13 giugno 2019
BEAUTIFUL BOY
Ti voglio bene più di tutto. Più di tutto?
Regia di Felix Van Groeningen
Con Steve Carell e Timothée Chalamet
Genere: drammatico, biografico
Produzione: Usa, 2018
Durata: 120 minuti
Il Daily Mail lo definisce un film imperdibile. Il Guardian scrive: un’altra performance da oscar della star di “Chiamami col tuo nome”. Il Messaggero: due attori da urlo. Bello, tosto e intelligente. Stiamo parlando del film Beautiful boy, tratto da una storia vera, i cui attori protagonisti sono Steve Carell e Timothée Chalamet.
Basato sulle autobiografie del noto giornalista David Sheff (Beautiful Boy: A Father’s Journey Through His Son’s Addiction) e del figlio Nic Sheff (Tweak: Growing Up on Methamphetamine), il film narra la commovente storia di una famiglia dedita alla cura della tossicodipendenza di un figlio. Steve Carell, il padre, vive le ripetute ed estenuanti ricadute del ragazzo, Timothée Chalamet, nelle metanfetamine. Gli Sheff dovranno riuscire a salvarsi senza crollare in mille pezzi e capire che la droga non risparmia nessuno. Ne saranno in grado?
Al Box Office, la pellicola, solo nelle prime dieci settimane, ha incassato 7,6 miliardi di dollari. Non bisogna dimenticarsi delle candidature ai Golden Globes, al Critics Choice Award e al BAFTA. Dati i risultati, se questo tema ha avuto così tanto successo, qualcosa dovrà pur significare. La didascalia finale ci dà un indizio. Negli Stati Uniti la prima causa di morte degli uomini sotto i cinquant’anni è la droga.
“Ti voglio bene più di tutto” confessa il papà. “Più di tutto?” risponde il figlio. “Si, più di tutto”. È così che Carell conquista il pubblico. Afferma di essere padre anche lui e “quindi tutti quei sentimenti ed emozioni sono nel mio cuore. Non è stato così difficile creare affetto nei confronti di Timothée. Credo che, dentro di noi, abbiamo provato lo stesso. Sembra un cliché ma abbiamo sentito una certa responsabilità per il materiale che ci è stato fornito, per il regista e l’uno per l’altro. È qualcosa di tempestivo e universale.”
A Chalamet spetta un importante compito. Se Steve Carell deve interpretare l’emotività, a lui tocca la parte più difficile, la tossicodipendenza. “Non sono tanto interessato nell’indossare sciarpe o ruoli diversi quanto nell’inseguire certi sentimenti” è la chicca del giovane attore. Nonostante il grande successo di Timothée, in questo film riesce a trattenersi e a non infondere il proprio fascino al personaggio che interpreta. Un’ottima prova per un attore ancora agli esordi della sua carriera.
Le disgrazie capitano a tutti, la maggior parte delle volte a chi non se lo merita. La droga bussa alla porta di molti, sta a noi decidere se aprire o no. La pellicola, purtroppo o per fortuna, non si limita solo a questo tema. Il regista indaga in modo psicologico i drammi e l’amore familiare non soffermandosi però sui luoghi comuni.
Le domande sono numerose. Qual è il problema di Nic? Cosa lo ha fatto cadere in questo tunnel? Che colpe hanno i genitori? Se siete curiosi è il caso di scoprirlo.
Samuela Braga
Voto (da 1 a 10)? 8,5