3 luglio 2018

MILANO SI È FATTA TRE SELFIE

Immagini diverse tra cultura e potere


Negli ultimissimi giorni sono stati resi pubblici tre documenti che con un solo titolo potremmo chiamare “Rapporti su Milano”. Documenti diversi tra di loro sia per gli obiettivi dei redattori sia per il ruolo di questo ultimi rispetto alla città: si tratta del Report Milano numero 01 di AIM, dell’Osservatorio Milano 2018 di Comune Milano e Assolombarda e, per finire, di Milano 2018 Agenda 2040 della Fondazione Ambrosianeum. Sono una sorta di selfie della città sullo sfondo del mondo.

01editoriale24FBSul documento di AIM, Associazione Interessi Metropolitani, non mi dilungherò perché si tratta di un numero interamente dedicato al progetto di riapertura dei Navigli che AIM condivide totalmente. Non ne parlo non tanto perché io non condivida quel progetto ma perché non contiene nulla di nuovo rispetto al dibattito in corso.

Degli altri due documenti è invece opportuno parlare e ne parlerò nell’ordine di uscita cominciando dall’Osservatorio Milano 2018 presentato il 25 giugno scorso in Sala Alessi.

È un documento corposo di 125 pagine ricco di grafici ma di non facile lettura, vista la quantità di dati inseriti nel testo, dati prevalentemente raccolti dai molti centri di studio e analisi sulle città che hanno l’obiettivo di stilare classifiche – ranking -, un’attività della quale danno nell’Osservatorio particolarmente conto e peso Carlo Ratti e Daniela Belleri nel capitolo 03.

Premesso che chiunque voglia occuparsi di politica a Milano dovrebbe leggersi attentamente l’intero documento e ne trarrebbe utili indicazioni sui “bisogni”, in questo documento prevale una visione di città il cui vero obiettivo sembra essere quello di “competere” per risalire nelle classifiche in una perenne gara tra città e aree urbane.

Di passaggio noto che nelle informazioni sulle altre città con le quali saremmo in lizza, non si fa alcun cenno alla circostanza se si siano dotate o meno di uno strumento di governo di area vasta come la nostra sciagurata Città Metropolitana, caratteristica rilevante per un confronto. Sempre di passaggio, noto che nella raccolta di dati e informazioni si guardi quasi sempre al solo Comune di Milano, isola felice. Isola.

Il paradigma della competizione, direi quasi il mantra della competizione – competere senza sapere perché e per chi, tipico del capitalismo senza regole e senza etica -, portato a modello di sviluppo urbano è drammatico e diventa pericolosamente vincente nel dibattito sempre aperto tra competizione, collaborazione e solidarietà.

Il paradigma della competizione sta avvelenando la nostra vita e alla fine si trasforma in egoismo di Stato come somma dei mai sopiti egoismi personali che si rifugiano, soprattutto nei giovani, nella solitudine, la e-solitudine.

È inutile citare le vicende europee o il neomercantilismo di Trump e le derive populiste.

Le conclusioni dell’Osservatorio, il capitolo 09, le trae il sindaco Sala. Che conclusioni sono? Sembrano l’appendice al suo libro agiografico Milano e il secolo delle città. Nulla. Mi sarei aspettato che facesse un passo in più e dicesse che l’Osservatorio Milano 2018 è la base per costruire il Piano strategico di Milano orizzonte 2040. Ma non è così. Sembra che il piano strategico di Sala sia solo di arrivare alle prossime elezioni e ricandidarsi.

Alla Milano del 2040 guarda invece la Fondazione Culturale Ambrosianeum con il suo “Rapporto sulla città”. L’orizzonte 2040 è un intento dichiarato sin dal titolo. Come sempre nei Rapporti dell’Ambrosianeum prevale l’attenzione ai problemi sociali, in quest’ultimo rapporto la questione “periferie” tiene il campo.

La lettura è agile, sono considerazioni e riflessioni appoggiate ai dati, sono opinioni, sono visioni. Ha ragione Vittorio Biondi di Assolombarda nel dire, presentando lunedì scorso il Rapporto, che lo si legge quasi come un romanzo. Forse romanzo no ma senz’altro è un “libro”, il vecchio e mai superato veicolo del sapere e anche un’agenda: le cose da fare.

Rosangela Lodigiani, una delle curatrici, incalza nel testo e dopo aver elencato le meraviglie del progresso milanese, ci ricorda nella sua Road Map per il 2040: “Crudamente le realtà ci parla di un progresso che procede a più velocità, che è colmo di contraddizioni, che ottiene straordinari successi ma non cancella, anzi aumenta le disuguaglianze: che espelle e lascia ai margini chi non risponde in modo performante ai dettami della produttività.”. Il mondo dei ranking.

Tra lei e l’assessore comunale ai Lavori pubblici e Casa Gabriele Rabaiotti, l’ultimo a intervenire nella mattinata, sembrava che si passassero il testimone: Rabaiotti esordisce invitando a non farsi troppo coinvolgere dallo “scintillio” della Milano di oggi. Parole sante. Ha parlato a nuora perché suocera intenda?

Luca Beltrami Gadola



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