23 aprile 2024

IL QUARTIERE DEI NAVIGLI OGGI

Quel che il Comune non sa o non vuole risolvere


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Per rimanere nel tema “modello Milano” un quadro poco rappresentato è quello dei quartieri sacrificati alla movida, che più propriamente possiamo definire “malamovida”.

Da più di vent’anni questa scelta, imposta, ha determinato la mutazione anche del triangolo che partendo dalla Darsena si snoda lungo le sponde dei navigli e nelle aree limitrofe e come un’ameba si sta espandendo.

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Domenica 14 aprile era la festa dei fiori che si tiene ogni anno sulle sponde del Naviglio Grande, caratteristica fiera che richiama turisti, milanesi, bambini e anziani; parlando con alcune amiche pittrici è apparsa evidente la differenza fra quanto accadeva molti anni fa.   Fuori dal piccolo caratteristico cortile, oggi, anche nelle ore diurne, c’è la distesa di tavolini, divani e ombrelloni che occupa quasi tutto lo spazio delle sponde ad eccezione di quello affittato in quest’occasione dai banchi degli espositori. Ormai pochi i clienti e inesistente il richiamo di quanto offerto da queste piccole botteghe artistiche che resistono all’assedio dei locali e dei bar.

Di sera e nelle prime ore notturne il fiume di persone che attraversa queste vie pedonalizzate, soprattutto nei mesi primaverili, estivi, autunnali, è inarrestabile, tanto che nemmeno le biciclette o i mezzi di soccorso riescono a passare, tanto meno le auto dei residenti che vogliono tornare a casa possedendo un posto auto.

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Il frastuono delle voci di chi cerca di percorrere le carreggiate e di coloro che siedono ai tavoli sommate rendono difficile la conversazione; si raggiungono dei livelli di inquinamento acustico che non sono ammessi in un quartiere residenziale (da 70 dB a punte di 85 dB, quando il limite serale consentito, compreso nelle tabelle acustiche, è di 55dB). 

A questo si aggiunge il degrado di luoghi importanti non solo per il turismo godereccio ma per la storia e la cultura per cui dovrebbero essere apprezzati.

Potremmo proseguire nella descrizione di questa situazione che affligge il quartiere e che le istituzioni e il potere dell’economia difendono da troppi anni e a cui da tempo i cittadini oppongono la forza di due articoli della Costituzione:

Art. 32.  La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività

Art. 41. L’iniziativa economica privata è libera. Non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana.

Non solo questi diritti non sono tutelati ma altre norme, già presenti, non sono a volte  riconosciute e applicate, ad esempio da anni il Comitato  cita l’articolo 14 bis della legge del 30 marzo 2001 n.125,  che prevede sanzioni a chi somministra e vende alcolici su spazi pubblici diversi dalle pertinenze, quindi anche nei dehors dalle 24 alle 7 del mattino, e  la Classificazione acustica  deliberata dal Comune di Milano nel 2013 che prevede limiti di 55 dB nelle aree residenziali nelle ore serali /notturne  e piani di risanamento acustico nei quartieri in cui questi limiti non sono rispettati.

Tutto ciò ha causato la migrazione di molte famiglie in altre zone di Milano lasciando il posto a un consumo veloce e poco rispettoso dei luoghi rappresentato dai “bed and breakfast” e dall’aumento sconsiderato degli affitti di appartamenti e negozi che hanno allontanato sia le vecchie generazioni sia il commercio di vicinato. Nonostante le contestazioni di chi abita, accusato di non capire la bellezza della gentrification, si è perseverato su questa strada.

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Solo le cause legali intentate a Milano e in altre città (Torino, Como, Brescia), le ultime sentenze dei tribunali e del TAR stanno minando la sicurezza e la perseveranza a non ottemperare alle normative presenti.

Solo ora l’Amministrazione tenta di difendersi dalle cause con un’Ordinanza, che sta determinando contestazioni e assurde interpretazioni, naturalmente provvisoria e sperimentale, un Regolamento delle attività di somministrazione e un nuovo (?) Regolamento della Polizia locale, grande assente; il precedente Regolamento con revisioni risale al 1920, strumenti a cui però non abbiamo contribuito nella stesura e di cui dubitiamo sia l’efficacia sia la capacità di applicarli.

Gabriella Valassina  

Comitato Navigli



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