10 aprile 2018

STRADE E MASSELLI: LA SCONFITTA MILANESE

Persi i saperi, la cura, la diligenza. Naso all'aria e "volare alti"!


Lorenzo Viganò sul Corriere della Sera Milano del 5 aprile scorso scrive: «Eppure le lastre di pietra e porfido, magari tagliate dalle rotaie del tram, danno anima e carattere a ogni centro storico, sono il suo maquillage. E toglierle…equivarrebbe a cancellare la storia di chi le ha calcate, rendendo anonime vie, piazze e strade. Semmai il problema del pavé è curarne la manutenzione.». Io ricordo di aver letto da qualche parte che i francesi del ‘700 arrivando a Milano restavano stupiti dei lastricati milanesi.

1Ci risiamo. Visto che i masselli continuano a “venir su” il Comune pensa di rimuoverli e asfaltare strade e piazze. Meglio fermarsi a riflettere, come suggerisce Viganò, meglio sistemare le cose che ci sono, magari prima di rifare quello che è già stato cancellato del tutto: la Fossa interna dei Navigli.

Ragioniamo e cominciamo col farci qualche domanda: quanto resiste una pavimentazione in masselli fatta regola d’arte anche col traffico pesante? Anche un secolo. Quanto resiste un manto d’asfalto? Al massimo 10 anni se fatto bene, e buche a parte.

Altra domanda. Come mai in molte strade ci sono lunghi tratti di pavimentazione a masselli perfettamente conservate da almeno 70 anni, vedi il tratto di Corso Lodi nella corsia di destra entrando a Milano? Ma anche moltissimi altri.

Nel 1998 Riccardo De Corato, da poco nominato Vice Sindaco di Milano e assessore ai Lavori Pubblici, si trovò sul tavolo quel problema dei masselli e propose al Politecnico di Milano di studiare una resina per saldarli tra loro. Fortunatamente la cosa non ebbe seguito ma il problema rimase e si ripropose da allora con regolare cadenza: oggi ci risiamo.

Prima di proseguire voglio raccontare la vicenda di Viale San Michele del Carso: emblematica.

2Nel luglio del 2013 iniziano i lavori per la sostituzione dei binari dei tram(*) in Viale san Michele del Carso, i masselli vengono rimossi, accuratamente numerati e ammassati sul marciapiede come si vede sulla omepage. Le rotaie vengono sostituite e i masselli ricollocati. Guardando la numerazione a lavoro finito si capisce che di quella precauzione, volta al riposizionamento, non si era tenuto conto, tant’è vero che alla fine alcuni masselli avanzano accatastati lungo i marciapiedi.

3A lavori finiti Viale san Michele del Carso sembra il dorso di un coccodrillo, impercorribile. Do qualche giorno arriva un rullo compressore vecchio stile con le sue gigantesche ruote metalliche e “spiana” il tutto: molti masselli vengono rotti. Apparentemente il problema sembra risolto ma i masselli cominciano a muoversi e si cola nei giunti del bitume.

Oggi almeno il 30% dei masselli si muove, gli interventi di riparazione quasi quotidiani e sono un grave pericolo per la circolazione. Perché? Chi diresse i lavori?

4Banale. Sono stati posati male soprattutto perché la buona posa prevede che i masselli combacino tra di loro, ben accostati, tanto da non potersi muovere e, posati come si deve su un sottofondo di sabbia lavata fatto bene, possibilmente con una lieve “schiena d’asino” in modo che la pressione dei veicoli li accosti come i conci di un arco e renda efficace la posa secondo corsi inclinati rispetto all’asse stradale.

Purtroppo la maestria della posa si è persa a Milano da quando la gloriosa “Cooperativa Lavoranti Selciatori e Posatori di Milano” fondata nel 1908, è scomparsa tra gli appaltatori del Comune di Milano: di quel mestiere rimane testimonianza e traccia in un prezioso Manuale Hoepli del 1912 che dedica molte pagine proprio ai masselli milanesi. I gloriosi “ingegneroni” milanesi!

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In quel piccolo manuale ci sono tutte le informazioni necessarie con un ampio corredo di illustrazioni e di prescrizioni tecniche che consentirebbero di rifare i lavori come si deve, magari con attrezzature più moderne che evitino la fatica fisica della movimentazione dei pesanti masselli, che ne consentano la riquadratura senza impiegare mazzuolo e scalpello.

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Quello che è stato fatto in Viale San Michele del Carso è sotto gli occhi di tutti, basta vedere alcuni dettagli nella figura qua sopra dove la casualità della posa è evidente e dove i risultati oggi rischiano di provocare incidenti oltre a far maledire questa pavimentazione da ciclisti e motociclisti.

La buona esecuzione dei manufatti stradali e delle installazioni sui marciapiedi è un risultato ormai irraggiungibile per il Comune dimentico che la cura dell’aspetto coincide speso con la sostanza.

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15Non si sanno asfaltare i marciapiedi senza che l’asfalto col caldo estivo “sbrodoli” (**) verso la sede stradale; non si sanno posare decorosamente i pali di sostegno dei semafori, non si sanno posare i cartelli stradali senza che si abbattano; si provvede col fil di ferro; non sono mai stati realizzati cunicoli multifunzionali per dare sicurezza e manutenibilità alle reti.

 

Ho una intera collezione di centinaia di queste immagini che conservo e aggiorno per un mio prossimo libro De magnalibus urbis Mediolani – Anno domini MMXVIII – per gentile concessione di Bonvesin della Riva

Milano: eh vai! Che sei “smart”.

 

Luca Beltrami Gadola

 

*) Persino le saldature dei binari sono fatte male e i carrelli sobbalzano facendo vibrare il sottofondo che smuove i masselli e rende le vie rumorose al passaggio dei tram

**) L’asfalto ha un punto di rammollimento troppo basso perché contiene molto bitume. Questo tipo di asfalto è più caro ma conviene alle imprese perché si stende più facilmente e con minor impiego di mano d’opera. Questa è anche la ragione per la quale i cavalletti delle motociclette e i pneumatici dei veicoli lasciano le loro impronte sui marciapiedi.



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