19 maggio 2019

QUARTO OGGIARO: LA PERCEZIONE DELLA PERIFERIA

Ancora lunga la marcia di avvicinamento alla "normalità"


Il 3 maggio su Repubblica è apparso un articolo dove venivano riportati gli esiti di un indagine sul quartiere milanese di Quarto Oggiaro fatta da 200 studenti del corso di laurea di Comunicazione della Statale. Subito il titolo dell’articolo fa respirare l’ ”aria di rinascita” di questa periferia ed enfatizza la nuova percezione che gli abitanti avrebbero in merito ai temi della sicurezza, integrazione e rapporti tra vicini che indicherebbe, con tanto di tabella, la soddisfazione della qualità della vita in zona.

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Senza nulla togliere al valore della ricerca e riconoscendo l’impegno dei 200 studenti che l’hanno svolta sul campo, il rischio che si corre è quello di interpretare il lavoro come un inno ad una periferia affrancata finalmente dalla cattiva nomea delinquenziale dove i suoi abitanti sono felicemente partecipi della rinascita cittadina della patinata Milano post-Expo. 5E’ certamente vero e visibile un miglioramento ambientale: il parco di villa Scheibler è bello e ben curato, la villa è stata ristrutturata e vi si celebrano persino i matrimoni; è stata data una rinfrescata ai palazzoni di via Pascarella dopo essere rimasti impacchettati per anni e anni da soffocanti impalcature e in strada non vi scorazzano (quasi) più i ragazzi in motorino senza casco che davano il marchio di zona franca della legalità.

Ed è altresì vero, come giustamente riportato, che vi sono una miriade di associazioni , le parrocchie, i volontari che rendono il quartiere solidale e brioso. Ma se qualche studente un po’ più curioso fosse andato in una delle sempre affollate sedi di un sindacato inquilini avrebbe certamente potuto ascoltare le centinaia di lamentele degli assegnatari delle case popolari sulle manutenzione non svolte negli alloggi, sugli ascensori che si bloccano, caloriferi che non funzionano, infissi che non si chiudono, tubature rotte, infiltrazioni …

La MM spa che gestisce il patrimonio comunale dal 2014 non si è distinta certo per la prontezza degli interventi tanto che per mesi una moltitudine di inquilini rimangono al freddo o con la muffa alle pareti e gli anziani prigionieri nei loro appartamenti nei giorni di non funzionamento degli ascensori. Se si considera poi quello che emerge dall’ultimo censimento che la maggioranza degli assegnatari nel quartiere sono soggetti deboli e/o anziani si può ben comprendere come la qualità della vita venga minata nella quotidianità dai disagi patiti e causati dalle disfunzioni e carenze dell’intervento pubblico.

Anche a livello amministrativo non si può parlare di gestione che agevoli questa fascia di popolazione che deve fare i conti con richieste di ospitalità o di ampliamento dei nuclei familiari negate (complice la nuova vessatoria legge regionale) revisioni del canone esaminati con mesi di ritardo e procedure inique per il rientro dalla morosità. Nelle case popolari gestite da MM c’è dunque ancora una città ai margini della città attraversata da tensioni sociali, schiacciata dalla povertà, persa nel caos amministrativo a volte ancora vessata da delinquenza e speculazioni.
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Certo la Quarto Oggiaro della zona di spaccio della famigerata “stazioncina” dove è stata decimata per oltre un decennio una generazione, tra morti di overdose e Aids, dal finire degli anni ’70 o il quartiere che la Commissione Antimafia indicava essere uno dei luoghi dove si fissava il prezzo della cocaina in Europa fino ai primi anni del nuovo secolo non esiste più. Che la zona sia stata bonificata dalla delinquenza però non lo si può affermare, nuove forme di malavita decisamente meno appariscenti trovano spazio tra disoccupazione, disagio giovanile e legami familiari.

Evidentemente non sono bastati i 200 anni complessivi di carcere inflitti nel 2018 al clan dei Crisafulli storico boss di questa fetta di periferia milanese, ne tantomeno il duplice omicidio dei Tatone di qualche anno prima. Tanto che è solo di qualche mese fa l’ultimo blitz nel quartiere che ha portato all’arresto di decine di persone con l’accusa di associazione a delinquere finalizzata al traffico di droga e alle rapine e dove sono stati confermati inquietanti (ma già noti) collegamenti con la n’drangheta a livello internazionale.

Con questi nuovi profili criminali, con meno presenza sulla strada e con un controllo del territorio più tecnologico, anche la percezione della sicurezza degli abitanti viene influenzata sicuramente più dai media o dalla propaganda spesso xenofoba dal partito populista attualmente al governo nazionale. Da non mettere ovviamente in relazione con la malavita organizzata, ma qui in particolare i servizi sociali sono sempre stati un riferimento per la presa in carico di tutti i nuclei familiari per i quali viene emesso un provvedimento di tutela dei minori da parte del Tribunale.

Ed è proprio questo quartiere periferico ad aver subito un evidente taglio di welfare nel comparto dei servizi sociali con la riduzione dei sussidi e del personale (con una politica di esternalizzazione e precarizzazione del servizio) che deve affrontare un crescendo di situazioni di “ multiproblematicità” con casi sempre più frequenti di disagio psichico, tossicodipendenza, alcolismo, abuso e maltrattamento di minori, fino alla più classica precarietà economica e abitativa.

Ma Quarto Oggiaro è stata anche tra i primi luoghi in città a sperimentare un percorso di accoglienza dei profughi con il riadattamento di una vecchia scuola in disuso. Con già il 25% della popolazione residente straniera l’integrazione procede a singhiozzo e forse il dato più evidente è la percentuale sbilanciata di ragazzi extracomunitari nelle scuole primarie e secondarie non dovuto solamente alla maggior prolificità di queste famiglie ma anche al fatto che i genitori italiani cercano di mandare i propri figli in plessi scolastici più centrali. Con la conseguenza che in alcune aree funzionali del quartiere si arriva ad una percentuale vicina al 50% di studenti con ritardo scolastico, quattro volte rispetto alla media cittadina.

Ancora troppo alti poi i dati relativi all’abbandono scolastico dei ragazzi dai 10 ai 14 anni rispetto al resto della città, tanto che si rilevava dall’ultimo censimento che solo la metà dei bambini di Quarto Oggiaro avrà la possibilità di laurearsi rispetto alla media dei loro coetanei in città. Dunque emarginazione e povertà (la maggioranza degli abitanti del quartiere è collocata nell’area della protezione con dei redditi familiari annui sotto i 10mila euro), che anche in questa periferia l’insufficienza degli interventi pubblici e la mediocrità delle politiche del periodo non hanno alleviato.

Quarto Oggiaro è più vivibile? Quello che è certo è che rimane ancora troppo distante dalla città, una lontananza sociale, economica, umana.

Marco Pitzen



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