22 marzo 2019
IL RAGAZZO CHE CATTURÒ IL VENTO
La voce di William Kamkwamba
Regia di Chiwetel Ejiofor
Con Chiwetel Ejiofor, Maxwell Simba, Joseph Marcell, Aissa Maiga
Genere: drammatico
Distribuzione: Netflix, 2019
Durata: 113 minuti
Tratto da una storia vera e basato sul romanzo autobiografico di William Kamkwamba, Il ragazzo che catturò il vento, commuove e stupisce il pubblico. È un film diverso da quelli che siamo abituati a vedere proiettati sugli schermi. Dà voce a chi non l’ha mai avuta. Diretto e interpretato dell’emergente regista britannico di origini nigeriane Chiwetel Ejiofor, ciò a cui assistiamo è una storia di coraggio e di difficoltà.
La pellicola, che sembra quasi un documentario, narra la cruda vita di William Kamkwamba. Lui è giovane ragazzo del Malawi, figlio di agricoltori. È speciale e curioso, ha voglia di imparare e non ha paura di perdere quel poco che possiede. Siccità e carestia sono all’ordine del giorno e causano rivolte contro il governo, ma anche furti. Grazie alla sua perseveranza e al suo interesse per l’energia, il quindicenne riesce a costruire un mulino a vento salvando così le vite degli abitanti del suo villaggio.
Ne Il ragazzo che catturò il vento è come se il regista volesse svelarci a piccole dosi la realtà della famiglia Kamkwamba, mostrando prima i grandi, isolati ed estesi campi e poi la quotidianità domestica. La storia è quella di una famiglia modesta che, giorno dopo giorno, lotta per sopravvivere al capitalismo. Chiwetel Ejiofor vuole anche lanciare un messaggio positivo e di speranza. Ci sta dicendo di non mollare mai. Ci sta spingendo a comportarci come William che, a causa di una disputa territoriale, perde la possibilità di andare a scuola. Ma non è ciò a fermarlo.
Un’altra importante protagonista è la natura matrigna, come avrebbe detto Leopardi. La lotta, nel film, non è solo contro il governo, ma è anche contro la natura ostile. A interpretare bene questa condizione, vi è il padre di William, nonché il regista Ejiofor. Il suo è un ruolo altrettanto importante perché, come il figlio, nemmeno lui è disposto a rinunciare a quel poco che ha. Non è pronto a vendere la terra che ha coltivato per anni, nonostante l’imminente carestia, e non è disposto a credere che William lo salverà. È combattuto tra ciò che sono i sacrifici e ciò che è l’evidenza, tra amore e dovere.
E così l’attore-regista afferma che, mentre leggeva il libro, si è trovato ”davanti a una storia degna di essere portata sul grande schermo. Era interessante per me mostrare questo tipo di esperienza a un’audience variegata e mettere a confronto la diversità di decisioni in mondi lontani tra loro e con diversi punti di vista. Mi è parso molto drammatico, ricco e perfetto per il cinema grazie a questo insieme di combinazioni.”
Cos’altro aggiungere se non che la vera essenza della pellicola è quella di celebrare l’intelligenza umana di fronte alla volontà incontrollabile della natura. William è portatore di un messaggio importante: la volontà può vincere su tutto.
Samuela Braga