima dell’emergenza era appena il 35,6 per cento (29,5 e 6,1). Per quanto riguarda invece le dipendenze, un italiano su cinque (il 20,8 per cento) ha iniziato o ricominciato a fumare o fuma più di prima, anche se il 15,2 per cento lo fa di meno. Tendenza opposta in ambito di consumo alcolici: è diminuito per un quinto del campione (19,4 per cento), aumentato per circa un decimo (11 per cento).

In ambito lavorativo, i punti critici segnalati sono l’aumento dell’intensità del lavoro (per il 28 per cento del campione, seppure per un terzo dei rispondenti l’intensità sia diminuita), dei rischi per la salute (39,8 per cento degli intervistati) e del conflitto percepito tra impegni professionali e famigliari (per un italiano su quattro, il 27,6 per cento del totale). Reddito e stipendio, poi, sono in flessione per il 34,9 per cento degli intervistati. Per circa un terzo degli italiani, la qualità del lavoro è così peggiorata, soprattutto per chi è in possesso di un titolo di studio universitario.”.

Cercare fin da adesso lo scenario di una nuova normalità e attrezzarsi per gestirla è quantomeno prematuro: oggi posiamo limitarci a mettere qualche cerotto qua e là e rimediare ai guasti passati di sempre, a farlo non si sbaglia mai.

Sciogliere nodi inutili, anche questo farebbe bene.

Luca Beltrami Gadola

*

Qualche settimana fa avevo lanciato l’idea di chiedere alla città, in considerazione delle lezioni che la crisi del Covid sta dando a noi e a tutto il mondo, di impegnarsi direttamente in una profonda riflessione sul futuro di Milano. La città ha risposto immediatamente e le migliori espressioni del mondo della ricerca, dell’università, delle imprese e del terzo settore hanno espresso la consueta vitalità con cui Milano interpreta le sue prospettive. Nasce così un’iniziativa che parte dal 12 ottobre, coinvolge tutte le componenti della città e si articola su sette temi.

I sette temi rappresentano le sfide a cui Milano intende rispondere in modo articolato ed efficace per disegnare il suo nuovo futuro: La metropoli dei quartieri, In transizione ambientale, Una città in salute, Smart&working, Il bisogno di Milano, Nascere, crescere e vivere a Milano, Una città che crea, sa e forma

I lavori si articoleranno in momenti distinti. Inizieranno con la creazione di un tavolo di lavoro per ogni tema composto da esperti delle materie provenienti da realtà pubbliche e private. A questi tavoli, ospitati nelle sedi di alcune delle più prestigiose istituzioni della città scelte per la loro competenza nelle materie in questione, si discuterà, a porte chiuse, dei temi per elaborarne i principali contenuti.

I risultati di questi lavori saranno presentati poi in sette giornate diverse, ognuna dedicata a un singolo tema.

Queste giornate, a loro volta ospitate nelle diverse sedi del Piccolo Teatro e trasmesse on line, vedranno la presentazione di ogni tema e la loro discussione da parte di rappresentanti dei saperi, degli interessi e delle rappresentanze di tutta la città.

Il risultato di questi confronti sarà patrimonio collettivo di tutta Milano e dei suoi interessi.

Infine è mia intenzione, successivamente, organizzare una serie di dialoghi (anch’essi trasmessi on line) durante i quali mi confronterò con personalità del mondo della politica, della conoscenza e della creatività per raccogliere le loro idee e i loro spunti sul futuro di Milano. L’obiettivo è chiudere il tutto per il 7 novembre.



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  1. DanieleIl Signor Sindaco, promuove un sondaggio per valutare il suo gradimento pertanto fa un'operazione di insicurezza e praticamente si specchia per aggiustarsi la cravatta prima di uscire, anche se io reputo he a questo punto un Sindaco vale l'altro, si sono ormai persi tutti i valori, la politica non è più tale, l'appartenenza è esclusivamente di bandiera e non di fede nell'ideale, nel sentire il dovere di realizzarlo, essere Sindaco ora è essere Ammnistratore di Condominio, un Grande Condominio, senza assemblee e senza conferma annuale ma quinquennale dell'operato, se valutiamo così non vi è alcun interesse, quindi uno vale l'altro, anche perchè visti i risultati nulla cambia, nel mio piccolo sottolineo un esempio che vale per quel che vale, sono cinque anni, che invio proteste, raccomandate e quant'altro per una causa anche minima, senza mai alcuna risposta, ma la cosa sorprendente che con questo Amministratore/Sindaco sono cinque e con i cinque precedenti quindi venticinque di anni, è stata la stessa cosa, ed il problema segnalato non è cosa minima o da poco, ma danneggia la popolazione, e non è nemmeno la colpa del Covid 19, che ora parrebbe la causa di tanti disagi, un abile paravento dell'immobilismo e del sottrarsi ai doveri anche minimi. Pertanto tempo perso, parole al vento e buona fortuna al prossimo, Sindaco.
    7 ottobre 2020 • 11:18Rispondi
  2. Ennio GalanteA DANIELE. QUAL'è IL PROBLEMA CHE LEI SOLLEVA E PER IL QUALE NON RICEVE RISPOSTA ? Se Lei lo dicesse in questo settimanale potremmo discuterne anche senza sindaco. AL DIRETTORE BELTRAMI GADOLA. G. Sala è un furbo maneggione che orienta la rotta secondo il vento dei "poteri". Per massimizzare il consenso pre-elettorale cerca di essere "acclamato" prima di ricandidarsi ! Immagino che i componenti dei tavoli siano yes-men scelti accuratamente. Dopodiche dirà: mi hanno chiesto di ricandidarmi! Per quanto mi riguarda, dopo averlo osservato per 4 anni, NON lo rivoterò. Sarebbe utile che Arcipelago facesse una seria analisi delle iniziative urbanistiche e del cemento versato con il suo beneplacito - esempio sciagurato i 90 ettari per edificare Expo2015 ed il successivo smontaggio della Statale in Città Sudi per portarla lì. per trasferirla sulla "piastra" ad ex-expo).
    7 ottobre 2020 • 13:06Rispondi
    • Danieleabito semplice, in via Tartaglia, prospiciente all'ingresso delle vetture ATM, costruito DOPO la costruzione dell'immobile in cui abito, dove fino alle ore 3 del mattino, entrano le famigerate sferraglianti vetture, che fanno tanto ambient per i turisti, ARPA, fatte le analisi attesta e stabilisce che i rumori sono aldisopra della tolleranza del più del doppio del consentito, pertanto i Signori Sindaco in testa, allertato, avvisato, con raccomandate, filmati, mail e quanto possibile, sempre nei confini della buona educazione, mai e poi mai visto. Piccola nota sono 25 anni che protesto, rasento il pericolo d'essere indicato come poco sano di mente, Ma questo è, per tre binari ammalorati su un fondo stradale dissestato, cosa Kafkiana ed anche deprimente per chi la vive, Poi Assessori e Sindaco e Dirigenti ATM si presentano come salvatori ed ignorano i salvati.
      7 ottobre 2020 • 19:22
  3. Cesare MocchiMa è normale (e bello) che questi misteriosi rappresentanti "prestigiosi" si radunino a porte chiuse per discutere, e solo dopo facciano sapere a noi poveri mortali l'esito delle loro elucubrazioni? Chi sono questi personaggi, si può sapere? E questo sarebbe un sindaco "di sinistra"? Ma per carità, perché non se ne va?
    7 ottobre 2020 • 14:16Rispondi
  4. renato garoffoloArrivederci e grazie Sig. Sala sono stati anni tremendi Milano sembra la città del 1950 piena di gru, è stato edificato nei cortili, sono stati alzati piani aggiuntivi alle case costruite nei primi del 900, (CITO UNA DELLE TANTE) in Piazza Baiamonti dove c'era un distributore di benzina assai puzzolente, 1500 cittadini hanno firmato una petizione per costruire un giardino, NO dice il Sindaco: "qui si farà una costruzione uguale a quella della Feltrinelli" grazie Sindaco lei potrà ascoltare tutti gli zerbini di questa città ma non ha idea dei voti che NON avrà, potrei elencarli quasi tutti, ma non lo farò. SARA' UNA SORPRESA.
    7 ottobre 2020 • 16:09Rispondi
  5. Alberto FerrariHo partecipato alle "Officine" di Pisapia e ai gruppi di Sala, tutti pre-elezioni e con risultati più o meno discutibili, salvo poi verificare che tutto è stato allegramente buttato via (anche se credo che siano state più scandalose le Officine di Pisapia, strumento sbandierato come permanente e invece immediatamente dimenticato). In conclusione esperienze abbastanza inutili che hanno aiutato alcuni a mettersi in mostra per avere incarichi poi una volta vinte le elezioni. Concordo sulle critiche di chi dice perchè le riunioni siano a porte chiuse: anzi sarebbe stato molto interessante poter seguire il dibattito degli “esperti” anche senza poter intervenire. La presentazione dei risultati è il “minimo sindacale”, ma pare che non ci sarà dibattito, nè recepimento di osservazioni o contributi nel merito (sarebbe invece importante che i documenti fossero a disposizione dei cittadini milanesi per un congruo tempo (15 gg?) prima della presentazione e che le osservazioni scritte fossero recepite e allegate ai documenti - una sorta di libro bianco delle riflessioni sul futuro di Milano). Giustissimo anche aggiornare la ricerca della Bicocca alla luce del COVID. Perchè no? e direi… perchè la Bicocca non lo fa comunque “sua sponte”? Quello che sta succedendo assomiglia tragicamente all’iniziativa degli “Stati generali” di Conte che insieme al Piano Colao hanno fatto una pessima fine. Salvo essere una passerella per chi l’ha voluta. E pare che Sala abbia preso rapidamente spunto… “Milano non si ferma?” La Giunta milanese in questi anni ha promosso la cosiddetta partecipazione facendo molte proposte di confronto e raccogliendo anche idee e suggerimenti, salvo poi salvare poche cose più o meno irrilevanti e facendo strame invece delle questioni più importanti (già citate) come (solo per es) l’operazione EXPO, le aree delle FFSS e il trasferimento delle facoltà da Città Studi a uso e beneficio del Politecnico (vedi anche dipartimento di Chimica). Stendiamo un velo pietoso sulla riforma Bassanini che ha rovinato quello che c’era di buono nella legge 142/90 liberando lo strapotere (ma lasciandolo irresponsabile) dei politici nella convinzione che la sinistra avrebbe governato senza contrasti le Amministrazioni locali (e invece sono state consegnate alle destre che hanno approfittato delle nuove norme –lo spoil system in primis- per far fuori tutta la struttura esistente a favore di funzionari anche incompetenti purchè fedeli) Concludo dicendo che –purtroppo da Pisapia in poi, con Sala che ha enfatizzato certi aspetti, ma comunque consenziente la Giunta e il PD- non solo certe eccellenze di Milano sono state disperse e mortificate (una per tutte il sistema dell’Educazione all’Infanzia), ma che mai come ora si sente l’Amministrazione lontana, mancando una rete di relazione semplice e non pomposa che affianchi i cittadini nelle questioni più concrete. Tra l’altro il Sindaco non è l’autorità sanitaria più vicina ai cittadini? Perché solo ora intervenire per le vaccinazioni? Perché non pretendere un tavolo con la Regione da mesi, forte anche della Città metropolitana? Perché non fare un rete di Sindaci, superando schieramenti e logiche di parte? Insomma spiace citare Albertini, ma manca anche un buon Amministratore di Condominio, non lo vuol fare nessuno né a livello locale né agli altri livelli (regionale e nazionale) e manca vera strategia e visione e si trascura anche la normale amministrazione e gestione (un po’ di umiltà e di banale buon senso non guasterebbe).
    7 ottobre 2020 • 18:51Rispondi
    • Pietro VismaraLe Officine di Pisapia, che occasione mancata...
      7 ottobre 2020 • 22:43
  6. renato garoffoloChiedere umiltà e buon senso a colui che ha esautorato il coniglio comunale, che ha fatto in modo che i cittadini non possono più assistere alle sedute dello stesso consiglio (causa covid), che non voleva scoprire le carte "segrete" per la questione ATM, che un consigliere sia stato costretto a rivolgersi alla magistratura, per poter adempiere alle funzioni di consigliere eletto dai cittadini per fare il proprio lavoro. Sul VIDEOCONSIGLIO ci sono tutti gli interventi dei consiglieri degli anni di gestione Sala, e precedenti, se avete voglia e tempo visionateli vi renderete conto, prendetevi la soddisfazione di partecipare alle commissioni, dove i cittadini possono intervenire, avrete l'occasione di sentire ciò che dicono gli amministratori delegati e i direttori generali delle QUARANTA partecipate del Comune di Milano (14000 sono i dipendenti delle partecipate). Poi l'ultimo coniglio che salta fuori dal cappello 7 TAVOLI SEGRETI . . .grazie ne ho avuto a sufficienza.
    7 ottobre 2020 • 22:00Rispondi
    • DanieleQuando un Consiglio di qualunque Società, Azienda, Associazione, predispone Tavoli Segreti, non essendo unaTrattoria del Quartiere, è semplicemente Massoneria, Quindi spiegato come e cosa è un Consiglio Comunale che giustifica con la "sicurezza pubblica" le decisioni sottobanco, Ora il Covid è la scusa ad ok, per comportamenti che da illeciti passano per leciti, Governo insegna.
      8 ottobre 2020 • 10:52
  7. silvanoConcordo con Ennio Galante, l'operazione voluta da Sala è solo d'immagine e che lui sia un "maneggione" della politica lo si era capito da tempo. Il fatto che abbia anteposto quei 7 tavoli alla dichiarazione se intenda o meno ricandidarsi è, a mio avviso, una precisa manifestazioni d'intenti. In pratica, lui vuole che le forze politiche che lo avevano appoggiato nel 2016 gli confermino l'appoggio a priori invocandone la ricandidatura. Quello che non riesco a capire è come abbia fatto il Csx ad arrivare a questo punto, a 7/8 mesi dalle elezioni comunali, senza aver preteso che Sala dichiarasse le sue intenzioni né aver individuato alcun candidato a lui alternativo.
    8 ottobre 2020 • 11:08Rispondi
  8. oscar castelliniMi sa che il sindaco Sala dopo lo "scherzetto" fattogli dalla magistratura qualche tempo fa su quanto successo a Expo si deve guardare bene in giro.Si sa gli amici.... ma poi si è autosospeso e questa forzatura non è piaciuta (ai soliti amici...). O Sala troverà una sua degna collocazione o è probabile che sia un uomo bruciato. Purtroppo il sindaco non rispecchia più una volontà popolare, ma un elemento politico messo al posto giusto, nel momento di maggiore bisogno. Una bandierina su una planimetria da mostrare. Quello che probabilmente cerca è un possibile consenso di un "loggione" sempre più frastornato.
    8 ottobre 2020 • 15:49Rispondi
  9. luigi caroliIl vero incompetente. Son cinquestelle di scarsa qualità? (Corriere odierno). Che cosa ha fatto lui per la città? Forse le lodi per fatal movida? Ora alle stelle si levano le grida.
    9 ottobre 2020 • 14:51Rispondi
    • Andrea VitaliQuella poi dei 5stelle incompetenti è la più grossa. Ma si rende conto Sala della quantità di stupidi errori di cui è cosparso il suo ridicolo PGT? (giusto per fare un esempio...)
      10 ottobre 2020 • 16:08
  10. Sergio Emilio Giovanni D'AgostiniFrancamente non capisco la deriva anti Sala di questa redazione, che mi sembra sempre più fatta di recriminazioni e dietrologie, e che peraltro riceve nei commenti ampi apprezzamenti che spesso rincarano le dosi della denigrazione. Non penso che questa Giunta abbia risolto o avviato a conclusione molti dei problemi della città e certo non tutti. Ma per il settore di cui mi occupo, quello delle politiche abitative, certo ha fatto meglio che in passato (e penso che ciò sia dovuto in gran parte alla competenza e alla tenacia dell'Assessore alla Casa, al quale desidero rivolgere un pensiero di gratitudine e incoraggiamento: la situazione che si è trovato a gestire è tale - come sapete - da scoraggiare chiunque...). Ma tremila alloggi comunali ristrutturati e assegnati nei 5 anni di mandato sono un risultato storico. Venendo alla tanto vituperata consultazione della città (fuori tempo, poco aperta e riservata ai soliti noti, che non tiene conto di altre iniziative....ma perchè?), oggi ho partecipato al primo incontro sulle problematiche abitative di FARE MILANO, e cioè "Abitare Milano. Come e dove vivremo nel prossimo decennio", gestito dal Centro Studi PIM e da Giordana Ferri, coordinatrice del tavolo Casa. Al di là del titolo dell'incontro, forse non felicissimo, gli interventi da parte di rappresentanti di diversi stakeholder sono stati di grande interesse e per certi versi di grande novità. I risultati, come quelli degli altri tavoli, saranno raccolti e messi a disposizione di tutti: "Il risultato di questi confronti sarà patrimonio collettivo di tutta Milano e dei suoi interessi." E altre occasioni di confronto seguiranno. E allora?
    12 ottobre 2020 • 21:22Rispondi
    • Luca Beltrami GadolaNon bisogna confondere le recriminazioni con le critiche, talvolta aspre all'operato di Sindaco e Giunta. Molto spesso, come in questo mio editoria, cerco di spingere Sala a far chiarezza: si ricandida o no? Anche nelle ultime comunicazioni lo steso sindaco dichiara che scioglierà il nodo solo dopo la consultazione che parte in questi giorni, Perché? Cosa c'entra con la sua candidatura: Dovrebbe spiegarlo. I suggerimenti che emergeranno dalla consultazione, come ho detto nel mio editoriale, o sono suggerimenti che non riguardano specificatamente il problema Covid o sono suggerimenti che dovrebbero tener conto di quanto tempo passerà prima che si possa dire che il Covid non esiste più o non è un problema che richieda particolare attenzione. Quando?
      13 ottobre 2020 • 10:12
    • Annalisa FerrarioBeato lei che viene invitato. Sulla questione abitativa purtroppo ho dati diversi: le domande di alloggio sociale inevase sono circa 20.000 (17.000 per il Comune perché mancava qualche dato burocratico tipo quello di non avere possesso di altre case nei paesi di origine, dove magari neanche esiste il catasto... e altre amenità simili) e le iniziative messe in atto in termini di nuovi alloggi da parte di questa Giunta sono ZERO. Lodevole certo recuperare gli alloggi degradati, ma c'è cecità sulla dimensione del problema. Se il suo settore di interesse sono proprio le politiche abitative, temo che lei sia poco informato. E che il risultato delle vostre elucubrazioni su valutazioni così sbagliate e parziale venga "messo a disposizione" mi sembra a dir poco insultante. Fate partecipare chi conosce veramente la materia, non i soliti yes man!
      13 ottobre 2020 • 17:41
  11. renato garoffoloSig,Sergio Emilio Giovanni D'Agostini, ecco questo è quello che producono i 7 tavoli dei "7 uomini d'oro" e come lei domanda con arroganza e supponenza; "e allora?", invece di informarsi presso le zerbinerie, provi ad andare a vedere . . .
    13 ottobre 2020 • 22:50Rispondi
  12. Sergio D'AgostiniCaro Luca, mi sembra che la mancata decisione del sindaco sulla candidatura non sia così importante da meritare tante dietrologie; anch'io non capisco la reticenza al riguardo ma mi sembra evidente che anche questa iniziativa dimostri che si presenterà certamente. Notavo soprattutto che il tuo intervento ha suscitato un ampio consenso e critiche anche insultanti a Sala che mi paiono aprioristiche e poco motivate, Preferisco critiche costruttive e insisto in tal senso che l'amministrazione debba al più presto presentare un monitoraggio orientato degli esiti delle politiche abitative, prevalentemente di recupero, svolte nel quinquennio, che ritengo positive ma che può dare utili indicazioni per renderle più efficaci e migliorarle in futuro, Ecco, la comunicazione della Giunta e del Sindaco è certo carent e spesso poco chiara. Infine, alla signora Ferrario, che mi dà del disinformato e che riporta dati noti a tutti ma che nulla hanno a che fare con i miei argomenti, vorrei suggerire di chiedersi se non è stato per fortuna che sono stato invitato al tavolo, ma forse per la mia esperienza di settore, con 35 anni di Centro Studi PIM e poi quasi altrettanti di "militanza" sul campo nell'"abitare sociale" (soliti noti?).
    14 ottobre 2020 • 01:51Rispondi
    • Luca Beltrami GadolaCaro Sergio, ancora ieri sui giornali è comparsa la notizia che il Sindaco deciderà "dopo" l'esito della consultazione. Perché lascia la città in sospeso per me è un mistero. Quanto alle critiche "costruttive" molti degli interventi su ArcipelagoMilano lo sono anche se credo che le critiche. di qualunque tipo, che non partano da posizioni di preconcetto vadano comunque ascoltate, cosa che non succede mai.
      14 ottobre 2020 • 15:50
    • Annalisa FerrarioCerto che so chi è lei, Centro Studi PIM... ma non basta. 3.000 alloggi recuperati ma non destinati tutti ad edilizia sociale (in parte andranno anche ad edilizia libera e convenzionata), a fronte di una domanda di 20.000 famiglie di sola edilizia sociale - diciamo dieci volte tanto - e lei ritiene che questo sia segno di tenacia, competenza, o altre cose di cui essere grati? Poco informato voleva essere una forma di cortesia. Saluti
      14 ottobre 2020 • 17:52
    • Andrea VitaliIn democrazia, come nel mercato, ci vogliono porte aperte. Altrimenti si finisce per ripetersi sempre le stesse cose, come siamo bravi di qui, come siamo bravi di là. E la realtà resta fuori.
      14 ottobre 2020 • 21:12
  13. Cesare MocchiMa Sala è quello che ha fermato lo smart working dei dipendenti comunali per tornare a riempire bar e mezzi pubblici? Cosa dice adesso con l'impennata dei contagi? Ancora una volta si è dimostrato imprevidente...
    15 ottobre 2020 • 10:45Rispondi
  14. Danilo PasquiniSette tavoli x sette ipotesi o proposte per la città domani. i temi di questi tavoli richiamano una lunga storia di proposte attese interventi ritardi consuntivi riproposizioni .... Mi sembra di avere già praticato questo percorso qualche tempo fa e le sue ripetizioni revisioni riforme riprese rielaborazioni ripensamenti riorganizzazioni revisioni rinnovamenti ed altri aggettivi sempre "RI o RE"... Sappiamo, almeno li abbiamo vissuti senza andare oltre nell'analisi non solo dei contenuti ma dei TEMPI ,del loro evolversi e realizzarsi concreti, che ancora rileggendo i capitoli dei tavoli non si può non essere non dico contenti ma con qualche interesse su quanto produrranno. Sulla "metropoli dei quartieri o delle smart city avanzo qualche dubbio conoscendo l'animo umano sempre attento al suo proprio, quindi nel nostro caso si può temere una frantumazione della metropoli. Frantumazione che perderà di vista l'obbiettivo di un senso generale di governo del territorio della metropoli ma del suo insistere in una più ampia area che almeno dobbimo paragonare ad una regione ... e oggi il territorio della metropoli giù vasto complesso e non credo ancora omogeneo ma arroccatro sul concetto di paese o di parrocchia.
    15 ottobre 2020 • 13:21Rispondi
    • Cesare MocchiC'è un problema di metodo. Sette tavoli di élite autonominate, neanche troppo autorevoli, sanno più di vecchio regime o di stato sudamericano che di dibattito in una metropoli moderna e progressista. Spiace dover ricordare principi così elementari, ma purtroppo l'ubriacatura di potere delle pseudo classi dirigenti porta anche a questo.
      15 ottobre 2020 • 20:43
    • Danilo Pasquini( a chiarimento dell'ultimo capitolo) :... non solo del territorio della "metropoli" ma anche del fatto che essa è ricompresa in aree molto più vaste contigue e conseguenti e non pensiamo solo alla dimensione (inter)regionale ; la politica delle smart city sembra in contrasto con quanto osservato sopra e potrebbe essere realizzabile all'interno di città come quelle che viviamo ora vale a dire che rimane una operazione di ricupero dell'esistente, di un probabile restailing se non coordinato con la parte di città prossima finalizzato solo all'ambito oggetto di un ripensamento e di un intervento.
      16 ottobre 2020 • 17:11
  15. Danilo PasquiniSequitur: all'incertezza dei tempi siamo più che abituati o almeno consapevoli - quasi fosse un destino o un DNA - al cosiddetto sviluppo della città/metropoli dalla seconda metà del secolo XX e anche prima. Quindi si deve o è obbligatorio programmare un futuro sia pure in un quadro ben definito (?) dai sette capitoli annunciati dalla Amministrazione Comunale ai quali manca comunque un altro (un ottavo ?) capitolo : CHI RENDERA' CONCRETI GLI OBBITTIVI CHE VERRANNO DECISI? Non penso che siano state individuate le forze o forse si pensa a quelle ancora presenti non tanto nel gioco della finanza che credo sarà solo un continuum più celere tecnologicamente, quanto a quelle che verranno re-impiegate perchè sono presenti tuttora. Queste sono il celebrato PATRIMONIO UMANO una risorsa sulla quale si è poggiato sempre lo sviluppo di ogni società da sempre, almeno per quanto ci è stato dato di conoscere ed ereditato dalle memorie ricevute da antenati più o meno vicini. Una delle chiavi che non mi sembra abbozzata nei capitoli in questione (forse sottesa) è rappresentata da una domanda: CHI sarà il costruttore (mattone dopo mattone) della COSA e se CHI indicherà la cosa come insegnerà ad attuarla? l'esempio vale per chi deve mettere in condizione di COSTRUIRE senza riproporre il "guazzabuglio" di norme da cui controlli separati successivi a cascata contradditori e via di questo passo rallentano il costruire . Penso che questo valga anche le smart city che non possono agire isolate ma solo se consapevoli di essere parte di unità più vaste. O sono presentate come "isolette" di partecipazione. E si questo motivo abbiamo molto da discutere. Ultima riflessione: se i sette capitoli o tavoli usciranno dalle parole per esistere una delle regole più necessarie sarà quella ORA ABBASTANZA O TROPPO OBSOLETA di ricordare agli addetti alle costruzione che: (a) quelli pubblici (stato regione aree metropolitane comuni smart city) RAPPRESENTANO LO STATO e (B) quelli privati da qualsiasi parte provengano devono accettare le indicazioni dello Stato nel suo complesso . A volte fino ad oggi non è stato così o per lo meno insieme le due parti del gioco hanno determinato guazzabugli, cicero pro domo sua. Questa è la scommessa.
    15 ottobre 2020 • 18:54Rispondi
  16. Danilo PasquiniMi si scusi: ho letto delle dichiarazioni di un molto importante personaggio presente con responsabilità grandi da non molto sullo scacchiere nazionale che potrebbero essere esempio da divulgare nell'orbe terraqueo. Avrebbe detto il nostro - SE HO BEN COLRO PAROLE E SENSO RIPORTATE - che il rinnovamento della cosiddetta forza lavoro avrà come fattore determinante la PANDEMIA la quale - ripeto se ben ho compreso - faciliterebbe il rinnovo di coloro CHE MALGRADO SAREBBERO ESTROMESSI dalla attività produttiva con coloro non toccati dal morbo. SPERO CHE CHI HA RIPORTATO TALE PENSIERO O LO HA CHIOSATO IN QUEI TERMINI SU RIPORTATI IN BUONA FEDE OPPURE SI DEVE COLLOCARE NEL MONDO DEI DIVULAGATORI DI " FAKE NEWS", QUINDI NEL CIRCOLO DEI MESTATORI DELLE INFORMAZIONI O DEI SOBILLATORI ALLA RIVOLTA E MI DOMANDO A QUALE RIVOLTA. PURROPPO DI TALI PERSONAGGI NE CONTIAMO A "MILLANTA" - COME DIREBBE BUFFALMACC - DALLE QUALI BISOGNA DIFENDERCI E AVERE, NEL CASO, UNA SMENTITA RAPIDA. Pensiamo se vero come influenzerebbe le decisioni e gli Obbiettivi dei "sette tavoli"... dp.
    16 ottobre 2020 • 00:47Rispondi
  17. Danilo Pasquini(riprendo il paragrafo con incipit Spero ...) SPERO CHE CHI HA RIPORTATO TALE PENSIERO E LO HA CHIOSATO IN QUEI TEMINI SU RIPORTATI lo abbia fatto in buona fede. OPPURE SI DEVE COLLOCARE NEL CIRCOLO DEI MESTATORI DELLA INFORMAZIONE E DEI SOBILLATORI A qualche rivolta. DOMANDO QUALE RIVOLTA VISTO CHE SOBILLATORI DI QUESTO TIPO NE CONTIAMO A "MILLANTA", COME DIREBBE BUFFALMACCO A CALANDRINO. MI AUGURO UNA SMENTTA DAL MILLANTATORE. Non è a questo modo che si può costruire un futuro. dp
    16 ottobre 2020 • 17:34Rispondi
  18. Danilo Pasquini(Sette tavoli ...) Frantumazione che perderà di vista il senso generale del governo del territorio E della metropoli E del LORO insistere in una più vasta area, DI CUI NON SI PUO' NON TENER CONTO, , come la regione e i NON TRSCURABILI RAPPORTI INTERREGIONALI. PERCHE'SAPPIAMO ESSERE IL TERRITORIO DI UNA CITTA' / METROPOLITANA NON OMOGENEO ANCHE SE LA CONNESSIONE TRA I SUOI VARI COMPARTI E QUARTIERI STORICI E' STATA ATTUATA SIA PURE CON INTERVENTI NON SEMPRE INDOLORI. LE SMART CITIES CHE PUR PREVEDONO ESSERE STRUMENTO DI RIQUALIFICAZONE LOCALISTICA POSSONU DARE ORIGINE A NUOVI "CAMPANILISMI" DI DIFFICILE GEVERNABILITA' . QUESTE OSSERVAZIONI APPAIONO IN CONTRASTO CON IL "DECENTRAMENTO AMMINISTRATIVO" . SU QUESTO PUNTO SI POTREBBE APRIRE UN DIBATTITO PER CHIARIRE LO SCOPO DEL DECENTAMENTO DA QUANDO VENNE INSTAURATO 50 ANNI OR SONO PER NON AGGIUNGERE ALMENO ALTRI 6 - 7 ANNI DI LUNGA PREPARAIONECON UN MOVIMENTO PARTITO DAI QUARTOIERI DELLA ALLORA PERIFERIA DELLA CITTA'. .
    17 ottobre 2020 • 18:26Rispondi
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