7 giugno 2017

IL GIARDINO DEI GIUSTI AL MONTE STELLA

Un dibattito che non finisce


L’articolo comparso sullo scorso numero di ArcipelagoMilano e riferito al Giardino dei Giusti lascia perplessi e amareggiati. Perplessi per il modo approssimato e poco aggiornato di riferire le notizie; amareggiati perché scritto da un caro amico di infanzia, Giuliano Banfi, figlio di una vittima dei campi di sterminio nazisti e quindi figlio di un giusto.

07gardella21FBGiacché il Giardino dei Giusti, per chi non ne fosse informato, è un prato di fitta e rigogliosa erba, collocato sul pendio orientale del Monte Stella, la ridente collina che si vede alla nostra sinistra prima di imboccare le autostrade dei laghi. Nel prato sono piantati numerosi alberi a distanza regolare e su ogni albero è applicata una targa con il nome di un Giusto: un giusto è una persona che ha amato gli uomini, ha fatto del bene all’umanità, ha contribuito con la proprio intelligenza e con la propria bontà a migliorare il genere umano.

Di Giardini dei Giusti ve ne sono molti, sparsi in vari Paesi civili e rispettati da popolazioni sensibili a valori etici e culturali di portata universale. Il Giardino dei Giusti realizzato sulla collina di Milano è un luogo sereno, dolce, riposante; un angolo di pace ai margini di una città che come tutte le grandi metropoli di pace ne offre poca. È un posto amato sia dai residenti vicini che da quelli lontani: innumerevoli sono le persone che vi si recano con piacere allo scopo di trascorrere un momento di meditazione o di svago e – se credenti – anche di preghiera.

Su questo piccolo paradiso della memoria sta per piombare un uragano: l’associazione Gariwo ha deciso di smantellarlo e di snaturarlo con barbara violenza. Il sereno e ameno prato punteggiato di rigogliosi alberi verrà sconvolto dall’intromissione di pesanti e invadenti manufatti: una cavea di teatro all’aperto con sedute in blocchi di pietra; tre recinti chiusi da alte muraglie simili a cortili di prigioni dove ai condannati è concesso prendere una boccata di “aria”; una successione di blocchi in granito che ricordano barriere erette contro carri armati; una serie di lastricati concentrici realizzati con pesanti pietre. L’insieme di queste violente intrusioni distrugge l’intatto paesaggio naturale e annulla letteralmente la memoria del Giardino dei Giusti, il giardino concepito espressamente per conservare la loro memoria.

Certamente qualcuno ha informato male l’autore dell’articolo, mentendogli. Non è vero che il progetto respinto dalla Soprintendenza nella sua prima stesura abbia subito modifiche così radicali da convincere in seguito la stessa Soprintendenza ad approvarlo. Il progetto non è stato minimamente modificato nella sua pessima sostanza: è la Soprintendenza che malauguratamente e colpevolmente ha modificato anzi ribaltato il suo parere iniziale. Non è vero che il progetto abbia subito un’opera di affinamento che gli avrebbe permesso di ottemperare alle principali prescrizioni ufficiali; il progetto è ancora il medesimo; sono le prescrizioni ufficiali rimaste misteriosamente a tacere.

Il silenzio è colpevole: permettere senza reagire che il Giardino venga snaturato equivale ad offende i Giusti.

Jacopo Gardella

Socio ed ex consigliere di «Italia Nostra»*

* L’Associazione ha recentemente consegnato al Consiglio di Stato un ricorso contro il parere del TAR che aveva respinto una prima denuncia di violazione del paesaggio e di offesa della memoria storica presentato dalla stessa «Italia Nostra».



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