6 maggio 2015

IL TURISMO PER EXPO: ALBERGHI VUOTI, CASE PIENE


Milano ha scoperto, qualche giorno fa, che nei giorni dell’inaugurazione di Expo 2015 solo il 40% degli alberghi registrava il tutto esaurito. La rilevazione, da parte di Trivago, mette in luce che se a Milano il 60% degli hotel ha posti disponibili, a Firenze la percentuale si fermava negli stessi giorni al 38%, a Roma al 34% e a Venezia al 23 per cento.Prima di parlare, però, di un flop del turismo legato all’esposizione, bisognerebbe guardarsi questo grafico:

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A elaborarlo è stata una ricerca dell’Osservatorio Assolombarda Bocconi sul tema dell’Ospitalità alternativa. Il significato è chiarissimo: non c’è un problema di domanda, semplicemente l’offerta è cambiata ed è sempre più quella della sharing economy. Un confronto con altre città europee mostra come ci sia ancora margine per aumenti. Barcellona conta il doppio delle camere di Airbnb e più del quadruplo di quelle pubblicate su Wimdu, che in Italia è ancora relativamente poco presente.

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La ricerca è di gennaio e un comunicato stampa di Airbnb dice che l’offerta nei quattro mesi successivi si è allargata di altri mille spazi disponibili: oggi sono più di 7.600, con una crescita anno su anno del 107 per cento. «Il numero di prenotazioni su Airbnb a Milano durante l’Expo – spiega la nota – è quasi quadruplicato (+293%) rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. 84% è la percentuale di alloggi prenotati al di fuori del centro storico: in questo modo, Airbnb porterà i turisti a visitare mete tradizionalmente fuori dal circuito turistico. Il 50% di alloggi disponibili su Airbnb a Milano si trova al di fuori della zona 1».

Anche se si prendono in considerazione i 621 di alloggi “alternativi” agli alberghi presenti su Booking, la gran parte non risulta negli elenchi della Provincia di Milano. Oltre il 70% degli affittacamere (32 su 41) e dei B&B (52 su 73) promossi sul portale, spiega la ricerca Assolombarda-Bocconi, è effettivamente presente anche negli elenchi ufficiali. Per gli appartamenti, il rapporto si inverte: quasi il 76% (381 su 502) degli appartamenti presenti su Booking non risulta infatti presente negli elenchi della Provincia.

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Per capire l’esplosione dei servizi di sharing economy, basta vedere altri due risultati della ricerca, sui prezzi e la soddisfazione degli ospiti.

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A Milano con Airbnb si può dormire con meno di 100 euro a notte nel’83% delle stanze private e nel 42% degli appartamenti. L’ospitalità alternativa non è però una soluzione ricettiva solo per turisti low budget e a dimostrarlo è il prezzo medio che non è proprio basso: 93 euro per le stanze e 132 euro per gli appartamenti. «Si tratta quindi di un’offerta molto variegata che si rivolge a soggetti con capacità di spesa diversa (e, quindi, a segmenti diversi di turisti, sia leisure che business) – nota la ricerca -. Tale aspetto emerge anche dagli incontri con gli operatori che sottolineano come l’ospitalità alternativa a Milano sia capace di intercettare proprio per la sua eterogeneità tanto le esigenze dei turisti low budget quanto quelle dei turisti high spender».

Dal punto di vista della domanda, è evidente il livello di soddisfazione degli utenti di queste formule ricettive: il giudizio medio è di 4,7 su 5 per il campione di alloggi analizzato su Airbnb.

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L’ultimo aspetto che esce dalla ricerca è quello che più fa parlare gli industriali di Assolombarda di concorrenza sleale: ….. Per continuare a leggere l’articolo sul LINKIESTA clicca qui

Fabrizio Patti



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