30 maggio 2019

IL TRADITORE

Buscetta infame o salvatore?


Braga 02.06Regia di Marco Bellocchio
Con Pierfrancesco Favino, Fausto Russo Alesi e Maria Fernanda Cândido
Genere: drammatico, biografico
Produzione: Italia, Francia, Brasile e Germania
Durata: 135 minuti

Se n’è sentito parlare molto nelle ultime settimane, i telegiornali l’hanno citato più volte come possibile vincitore della Palma d’oro al festival di Cannes. Nonostante gli italiani abbiano sperato a lungo in una vittoria, il film di Marco Bellocchio, Il traditore, non l’ha ottenuta. Ma non sarà certo una sconfitta a determinare la grandiosità di questa pellicola.

Anni Ottanta. Tommaso Buscetta è membro di Cosa Nostra. Sembra che la guerra mafiosa interna tra palermitani e corleonesi sia finita, ma non è così. Perciò il protagonista decide di emigrare in Brasile per continuare i suoi traffici di droga. Catturato dalla polizia sudamericana ed estradato in Italia da Giovanni Falcone, Buscetta decide di collaborare con la giustizia e, quindi, tradire la mafia stessa. Tommaso rappresenta il primo caso di pentimento nella storia italiana dove, i segreti della misteriosa associazione e i primi nomi di Cosa Nostra, vengono finalmente a galla.

Il traditore non è un film giudiziario, è un film che racconta un uomo, è un’indagine dentro l’umanità. “Non c’è nessuno che parlando di Buscetta non abbia fascinazione. È un gangster d’altri tempi, amava la bella vita, anche se è stato un mafioso tremendo. Sono stato molto sorpreso dall’ammirazione che tutti provavano nei suoi confronti” ammette il favoloso interprete Pierfrancesco Favino.

Nell’aula bunker di Palermo, nel 1986, Buscetta esordisce: “Io sono stato e resto un uomo d’onore, sono entrato in Cosa Nostra con uno spirito dentro di me e quello spirito non è cambiato. Sono loro che hanno tradito l’ideale di Cosa Nostra. Per questo, signor Presidente, io non mi considero un pentito”. Tommaso non è un eroe, ma nemmeno un delinquente. È un traditore che ha ingannato per difendere il proprio passato. Capisce in modo evidente che non ha futuro, stanno per uccidere lui e la sua famiglia ed è, per un principio di sopravvivenza, che sceglie di collaborare con la giustizia.

Molto interessante è il rapporto tra Falcone e Buscetta e come si siano riconosciuti, oltre alla sicilianità, nel desiderio di verità di là dai compromessi. Il caso, inoltre, ha voluto che il film venisse presentato il 23 maggio al Festival di Cannes, anniversario della strage di Capaci.

Il regista, in questo caso, non porta in scena qualcosa di autobiografico. Al contrario. Mostra molto interesse per questo progetto svelando di essersi “documentato su un personaggio e su un mondo che non conoscevo, ho fatto una ricerca e c’era qualcosa che mi attraeva. È un personaggio completamente diverso da me stesso. È stata la prima volta dove non ci sono io in prima persona, però mi sono comunque calato nel personaggio”. Favino alla domanda “Com’è stato lavorare con Bellocchio?” risponde: “Lavorare con lui è diverso. Faccio fatica a chiamarlo solo regista perché Marco Bellocchio è un artista. Gli artisti sono pochi e sono rari e mi sento estremamente orgoglioso e privilegiato ad aver collaborato con lui”.

Il traditore colpisce, stupisce e ci racconta. Racconta la nostra storia. La storia italiana che merita di essere divulgata.

Samuela Braga

Voto (da 1 a 10)? 10 e lode



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