12 maggio 2020

MILANO È L’AMMALATA PIÙ GRAVE. PERCHÉ?

Una possibile risposta


editoriale

Che Milano sia l’ammalata più grave da ogni punto di vista è una verità dolorosa ma una verità. In molti ci si domanda perché? In una intervista il professor Alessandro Vespignani, uno dei massimi esperti di epidemiologia, una risposta l’ha data: Milano è la città che, soprattutto negli ultimi tempi, ha avuto più contatti personali con il resto del mondo. Aggiungo io, forse in particolare con la Cina.

Certamente questa è “una” delle ragioni ma non certo la sola. Sto pensando a Roma che non ha avuto meno rapporti di Milano tra politici, economici e di turismo religioso, eppure la situazione di Roma dal punto di vista del Covid-19 è ben diversa da Milano.

Quali sono le città messe peggio quanto a Covid-19? Indubbiamente Milano e Torino. I dati di Roma (3.250.315 abitanti) al 7 maggio sono questi: complessivamente, da inizio epidemia, i casi sono 7034. Di questi 543 sono i pazienti deceduti. (dati del 9 maggio)

Dati di Milano (1.378.689 abitanti): 9.000 contagiati, pazienti deceduti 1.813 (dati anagrafe).

Torino non se la cava meglio di Milano.

Ora cambiamo scenario e andiamo a vedere la classifica delle città più inquinate d’Italia.
editoriale-2

Torino in testa e Milano non è delle peggiori, al 12° posto, però Roma è al 56°. Già che ci siamo non possiamo non notare che il plotone di testa è fatto tutto di città della Padania.

Cambiamo ancora scenario e andiamo a vedere tutti gli studi che trattano delle conseguenze dell’inquinamento atmosferico sulla popolazione: tutti ma dico tutti gli studi dicono che l’inquinamento atmosferico, in particolari le polveri sottili, hanno come conseguenza malattie polmonari non solo per frequenza ma anche per predisposizione.

Il Covid-19 ha colto a Milano una popolazione fragile, facilmente attaccabile e con difese immunitarie indebolite. Che si voleva di più?

Cambiamo scenario per la terza volta e andiamo a vedere cosa ci dice l’ARPA Lombardia (Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente): «In Lombardia la forte riduzione del traffico legata alle restrizioni per il contenimento del Coronavirus non ha determinato effetti sui valori di Pm10 e di Pm2.5 (le micro polveri) presenti nell’aria che a marzo non sono scesi “al di sotto di valori in parte già riscontrati negli anni precedenti nel medesimo periodo”, mentrediminuzioni più consistenti sono rilevate per gli ossidi di azoto e per il benzene, legati più direttamente al traffico veicolare”. E ancora: ”analizzando i dati si è riscontrato un incremento significativo del PM10 che in alcune stazioni (di rilevamento) ha superato il valore limite di 50 microgrammi per metro cubo ed è cresciuto in gran parte della regione, nonostante la riduzione dei flussi di traffico e di parte delle attività industriali”. 

Vorrei e vorremmo capire il perché di quest’aumento. Qualcuno ce lo dovrà spiegare!

L’arresto del traffico ha avuto dunque effetto sugli ossidi di azoto e sul benzene. Il ministero della Sanità ci dice però che.” l’esposizione acuta a elevate concentrazioni di benzene causa danni al sistema nervoso. L’esposizione in ambiente di lavoro a quantità superiori a 162 mg/m3 causa tossicità al sistema emopoietico, con anemia aplastica e danno soprattutto ai globuli bianchi “ma anche che ” Il biossido di azoto può provocare irritazione oculare, nasale o a carico della gola e tosse. Alterazioni della funzionalità respiratoria si possono verificare in soggetti sensibili, quali bambini, persone asmatiche o affette da bronchite cronica.”.

Dunque questi due inquinanti sembrerebbero meno pericolosi rispetto all’aggressione del Covid-19.

Che considerazioni provvisorie posiamo aggiungere se vogliamo pensare a una città che nel 2030 si a dimensione d’uomo?

  • Mettere al primo posto il problema ambientale sapendo a dove puntare per il suo risanamento.

  • Considerare che il traffico veicolare conta ma non molto per le sue emissioni, pensando alle auto elettriche potenzialmente in diffusione, resta aperto il problema della congestione con effetti negativi sul paesaggio urbano, sul traffico pedonale e delle biciclette.

  • Contenere il carico antropico del territorio perché gli esseri umani, per quanto avveduti, attenti e parsimoniosi personalmente e con le loro attività sono i grandi inquinatori del mondo.

Quest’ultima considerazione apre un insieme drammatico di problemi, ne cito solo uno.

Ridurre il carico antropico non è possibile, quello che c’è c’è, ma si può evitare che aumenti, il che vuol dire impedire che il numero dei residenti a Milano cresca, ossia fare una politica urbanistica esattamente opposta a quella in atto.

Resta poi da ripensare ai molti altri problemi della città. Bisognerà riflettere e capire quali sono le forze ostili al cambiamento, con quali poteri si dovrà fare i conti, quali alleanze tra forze sociali bisognerà cercare per arrivare finalmente a una classe dirigente capace di affrontare senza condizionamenti palesi o occulti una sfida enorme, una rivoluzione.

So di aver aperto il Vaso di Pandora e mi piacerebbe che qualcuno mi dicesse che ho torto e perché.

Luca Beltrami Gadola



Condividi

Iscriviti alla newsletter!

Per ricevere in anteprima sulla tua e-mail gli articoli di ArcipelagoMilano





Confermo di aver letto la Privacy Policy e acconsento al trattamento dei miei dati personali


  1. Gianmatteo DradiLe sue considerazioni sono corroborate anche da studi fatti anche negli USA dove gli stati con maggiori casi di covid-19 combaciano con quelli maggiormente inquinati. Allargherei le sue almeno al perimetro della città metropolitana se non alla pianura padana tutta. Per sopravvivere non è più possibile costruire a fini abitativi..... semplicemente. In vista delle prossime elezioni cerchiamo di sostenere movimenti in grado di portare avanti con chiarezza questa visione!
    13 maggio 2020 • 09:32Rispondi
  2. Claudio CristofaniCaro Luca, raccolgo la sfida anche se non si tratta, evidentemente, di dire se tu abbia o meno torto. A mio parere la questione delle politiche urbanistiche comunali in tempo di Covid19 sarebbe già improponibile per una questione di scala che prima d'ora mai si era posta in questi termini. Infatti la pandemia attuale ha superato ogni altro fenomeno globale per estensione territoriale e contemporaneità degli effetti negativi. Fuor di metafora, sono quasi precipitati a terra nello stesso momento tutti gli aerei in volo, sono deragliati tutti i treni, affondate le navi, uscite di strada le automobili. E non senza morti. Se il prossimo virus, o la mutazione di questo, lasciasse tutti vivi ma uccidesse gli spermatozoi, come penseremmo di modificare i nostri PGT? Lanciando il cuore oltre l'ostacolo, vedo un grande sopravvissuto: il pensiero positivo e tutti gli strumenti che le attuali tecnologie, eredità sufficientemente indenni dalle ricorrenti patologie, ci consentono di diffonderlo e di confrontarlo. Vedo le città come il luogo privilegiato dove approfondire questo pensiero e nelle quali rendere operative le decisioni, queste sì globali, per allontanare-ridurre-prevenire-combattere i nemici che la stessa condizione naturale della vita umana comprende, a partire dai virus che i pipistrelli, ci dicono gli scienziati, veicolano in grande quantità. Va da sé che dovremo evitare di porre ostacoli al pensiero positivo, abbandonando guerre commerciali, finanziarie e militari. Quindi nella Milano del prossimo futuro vorrei vedere le facoltà universitarie dove si insegna, e si ricerca, la materia della convivenza pacifica globale e degli strumenti, anche urbanistici, per conseguirla, rimanendo sempre connessi con le altre università del pianeta. Un caro abbraccio.
    13 maggio 2020 • 10:54Rispondi
  3. annaSe volessimo credere ai dati che ci trasmette quotidianamente la regione Lombardia (se nn in valore assoluto, sicuramente sottostimati, almeno in proporzione relativa... ), Milano non sarebbe il malato più grave, a ieri: - regione Lombardia, 82.904 contagi su ÷10.000.000 abitanti, = 8% circa - area metropolitana Milano 21.626 contagi su ÷ 3.000000 abitanti = 7% circa - città di Milano, 9.122 contagi su ÷1.5000.000 abianti = 6% circa
    13 maggio 2020 • 11:35Rispondi
    • Luca Beltrami GadolaGentile Anna credo che il 6% di Milano no corrisponda al vero se i contagi sono 9.122 e gli abitanti 1.370.000 arriviamo al 6,66% che non è molto distane dal 7% delle Lombardia. Mail mio discorso riguarda il confronto tra grandi città in particolare tra Milano e Roma.
      13 maggio 2020 • 17:05
  4. Sonia ScarpanteQuesto periodo di fatica va trasformato nel tempo in possibilità a venire, in opportunità. Solo così avviene la catarsi rigenerativa, il cambiamento profondo e produttivo. Credo sia giunto il tempo di sentirci parte integrante di una “ Comunità di destino” che sta camminando su una medesima strada dove la responsabilità deve essere individuale e comprensiva, dove il rispetto, anche per chi è nell’altra parte del mondo, sia riconosciuto nel suo valore altamente etico, dove ognuno di noi si senta più capace di solidarizzare, di farne parte, di far parte di una Comunità in grado di saper vedere oltre i nostri pregiudizi, le nostre fragili inadempienze. Oggi ci viene chiesto uno “ scatto d’orgoglio”, di visualizzare quel desiderio di sentirsi parte comune in un cammino che sia sempre più prossimo all’altro nella condivisione e nella sensibilità e meno proiettato a campanilismi individuali e egocentrismi che dividono e mai uniscono le parti. Ci serve quello scatto di dignità personale per sentirci più capaci, più meritevoli verso una società che va ricostruita dalle fondamenta valoriali con impegno, solidarietà, entusiasmo di crescita, valorizzazione del singolo. Se questa è una guerra anomala e che non riusciamo a visualizzare ancora nel suo tessuto globale, cerchiamo noi di portare in campo altre forze opposte, cerchiamo di non cedere al pessimismo trincerandoci dietro scudi di inattività e qualunquismo, ognuno di noi faccia la sua parte. Non possiamo sentirci disorientati e vinti ma all’opposto dobbiamo percepirci come un’unica amalgama, proiettati ad un comune sentire nella ricerca di un futuro che va potenziato e ricostruito con forza e autodeterminazione per farlo divenire con la forza delle parole e anche della scrittura un mantra nelle nostre menti. Sonia Scarpante Presidente Associazione " La cura di sè"
    13 maggio 2020 • 12:14Rispondi
  5. Giancarlo LizzeriAbbiamo tutti le nostre giornate no. Questo editoriale mi sembra nato in una giornata di questo tipo. C’è parecchio che non mi torna nelle tre frasi chiave del tuo editoriale. Scrivi: “Che Milano sia l’ammalata più grave da ogni punto di vista è una verità dolorosa ma una verità. In molti ci si domanda perché?” Milano ha un avuto ed ha un grande numero di contagi. Ma Milano non è l’ammalata più grave. Se rapporti, come va fatto, il numero di contagi al numero di abitanti, in Lombardia la più ammalata è la provincia di Cremona. E Milano risulta contagiata un po' meno delle provincie di Lecco e di Sondrio. Lo stesso vale per Torino. In Piemonte le due provincie col maggior numero di contagi sono Alessandria e Asti. Scrivi ancora: “Il Covid-19 ha colto a Milano una popolazione fragile, facilmente attaccabile e con difese immunitarie indebolite. Che si voleva di più?” Non so se la popolazione di Milano ha difese immunitarie più deboli rispetto a quelle di altre città della Lombardia. Il più alto numero di contagi di Cremona, Brescia e Bergamo significa che gli abitanti di quelle provincie hanno difese immunitarie ancor più basse rispetto ai milanesi? Non l’ho mai sentito dire. Alla fine del tuo editoriale affermi che occorre soprattutto “contenere il carico antropico del territorio milanese” con tutto quello che questo comporta. Può darsi che questo sia necessario. Ma non perché Covid-19 ha colpito Milano più di altri territori (non vero). Nemmeno perché, cosa da dimostrare, i milanesi hanno sistemi immunitari più indeboliti di altri. Qualità dei polmoni e dei sistemi immunitari a parte (di cui si sa ben poco) ci sono città più inquinate e più antropizzate di Milano che non hanno quasi avuto contagi (vedi Atene), città molto meno inquinate di Milano ma altrettanto antropizzate che hanno avuto contagi più o meno alla pari con Milano (vedi Madrid). E infine città inquinate come Milano (vedi Padova o Modena) che hanno avuto molti meno contagi rispetto a Milano. Il nesso tra contagi Covid-19 e carico antropico sul territorio sembra tutto da stabilire. Forse il guaio maggiore di Milano, cui il tuo pezzo non fa cenno, è quello di essere inevitabilmente identificata soprattutto come la città sede della Regione Lombardia. La Regione che ha fin qui gestito la pandemia con una miscela di incapacità e di arroganza che non ha trovato l’eguale, né a Roma né in altre regioni.
    13 maggio 2020 • 16:18Rispondi
    • Luca Beltrami GadolaCaro Giancarlo, non credo di aver avuto una giornata no. Tanto per cominciare i mi riferivo alle grandi città tu mi citi città delle quali non ho dati comunali ma solo provinciali. Per Roma e Milano io citavo i dati comunali. Facciamo allora il confronto sui provinciali: Milano contagiati 21.626, lo 0,67% della popolazione. Roma contagiati 5.266 lo 0.12% della popolazione. Torino contagiati 14.361 lo 0,65% della popolazione. Come vedi tra Milano e Roma c’è un abisso e questo volevo mettere in evidenza nel mio articolo. Le peggio messe sono Lodi con l’1.43% Piacenza con l’1,53 Cremona con 1.73% anche se non sono grandi città qualche domanda dovrebbero porsela.Non ho mai detto che queste ultime città avessero un fragilità polmonare particolare ho solo detto che, secondo me, “una” delle ragioni della situazione di Milano è senz’altro un inquinamento atmosferico eccezionale. A controprova come mai il Sud se la passa meglio?
      14 maggio 2020 • 08:37
  6. RICCARDO TAMMAROCaro Luca, da circa vent'anni dico (a quei pochi che mi ascoltano) che Milano ha una densita' abitativa eccessiva. I dati nazionali ci dicono che a Milano citta' vivono 7588 persone/kmq (dati 2018) e in Italia siamo secondi solo a Napoli con 8055 (dati 2018); faccio notare che altre citta' colpite dal Covid-19 sono state Parigi (20790 ab/kmq, dati 2016) e Barcellona (16096 ab/kmq, dati 2016), mentre Madrid ha una densita' (dati 2017) di 5341 abitanti/kmq (fonte dati: Adminstat). In compenso oggi ho visto il rendering del nuovo progetto relativo allo Scalo Romana e mi sono cascate le braccia: una nuova colata di cemento con la scusa delle Olimpiadi 2026. Necessita il recupero degli alloggi e dei negozi sfitti (anche con cambio di destinazione) e la sistemazione degli stabili ammalorati (e spesso lasciati andare in malora), ove sia possibile, per risparmiare nuove colate di cemento, da sempre giustificate con la necessita' di case, che permane perche' gli edifici che vengono costruiti non corrispondono alle reali esigenze di chi cerca casa, e questo prosegue ormai da decenni. Riccardo Tammaro, Presidente emerito Fondazione Milano Policroma
    13 maggio 2020 • 17:07Rispondi
    • Silvana bianchiFinalmente si parla di densità abitativa .Non ho in questo momento la possibilità di vedere i dati ma sicuramente a Milano e' Più alta che altrove
      17 maggio 2020 • 14:07
  7. Francesco SilvaCaro Luca, sono molto d'accordo con il contenuto del tuo nuovo editoriale. Penso che il problema ambiente rappresenti per Milano, oggi più ancora di ieri, una priorità assoluta se si vuole evitare il soffocamento economico, e non solo, della città. La mia esperienza diretta con la gestione Pisapia mi fa dire che il tema ambiente non è mai entrato nell'agenda politica in modo serio. Dare ad esso priorità vorrebbe dire porre Milano alla guida di un diverso sviluppo delle cittò italiane, vorrebbe dire aprire nuovi orizzonti economici. D'altra parte esistono clamorosi successi in questo senso di altre città europee e statunitensi. Per realizzare un progetto serio non è però pensabile di coinvolgere solo la nostra città: non basta neppure l'aera metropolitana, che ancora non esiste. E qui ci si imbatte nel primo e vero grande problema del nostro paese: un sistema di regole di governo e di amministrazioni del tutto inadeguato, una correzza di ferro che ci fa affondare. Da qui a mio avviso bisogna cominciare, e in particolare dalla realizzazione effettiva dell'area metropolitana.
    13 maggio 2020 • 18:21Rispondi
  8. Edvige CambiaghiGentile Architetto, quello che ha descritto così bene, mi sembra evidenziato dai fatti che hanno caratterizzato questi ultimo mesi. L'inquinamento è grave e ormai insostenibile per la salute umana. L'unica forza che lo potrebbe contrastare sarebbe una Pubblica Amministrazione, finora mai vista, che possa dare la priorità al sostegno della questione ambientale e alla valorizzazione della ecosostenibilità: siamo ancora in attesa dell'approvazione della legge contro il consumo di suolo e questa sarebbe la premessa per cominciare a dare il giusto valore e la giusta attenzione alle lotte cittadine che, finora inascoltate, vogliono contrstare la continua cementificazione delle aree ancora vergini, invece del recupero di quanto già costruito e abbandonato, e che vogliono il rispetto, la cura e la tutela di tutto il patrimonio arboreo non solo di Milano, ma in generale.
    13 maggio 2020 • 22:13Rispondi
  9. luigi caroliMolti commenti si sono soffermati sui contagi di Milano per affermare che le cose non vanno male. Ma ... spaventoso è stato a Milano il numero dei morti. E' difficile che la cosa si ripeta? Potremmo avere la prova che non è così tra dodici giorni. Aspettiamo per decidere il futuro della città. I problemi da risolvere sono innanzitutto quelli della Sanità e, per questi, i grattacieli non servono. Anzi.
    14 maggio 2020 • 11:36Rispondi
  10. Danielevorrei dire, premettendo che non ho titoli per intervenire in ragione di causa, mi piacerebbe però sapere e magari sarebbe anche possibile, come erano le condizioni meteorologiche partendo a novembre 2019, sono convinto che il virus fosse già i presenza nella nostra città, ricerca magari fatta confrontando umidità, venti temperature del periodo, sugli anni 3 , 4 precedenti, poi vedendo una fotografia vecchia di Milano, m'è saltato di pensare, noi bagnato poco le vie della nostra città, vi erano dei tram che avevano due bocchette in punta che spandevano acqua per probabilmente ragioni di pulizia, non sarebbe intelligente che anche oggi si possa fare questo tipo di servizio? durante la notte, non sarebbe forse un aiuto, poi visto anche che la riduzione drastica del traffico non ha dato risultati di diminuzione delle polveri sottili, (ed io ho buttato la mia macchina che era molto più che decente, grazie al signor Granelli, a gratis, comunque) si immagino di dire cose magari anche sbagliate, ma ho sentito dire e poi ridire correggendo fior di laureati, non me ne preoccupo, più di tanto, Buona serata.
    14 maggio 2020 • 20:30Rispondi
  11. Lucia PivaPremesso che sono una profana dell'argomento e che la mia opinione deriva solo dalle impressioni di una cittadina milanese , io penso semplicemente, che ciò che è successo a Milano e in genere in Lombardia sia dovuto soprattutto,oltre alle vostre dotte osservazioni a questi elementi : - sanità pubblica impoverita dalla enorme privatizzazione perseguita ostinatamente dall'amministrazione regionale che ha disatteso ai suoi compiti. - fiere internazionali molto frequentate. - numeri esagerati di "eventi" quotidiani più o meno mondani. Causa di affollamenti. - molteplici attività che hanno relazioni con società cinesi e in genere internazionali. - esplosione del turismo - molti turisti orientali. - quindi molte presenze che vagavano nella città tra un aperitivo e l'altro…... - e naturalmente l'allarme tardivo soprattutto per le case di riposo……….! Mi fermo qui, anche se ci sarebbe ancora da dire. Grazie per l'attenzione. -
    14 maggio 2020 • 23:07Rispondi
Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. Tutti i campi sono obbligatori.

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.


Sullo stesso tema


23 aprile 2024

L’ERRORE DI CAMBIAR NOME ALL’URBANISTICA

Luca Beltrami Gadola



9 aprile 2024

MILANO PREDONA

Luca Beltrami Gadola



19 marzo 2024

MILANO E IL CAPITALISMO RELAZIONALE

Luca Beltrami Gadola



5 marzo 2024

COMUNE DI MILANO: PSICOTERAPIA DI GRUPPO

Luca Beltrami Gadola



6 febbraio 2024

UNA GRETA THUNBERG PER L’URBANISTICA MILANESE

Luca Beltrami Gadola



23 gennaio 2024

NECESSE EST

Luca Beltrami Gadola


Ultimi commenti