17 maggio 2022

A MILANO SERATA STORICA PER I 75 ANNI DELLO SCOOTER ITALIANO

Vespa e Lambretta: una sfida ancora aperta?


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Lambretta e Vespa Club Milano hanno organizzato, con il patrocinio del Comune di Milano e L’Automotoclub Storico Italiano, un grande evento nella prestigiosa sede cittadina dell’Istituto Europeo del Design (IED).

Prima nasce la Vespa (’46), arriva subito dopo la Lambretta (’47). Mentre i liguri si occupano già di profili alari e motori, a Milano realizzano solo giunti e tubi Innocenti che permetteranno l’edificazione e il restauro della maggior parte dell’edilizia italiana. 

Anche le idee sono diverse: in Piaggio sono ‘americani’ e realizzano un mezzo assai bello, semplice da guidare e da riparare. In Innocenti la filosofia è invece ‘tedesca’ e lo scooter del Lambro di Lambrate nasce assai complesso di meccanica e guida, più facile però da guidare per il motore centrale e non a sbalzo. Se una è più pratica da guidare anche con tacchi e gonna, e può dirsi femminile, l’altra è destinata ad un pubblico maggiormente maschile.

Primo nelle novità è sempre il piccolo insetto dal corpo a vespa e la sospensione anteriore monobraccio di derivazione aeronautica. Milano rincorre e laboriosamente innova: Lambretta è il primo scooter al mondo, nel ’62, dotato di freno a disco (realizzato da Campagnolo su disegno Innocenti), accensione elettrica, impianto a iniezione e miscelatore automatico.

In fatto di velocità sono i milanesi ad eccellere (anche se entrambi i marchi truccano carte e motori). 

Nella produzione industriale la gara è invece a chi c’è l’ha più grosso (il motore): 50, 100, 125, 150, 175 cc… 

Del resto il capo famiglia italiano degli anni ‘50 voleva muoversi rapidamente e in economia, sia nel lavoro che per le gite fuori porta domenicali.

E mentre il prezzo dello scooter cresce (al pari della cilindrata), scende quello dell’auto, più comoda e spaziosa. Negli anni ’60, piccolo è bello (sempre il motore), grazie alle nuove regole del Codice della Strada (DPR 956/58 del ‘59) che consentono ai 50 cc con potenza massima di 1,5 Cv di circolare senza targa al compimento dei 14 anni di età.

La crisi delle due ruote viene quindi risolta puntando sul mercato giovane che, senza casco, patente e assicurazione, diviene il nuovo riferimento delle due ruote di piccola cilindrata. 

Se il successo della Piaggio con il ‘Ciao’ (’67) risolve i problemi economici di casa Piaggio, sull’altro fronte il troppo avanzato ‘Lui’ (’68), bello e impossibile, primo scooter al mondo opera di un designer (Bertone), è concausa della fine della Lambretta.

Chi oggi a Milano crede che la Lambretta fosse il mezzo di spostamento che caratterizzava la classe operaia, dovrebbe considerare che accadeva l’opposto a Pontedera. Semplicemente la scelta d’acquisto era dettata dal legame d’ affetto nei confronti del prodotto realizzato.

Se oggi la Vespa è sempre ligure, la Lambretta è da tempo indiana con diffusione e popolarità senza più confronto.  Ma lo storico duello potrebbe presto riproporsi, grazie alla nuova tecnologie del motore elettrico sul quale puntano entrambi i marchi.

Lambretta si è infatti rivolta allo IED per lo studio di design di un nuovo scooter.

Marco Ceriani

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