19 marzo 2018

TOLLERANZA ZERO

Di certe cose non si dovrebbe più parlare


In questo dopo elezioni a Milano c’è chi ha capito e chi non ha capito: il sindaco Sala è tra questi ultimi. Cosa c’era da capire? Banale: la borghesia del centro storico ha votato a sinistra, la periferia a destra. Bisogna dunque guardare alla periferia e, mi permetto di aggiungere, non solo alla periferia come luogo della topografia urbana, ma alla periferia sociale in generale. Dunque il nostro sindaco dopo la Giunta di venerdì scorso ha detto che intende trovare qualche decina di milioni per le periferie “magari” togliendoli allo stanziamento per la riapertura dei Navigli.

01editoriale11FBMa stiamo ancora parlando della riapertura dei Navigli? Ne parliamo ancora mettendo questa operazione sullo stesso piano delle periferie per le quali ci si domanda dove trovare i fondi? Questi maledetti Navigli, che il sindaco considera un suo “impegno elettorale”, vengono prima delle periferie? Provi ad andarlo a dire nel cortile di un quartiere di edilizia popolare e vedrà l’effetto che fa.

Tanto per restare ai Navigli e non mollare l’osso, ricordo l’assessore al bilancio Tasca presente al convegno del 22 gennaio scorso in Regione, dal titolo Riaprire i navigli, non un costo ma un investimento. In quel convegno la tesi era che la riapertura dei Navigli non sarebbe costata un soldo al Comune: tutto sarebbe andato in un miracoloso circuito di project financing e generosi sponsor. Non ricordo alcuna obiezione da parte dell’assessore. Ma allora questi soldi ci sono o non ci sono?

A parte questo, la settimana scorsa è stata ricca di notizie da commentare.

La prima è l’inaugurazione dei nuovi Frecciarossa sulla tratta Genova Venezia. Ad accogliere il Frecciarossa a Milano Centrale c’erano Attilio Fontana, Presidente della Regione Lombardia, Giuseppe Sala, Sindaco di Milano e Renato Mazzoncini, AD e DG del Gruppo Ferrovie dello Stato Italiane. Il messaggio di annuncio di Ferrovie dello Stato era: “Meno Inquinamento · Meno Traffico · Meno Rumorosità · Maggiore Comodità · Comfort e Velocità; Servizi: Connessione Wifi, Monitor di Bordo, Servizio di Ristorazione.”. Un treno da 300Km all’ora su una tratta che non ne ammette più di 150. Smart.

All’arrivo del treno nessuno ha avvertito il sindaco Sala che i 15 minuti risparmiati dal Frecciarossa avrebbero provocato ritardi sui treni dei pendolari. Puntuali dopo qualche giorno i pendolari si sono fatti sentire, ma non mi risulta che il Sindaco Sala si sia affrettato a schierarsi con loro e inoltrare le proteste all’ineffabile Mazzoncini, approfittando magari dell’amicizia che li lega come compagni di cordata sulla vicenda Scali. Entrambi non si sono ricordati del Pendolino di 10 anni or sono che collegava Genova a Milano in 70 minuti. Media 36 passeggeri. Soppresso. Meglio invece ricordare i pendolari che vengono a Milano: sono loro che fanno ricca la città.

Il Malpensa express non partirà più da Cadorna a partire dal 2019. L’ha detto il presidente della società che gestisce gli scali milanesi, Pietro Modiano. Naturalmente i giornali sono stati presi d’assalto dalle lettere di protesta da chi si è visto togliere una comodità e qualcuno li ha accusati di egoismo. Silenzio del Sindaco anche se la cosa riguarda pesantemente la sua città e chi ne decide le sorti.

Io, per quel che ne capisco, mi farei alcune domande.

Siamo sicuri che la Stazione centrale con i suoi 24 binari già saturi potrà accettare nuovo traffico? Anche qui mieteremo vittime tra i treni locali soppressi dei pendolari? Il Malpensa express parte da Malpensa quasi vuoto e ormai svolge la funzione di un treno locale che raccoglie sul suo tragitto soprattutto pendolari: lo togliamo? Solo il 15% dei viaggiatori in arrivo a Malpensa usano il treno gli altri arrivano in auto e moltissimi non da Milano: basta guardare le targhe nei parcheggi. Ci sono tre società di autobus che collegano Milano con Malpensa a prezzi competitivi con le ferrovie. Se proprio vogliamo saltare Cadorna e servire bene Milano tanto ne avremmo a far passare il Malpensa Express dal Passante con le relative fermate urbane. Altro ancora ci sarebbe e forse, se ci si dicesse qualcosa, saremmo contenti.

Operazione buche nelle strade. Chiuderle è una priorità ma bisogna saperlo fare, non bastano due volonterosi operai con una carriola di asfalto a freddo e un badile. Francamente non è questa la sede per spiegare come si deve fare – da vecchio costruttore lo so -, chi però ha curiosità vada su Google e digiti “asfalto a freddo posa”, si farà una cultura e quando vedrà i due volonterosi all’opera si domanderà qualcosa.

Ce l’ho con qualcuno? Sì: col Sindaco e col Comune, perché lunedì scorso ho passato un’ora al freddo in mezzo a Viale San Michele del Carso, dove era “venuto su” un massello e mi sono messo a deviare il traffico per evitare incidenti, con la solidarietà di automobilisti e passanti. Nel mentre, verso le 10, telefonavo in Comune ma il centralino mi diceva che i vigili sino alle 13 erano in assemblea sindacale e all’interno 1 mi dicevano che gli operatori erano “momentaneamente” occupati. Dopo un quarto d’ora di questa solfa ho fatto quello che non vorrei mai fare: ho telefonato alla segreteria del sindaco. Dopo circa mezz’ora è arrivata una pattuglia dei vigili che per prima cosa, con tono vagamente inquisitorio, mi ha chiesto cosa facessi in mezzo alla strada. Dopo tre ore il massello era di nuovo – molto malamente – al suo posto. Tornerà su.

Arriverà il momento di parlare di tutto, il famoso tagliando di metà mandato, ma anche di strade, masselli, buche, asfalti e binari del tram? Adesso che ci siamo lasciati alle spalle Digital Week o meglio Digital Oh bejOh bej!. Una città Smart.

Eh sì caro Sala, proprio come ha detto ai cronisti: ”Torno a fare il Beppe Sala manager”, magari anche delle piccole cose e magari meno su Instagram, che è roba per ragazzini.

Luca Beltrami Gadola



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