10 ottobre 2019
AD ASTRA
Un viaggio nello spazio
Regia di James Gray
Con Brad Pitt, Tommy Lee Jones, Donald Sutherland, Ruth Negga, Greg Bryk, Liv Tyler…
Genere: Fantascienza, thriller
Produzione: Usa, Brasile, Cina
Durata: 124 minuti
A una settimana dalla sua uscita nelle sale statunitensi, Ad Astra, si posiziona al secondo posto del botteghino incassando 19,2 milioni di dollari. Sapendo che il budget della pellicola è stato di 50 milioni di dollari, si può dire che è stato un vero successo. A cosa sarà dovuta tutta questa fortuna? Al magico Brad Pitt? O forse all’indomabile curiosità degli spettatori di essere lanciati nel futuro?
Alla 76esima edizione del festival del cinema di Venezia non si aspettava altro che la presentazione della nuova distopia di James Gray. Negli ultimi anni abbiamo assaporato tante fantasie umane proiettate nel futuro, ma anche molti timori e paure. Da Gravity, film del 2013 di Alfonso Cuaròn ad Interstellar, diretto da Cristopher Nolan nel 2014. Per non dimenticare First Man uscito nel 2018. In queste pellicole c’è sempre un collegamento tra terra e spazio, tra amore e gravità, perché l’uomo non smette mai di voler conoscere e conoscersi.
Il Maggiore Roy McBride, interpretato da Brad Pitt, è un astronauta più che competente. Si dedica talmente tanto al proprio lavoro che tralascia il suo matrimonio con la bellissima Eve (Liv Tyler). La Terra ha lentamente finito tutte le proprie risorse naturali, tant’è vero che la Luna è diventata una meta turistica facilmente raggiungibile. Quando delle tempeste elettriche, causate da un’esplosione nucleare nello spazio profondo, metteranno in pericolo la vita umana, sarà McBride a dover sacrificarsi. Sedici anni prima, era stato proprio il padre del protagonista, poi scomparso, ad affrontare la fisica e a raggiungere i pianeti dello spazio profondo. Ci riuscirà questa volta il nostro eroe?
La pellicola è stata confezionata e lanciata al pubblico sicuramente in modo solenne, ma forse la trama e “il come andrà a finire” è un po’ troppo banale e prevedibile. Il regista sembra esagerare con la malinconia del protagonista, sottolineata ancora di più dal voice-over, e con i suoi primi piani. La sceneggiatura può apparire superficiale anche se le immagini e gli scenari astrali sono visivamente impeccabili.
James Gray, classe 1969, lo ricordiamo per i sui capolavori come Two Lovers, We own the Night o Civiltà Perduta che trattava l’esplorazione nella terra. Ad Astra è un’esplorazione dello spazio che ci dà la speranza di recuperare ciò che abbiamo perso sul nostro pianeta. “Per me la sfida più grande è stata mettere a proprio agio gli attori. Gli attori hanno bisogno di altri attori e dell’ambiente, ma quando gli togli sia gli uni sia gli altri, come nel personaggio di Brad Pitt, stai immediatamente mettendo il tuo attore in una condizione molto stimolante. La cosa più difficile è mantenere l’elemento umano, trasmettere quindi le belle imperfezioni delle persone e il mantenimento di questa bellezza.”
Per chi ama la fantascienza e vuole essere catapultato in un futuro distopico è il caso di correre al cinema, ma attenzione a non aspettarsi troppo!
Samuela Braga
Voto (da 1 a 10)- 7,1