27 giugno 2019
NUREYEV. THE WHITE CROW
Il satellite che gira intorno alla Terra
Regia di Ralph Fiennes
Con Oleg Ivenko
Genere: biografico, drammatico
Produzione: Francia, Regno Unito 2018
Durata: 127 minuti
Si salta, si scopre un mondo nuovo, ci si emoziona. Adattamento cinematografico del libro Nureyev: The Life, il film Nureyev The white crow è un continuo salto nel tempo, ma anche nella danza. Veniamo lanciati nella vita del ballerino Rudol’f Nureev, dalla nascita del protagonista in treno alla sua infanzia nelle baracche, da una giovinezza irruente e non facile all’apprendimento della disciplina classica.
Se si pensa a Roberto Bolle, non si può non pensare a colui che ha rivoluzionato il balletto classico. Nureyev, nato in Unione Sovietica, vive uno stato costante di frustrazione artistica, esistenziale e culturale. Infastidito sin da giovane perché impaziente e scalpitante, il ballerino è tutto il contrario di quello che dovrebbe essere. Il regista Ralph Fiennes taglia per sé un ruolo che non passa inosservato, quello del grande maestro Alexander Pushkin che insegnerà la disciplina al piccolo ribelle.
La smania di vivere viene interpretata a pieno dall’attore-ballerino ucraino Oleg Ivenko. Vediamo un uomo con la voglia di conoscere, sicuro di sé, egocentrico e consapevole delle proprie capacità.
Vediamo il mito della danza russa, o forse, universale. Nonostante l’attore sia ai suoi primi esordi e nonostante la somiglianza incredibile con il ballerino russo, Ivenko riesce a lasciare una propria nota di colore al personaggio.
Il regista non ha paura di osare. Noto per molte nomination, come la candidatura all’oscar per migliore attore non protagonista di Schindler’s List, Finnies si cimenta per la terza volta nella regia. Dopo il grande successo di The invisible woman, ha il coraggio di intraprendere una strada ripida con continui salti nel tempo. Lo spettatore è richiamato a comporre un puzzle più che a ricevere un messaggio che, tra l’altro, non è per niente scontato.
Rudol’f Nureev fu uno dei primi che, durante la Guerra Fredda, chiese asilo politico in un paese occidentale. Tutto ciò non potè che creare scalpore. Questa è la storia di una rivoluzione interiore, in quanto si tratta di un processo psicologico, creativo ed esteriore perché lui è stato il primo performer classico uomo. Per la prima volta si osservava un ballerino che non era l’ombra di nessuno. Aveva riequilibrato il ruolo di coppia nella danza classica. Un danzatore protagonista, capace di compiere evoluzioni, di volteggiare, di fare un grand jeté. Capace di essere notato.
Quasi una creatura mitologica, Rudol’f diventa leggendario. L’occidente gli permette di vivere il suo sogno, la vita che non ha mai avuto, i ruoli di cui è sempre stato privato. Diventa come il nostro satellite, che ruota intorno alla Terra. Isolato, senza una compagnia, ma dipendente dal pianeta.
Se vi piace costruire o comporre puzzle, perché non provarci con questo film?
Manuela Braga
Voto (da 1 a 10). 9