28 marzo 2019
A UN METRO DA TE
Amore al primo respiro
Regia di Justin Baldoni
Con Haley Lu Richardson, Cole Sprouse e Moisés Arias
Genere: drammatico, sentimentale
Produzione: USA, 2019
Durata: 116 minuti
Ci si può innamorare senza mai sfiorare il proprio partner? Stella e Will ne sono l’esempio, sono l’eccezione. Ma allora che cos’è l’amore se non ci si può nemmeno toccare? “Amor ch’a nullo amato amar perdona” risponderebbe Dante dal canto dedicato a Paolo e Francesca della Divina Commedia. I protagonisti della pellicola e quelli del canto dantesco hanno qualcosa in comune: non possono avvicinarsi.
La giovane diciassettenne Stella vive da quando è piccola in ospedale, dove i giorni sono sempre monotoni e lenti. Con l’arrivo di una presenza inaspettata il suo piccolo mondo si stravolge. A salvarle la vita e a cambiarle le giornate c’è Will, il suo nuovo compagno di viaggio. Entrambi soffrono di fibrosi cistica, una malattia che li obbliga a stare almeno a due metri di distanza l’uno dall’altro. Ma sarà la distanza a fermarli?
Cole Sprouse, attore protagonista, pensa “che la prima impressione che si ha di Will è che sia egoisticamente rassegnato alla natura della sua condizione”. Al contrario Haley Lu Richardson “è una simpaticona, ma ha anche tutte le caratteristiche dell’innocenza e del fascino” che il ragazzo ritrova nella sua amata. Il film narra gli episodi travolgenti di due persone molto diverse tra loro, ma che condividono un’esperienza insieme e di come, senza sapere il perché, hanno l’estremo bisogno l’uno dell’altra.
Justin Baldoni, attore statunitense conosciuto per la serie Jane the Virgin, si cimenta per la prima volta come regista. Ha le idee ben chiare. Vuole trattare un tema molto personale, quello della fibrosi cistica. Le scene iniziali ci catapultano in una realtà che sembra del tutto normale dove delle adolescenti chiacchierano tra di loro. Questa “normalità” viene interrotta quando l’infermiera di Stella entra in camera, le amiche escono di scena e la telecamera riprende flebo e ossigeno. Il messaggio è chiaro. Baldoni, come la protagonista, sono interessati a ciò che spesso diamo per scontato, cioè, il diritto a una vita che può essere negata a causa di una malattia. “Lui è incredibile, porta un’ energia così positiva sul set che anche se le cose sono stressati e frenetiche riesce a mantenere l’ottimismo, l’affetto e la creatività” confessa Haley Lu Richardson.
I tempi del film nonostante non siano rapidi sono efficaci. L’amicizia e l’amore nascono in modo naturale, non sembrano mai forzati. Ciò che ci intrattiene è il veder nascere una storia senza che alcun contatto fisico sia permesso. Si è desiderosi di sapere come andrà a finire. Si cercano in continuazione scuse per permettere la vicinanza dei due giovani. Tutto ciò porta a riflettere sul valore che, in fondo, diamo all’amore. Un bacio, un abbraccio o un tenersi per mano non valgono niente se non c’è un sentimento. Ed è questo che Will e Stella ci insegnano. La passione può, e forse deve, esserci prima del contatto. Ma non possiamo “vivere per fare la terapia” come afferma Haley Richardson. Bisogna “fare la terapia per vivere”.
Samuela Braga