8 marzo 2022

CRISI UCRAINA E IL “MODELLO MILANO” 2030

Il cambiamento non sarà indolore


imm. COPERTINA (2) (1)

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Il 9 marzo 2020 il governo Conte decretò il lockdown su tutto il territorio italiano. Qualche mese dopo l’opinione pubblica e gli uomini di Governo si divisero: chi diceva “tutto sarà come prima” e chi diceva “nulla sarà come prima”. Col passare delle settimane prevalse l’opinione che nulla sarebbe stato come prima e il Comune di Milano, verso fine aprile, di quell’anno pubblicò un documento (clicca qui) dal titolo Milano 2020 Strategia di adattamento-Documento aperto al contributo della città.

È un documento che va letto e che è impossibile riassumere in poche parole ma che riguarda tutti gli aspetti di cambiamento che concernono la città, i cittadini e chi li amministra.

Vi si parla essenzialmente della “fase 2”, ossia il percorso della città per arrivare ad una nuova normalità e vi si legge:” La Fase 2 serve a riportarci verso la normalità ma pone una domanda di fondo: quale società e quale comunità vogliamo essere e costruire dopo la crisi? L’obiettivo che ci poniamo non è “solo” quello di tornare il più rapidamente possibile ai livelli precedenti, cosa purtroppo molto difficile nel quadro di prolungate limitazioni. E’ doveroso utilizzare questa fase per preservare la parte positiva del nostro modello di sviluppo, riservando particolare attenzione a integrarla con una vera svolta ambientale e prendendo in particolare considerazione le disuguaglianze presenti nella nostra comunità, ponendo il tema dell’equità, dell’attenzione alle fragilità e povertà vecchie e nuove, di un nuovo concetto di tutela della salute che non si limiti solo alla cura e prevenzione delle malattie”.

Possiamo tranquillamente riprenderlo in mano e stralciare i riferimenti strettamente legati al Covid-19 per sostituirli con analoghi riferimenti alla crisi Ucraina, non c’è da fare altro che proseguire nella strada indicata in quel documento che nelle sue 19 pagine ci dice tutto o quasi, peccato solo che quelle azioni ritenute necessarie allora siano già poi state dimenticate e non abbiano avuto seguito.

La crisi Ucraina ci ha colto di sorpresa e oggi assistiamo al terribile spettacolo di sangue e devastazioni, di repressione e di follia che va al di là di ogni possibile immaginazione tanto da provocare in noi una sorta di rigor mentis che ci sprofonda in un abisso di inestricabili pensieri. 

Il Covid-19 ci aveva messo di fronte alla realtà di un problema ambientale che, da solo, avrebbe comportato la necessità di un cambiamento generale delle nostre abitudini di vita, dei nostri consumi e di una ritrovata parsimonia che contrastava inesorabilmente con una politica basata sul consumismo come unica via alla crescita, considerata questa ultima come sola opzione possibile per la nostra società. 

Sulle nostre abitudini per il dopo Covid-19 in un editoriale di qualche mese fa avevo detto che anche i negatori della via alla decrescita felice si sarebbero dovuti adattare a metterla in atto nei fatti senza nominarla per non scatenare il fronte dei continuisti.

Oggi ci troviamo di fronte ad una crisi economica che inciderà fortemente sui nostri consumi, in particolare quelli alimentari sia per tipologia che per qualità e prezzo.

Ci troveremo ad affrontare un nuovo ordine geopolitico ed economico mondiale, ci piaccia o no, non solo ma con la terribile minaccia di una guerra nucleare che spopolerà il mondo.

Come non ricordare il film Il pianeta delle scimmie? Che Elon Musk con le sue navette spaziali private pensi di salvarsi su Marte? Lui sì, e noi?

Luca Beltrami Gadola

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  1. Mariolina faisArcipelago è una voce critica V costruttiva preziosa e irrinunciabile,che seguo da anni
    9 marzo 2022 • 09:32Rispondi
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