17 ottobre 2023

SALA MARCHESE DI MILANO

“Io so’ io, e voi non capite un cazzo”


 Copia di Copia di rification (12)

Ieri pomeriggio Sala ha fatto un discorso da Marchese del Grillo: “Io sono io, e voi non siete un cazzo, perché non capite un cazzo!”. Giustamente, da molti consiglieri comunali, non solo di opposizione, è stato detto che lui non fa il Sindaco di Milano né il Sindaco metropolitano e non è lì a tutelare l’interesse dei cittadini milanesi, proprietari dello Stadio Meazza in San Siro

Il Marchese Sala ci ha fatto sapere che, a differenza dei consiglieri comunali, lui “sa come va il mondo ed è una realtà che voi consiglieri comunali non arrivate a capire” ( presuntuoso e offensivo, Ndr) e che “da quando ha fatto politica, si è sentito profondamente ed esclusivamente politico” (esilarante! Lui si sente “profondamente ed esclusivamente politico”, sic! Ndr) , lui “sa che la politica non può dettare sempre le regole” (una scemenza totale, se non fa le regole, cosa fa la politica? Ndr) e “se una azienda non vuole un prodotto, non se lo piglia”(quindi il Comune deve offrire il prodotto che vogliono le aziende, perché il Comune non agisce per i cittadini, per il bene comune, ma perle aziende o per i singoli. ndr).

Per lui, per il marchese Sala, se le aziende (cioè i fondi Elliott/Red Bird) dicono che lo stadio non vogliono ristrutturarlo, un vero politico come lui (“che non ha dimenticato le cose che ha imparato prima” di  fare il politico) lo demolisce, perché lo stadio è di chi lo usa, non di chi l’ha costruito ed è il proprietario.

Se i fondi (di dubbia proprietà) decidono per loro scelta economica finanziaria di voler demolire un bene comunale, e di fare operazioni speculative su terreni comunali, come fa la politica (ovvero lui, marchese Sala) a dirgli che non va bene? In altra epoca sarebbe arrivata una ambulanza per portarlo via.

Confesso che tante fesserie in una volta sola non mi era mai capitato di sentirle. E il fatto grave che a lui, Sala, sembra di aver detto delle verità “politiche”.

Ma questa difesa dei privati, nella fattispecie del suo amico Scaroni a mio parere, va ben al di là della politica. L’invenzione di un ricorso , che potrà fare solo nel 2025 Il Comune, secondo Sala, deve accettare senza troppe discussioni le tesi dei privati a tal punto di scatenare attacchi, minacce e una pressione, indebita e indecente, contro la Soprintendente.

Addirittura siamo alla follia: non è Sala che svalorizza un bene pubblico, ma è la Soprintendenza che lo difende, applicando la legge!

Siamo poi alla mistificazione e alla volgarità, perché Sala ha chiesto un parere preventivo alla Sovrintendente, convocandola a Palazzo Marino, in presenza di Scaroni.

Il marchese Sala, da ignorante, ha negato che ci sia un automatismo nella tutela dei beni pubblici dopo i settant’anni dalla esecuzione dell’opera: la tutela automatica può essere rimossa solo dopo una verifica delle Soprintendenze. Si legga la legge. E oggi di fronte al parere preventivo, per cui secondo la Soprintendenza vi è un valore culturale del secondo anello che scatta nel 2025, Scaroni e Sala non possono che aspettare il 2025. Sala e Scaroni si sono sparati sui piedi.

Spudoratamente, confonde il parere preventivo richiesto da lui e Scaroni, con un atto amministrativo che ancora non c’è stato. E se non è spudorato, allora è incompetente e incapace perché solo quando il vincolo scatterà nel 2025, in quel momento potrà chiedere che San Siro non venga tutelato.

Ma così, Sala sta facendo di tutto per deprezzare il valore dello Stadio di San Siro, bene comunale, e sta creando un danno al Comune, di cui in sede giudiziaria il marchese Sala deve e dovrà essere chiamato a rispondere.

Il ridicolo ultimatum alle squadre e il rispetto della convenzione Dovrebbe essere il Comune a decidere sul futuro di un bene comunale: ma il manager dei privati aspetta che i fondi dicano cosa vogliono fare: l’hanno già detto e non si può fare, anche se il marchese Sala le tenta tutte, inventa il ricorso per fare un piacere a Scaroni e ritenta con l’idea della demolizione.

Intanto però una domanda sorge: il Comune sta facendo rispettare la convenzione con le squadre per cui (art. 5) “le concessionarie dovranno mantenere tutti gli impianti e le strutture dello Stadio in stato di efficienza e di idoneità all’uso”? Magari qualche fondo tralascia di fare la manutenzione ordinaria dello stadio: pensare male si fa peccato, ma spesso ci si indovina.

Il Consiglio Comunale è stato relazionato sulla riscossione di tutti i corrispettivi, anno per anno, e sulle spese straordinarie e le innovazioni a scomputo, con i conguagli ogni cinque anni, come da articolo 4 della  convenzione ?

Domande legittime ad un manager, prestato malamente alla politica, che forse non ha mai letto la convenzione: “all’inizio di ogni anno calcistico, dal 2001-2002, vi è l’obbligo (obbligo! Ndr) di effettuare un incontro di calcio tra le prime squadre di Milan e Inter con il versamento alla amministrazione comunale del 50% dell’incasso”.

Ma con la sua logica privatistica, il marchese Sala forse in sette anni non gliel’ha mai chiesto, anche perché lui sa che, se le squadre non vogliono, lui mica può obbligarle.

Ieri, è stata una brutta pagina della vita cittadina, con l’esibizione muscolare di una persona inadeguata a fare il Sindaco di Milano. Si conferma il vecchio proverbio milanese,”Quand la merda la munta i scagn, o la spuza o la fa dagn”, quando delle persone inadeguate arrivano ad occupare dei posti senza averne la stoffa e la capacità, o se la tirano o fanno gravi danni.

Luigi Corbani

Comitato SiMeazza

Per promemoria del Sindaco, almeno se lo legge: DECRETO LEGISLATIVO 22 gennaio 2004, n. 42 Codice dei beni culturali e del paesaggio, ai sensi dell’articolo 10 della legge 6 luglio 2002, n. 137.

Articolo 10

Beni culturali 1. Sono beni culturali le cose immobili e mobili appartenenti allo Stato, alle regioni, agli altri enti pubblici territoriali, nonché ad ogni altro ente ed istituto pubblico e a persone giuridiche private senza fine di lucro , ivi compresi gli enti ecclesiastici civilmente riconosciuti, che presentano interesse artistico, storico, archeologico o etnoantropologico.

Articolo 12

Verifica dell’interesse culturale

  1. Le cose indicate all’articolo 10, comma 1, che siano opera di autore non più vivente e la cui esecuzione risalga ad oltre settanta anni, sono sottoposte alle disposizioni della presente Parte fino a quando non sia stata effettuata la verifica di cui al comma 2.
  2. I competenti organi del Ministero, d’ufficio o su richiesta formulata dai soggetti cui le cose appartengono e corredata dai relativi dati conoscitivi, verificano la sussistenza dell’interesse artistico, storico, archeologico o etnoantropologico nelle cose di cui al comma 1, sulla base di indirizzi di carattere generale stabiliti dal Ministero medesimo al fine di assicurare uniformità di valutazione.


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  1. LuisaAl secondo mandato avrebbe dovuto avere più “coraggio” e prendere i provvedimenti dovuti soprattutto xké non si sarebbe ricandidato. Invece ha mandato la città come si dice in vacca…..
    19 ottobre 2023 • 15:58Rispondi
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