19 dicembre 2023

LETTERA APERTA A GIUSEPPE SALA, SINDACO DI MILANO

La voce di un Ambrogino d'oro  


Copia di Copia di rification (3)

Gentile Sindaco, ho ricevuto la sua lettera del 23 novembre 2023, con la quale mi comunica che il Comune di Milano ha deciso di conferirmi l’Attestato di Benemerenza Civica. Onorata, ringrazio il Comune di Milano, ringrazio Lei, Sindaco, ed esprimo la mia gratitudine alle persone che nel corso di tanti anni hanno operato, sia per il riconoscimento delle scelte di bene che Milano ha saputo fare, sia per contrastare e cambiare le scelte di politiche ingiuste, istituzionali o proprie di altri soggetti operanti nella società. Grazie alle persone che hanno contribuito all’azione svolta a Milano dal Comitato Inquilini Molise-Calvairate-Ponti.

La mia gratitudine e la mia solidarietà ai senza casa che lottano per il diritto alla casa, agli abitanti delle case popolari e a quanti chiedono di poter abitare, lavorare e vivere in condizioni rispettose della loro dignità. La mia gratitudine e la mia solidarietà a quanti lottano per la difesa del servizio sanitario pubblico, per il diritto alla scuola.

Io, comunista genovese trasferita dalla Francia a  Milano sessanta anni fa,  ho potuto svolgere il mio impegno per la Città nel contesto di questo comune patrimonio di saperi e di generoso operare. Nel 2006 il Comune di Milano ha conferito l’attestato di benemerenza civica al Comitato Inquilini Molise-Calvairate-Ponti. La Sindaca Letizia Moratti me lo ha consegnato al Teatro Dal Verme, il 7 dicembre 2006.

Levo il mio pensiero al cardinale Carlo Maria Martini. Dal suo insegnamento, per quanto io non sia partecipe di alcuna fede religiosa, ho tratto ispirazione, secondo le mie risorse, nel corso degli anni in cui ho svolto il mio impegno politico indipendente per la Città,  Nella sede del Comitato Inquilini Molise-Calvairate-Ponti, Via degli Etruschi 1 – nel quartiere Calvairate dell’Istituto Autonomo Case Popolari di Milano, IACPM, poi Azienda Lombarda Edilizia Residenziale, ALER Milano – avevo affisso a una parete un cartello su cui si leggevano queste sue parole: “Il problema più grave della società è l’ingiustizia”.

Una sera, in Duomo, nel corso di un incontro della Cattedra dei non Credenti, l’ho ascoltato mentre pronunciava queste parole: “Bisogna parlare sempre a fin di bene.

Levo il mio pensiero al cardinale Dionigi Tettamanzi. Era venuto a incontrarci in Via degli Etruschi 1, il 9 ottobre 2007, camminando con un migliaio di persone nel percorso fra la parrocchia di San Pio V e la nostra sede. Ci aveva detto: “Siate ostinati, siate ostinati contro l’ingiustizia”. Era tornato il giorno di Natale 2008, a salutare i partecipanti al pranzo che il Comitato, insieme con la Parrocchia di San Pio V, ha organizzato per gli anziani e le persone sole nel corso di venticinque anni.

Il Comitato Inquilini Molise-Calvairate-Ponti  si è dato una visione del dover essere della politica in generale e del proprio compito in particolare, caratterizzata da una tensione di spiritualità laica, così penso di poter dire.  Ha proposto la scelta di relazioni autentiche, di sincerità, con scopi di bene. Nel suo vocabolario il termine “parresia” ha avuto un’importanza fondamentale, per la riflessione sulle scelte possibili, sul loro senso, sul loro scopo.   Ha chiamato “relazioni di bene” le relazioni a cui tendere, al suo interno e in generale.

Si è guardato allo specchio e ha dichiarato: “Abbiamo limiti, facciamo errori, abbiamo miserie”. E’ stato possibile vivere questa esperienza con la coscienza che se non cerchiamo di migliorare noi stessi non possiamo aspirare a migliorare qualcosa attorno a noi, nella società.

In questi giorni di angoscia per le stragi delle guerre, in particolare per la guerra in Ucraina e per la guerra in Medio Oriente, teatro del dispiegarsi delle menzogne della propaganda di guerra, mentre si alza dal basso la voce di tanti nel mondo a chiedere pace con giustizia, penso che il 7 dicembre a Milano potrebbe richiamarci all’impegno della lettura e dello studio  dell’opera di Ambrogio. In particolare, penso al De Nabutae, La Storia di Naboth, di cui papa Francesco ha suggerito la lettura durante la catechesi del 24 febbraio 2016. In questa sua opera Ambrogio riprende la storia di Naboth dal Vecchio Testamento,  ( RE 1, 21).

Il Comitato Inquilini Molise-Calvairate-Ponti nel 2009 aveva pubblicato un opuscolo per informare su questa opera di Ambrogio. A me era stata segnalata dal prete vicario della San Pio V, che la stava traducendo. Eravamo andati insieme a distribuire l’opuscolo del Comitato  il 7 dicembre 2009 alla consegna degli Ambrogini, al Teatro Dal Verme. Forse un giorno anche il Comune di Milano si farà carico di proporre, a Milano e oltre Milano,  la lettura e lo studio della Storia di Naboth, scritta da Ambrogio?

Infine, la partecipazione. La intendiamo come relazione di reciproco ascolto fra chi sta in alto e chi sta in basso, nella diversità dei ruoli, nella comune responsabilità? Come possibilità di libero dispiegamento del patrimonio di saperi di cui è ricca la popolazione? Come coscienza e come pratica di diritti e di doveri? come possibilità degli sfruttati, degli oppressi, degli esclusi di avere coscienza della loro condizione e di lottare per cambiarla?

Non è vero che la partecipazione così intesa si incentri nella volontà politica degli amministratori della Città, non ne facciamo esperienza. Nella Città in cui i ricchi diventano più ricchi e i poveri più poveri, mentre si allungano le file delle persone in attesa di un posto a una mensa, di un pacco viveri, grazie in particolare alle iniziative organizzate in vari ambiti della Chiesa cattolica, la partecipazione è un racconto di propaganda che scende dall’alto.

Per rendere meno grave il problema dell’ingiustizia che grava sulla società dovremo renderci capaci di una partecipazione reale, costruita dal basso con i nostri pensieri, con i nostri sentimenti, con la nostra esperienza, per il cambiamento

“Noi anche quando prendiamo la parola lasciamo sempre Indietro qualche cosa.”

 Un pensionato, ex operaio, quartiere Calvairate, 1987

Il mio rispettoso saluto. Auguri di bene.

Franca Caffa

 



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  1. Valter CanaveseBuongiorno signora Grazie per il suo impegno mai legato all' età ma alla giustizia sociale. Vorrei potermi mettere in contatto con lei ma non per il clamore di questi ultimi giorni. La ringrazio
    30 gennaio 2024 • 15:26Rispondi
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