25 gennaio 2022

IL QUARTIERE SAN SIRO

Quale destino?


bottero

banner arancio

Nel maggio 2016 mi è capitato di scrivere per il 18, la rivista del Municipio 7, un breve articolo in cui parlavo del quartiere S. Siro . Il quartiere S. Siro è un quartiere storico, costruito negli anni’30, quando il forte sviluppo industriale milanese richiamava lavoratori e lavoratrici dall’intera Lombardia, dal Veneto, dall’Emilia e l’offerta di case popolari – che nei primi decenni del secolo era stata guidata da criteri riformisti e dai progetti illuminati di un Broglio – fu interpretata dalla visione produttivistica del nuovo regime Fascista. 

Frutto di un concorso fra professionisti importanti di diverse tendenze e realizzato in varie fasi fino al secondo dopoguerra (da cui una marcata differenza nelle tipologie e anche nella qualità edilizia dei suoi vari comparti) il grande quartiere di più di 6.000 alloggi venne quindi costruito nell’allora estrema periferia, in un’area ancora agricola e, se pur con una morfologia ordinata, apparentemente “cittadina”, rappresentò la più grande, simbolica macchina/ghetto della città.

Qui si svolgeva all’epoca una vita controllata e “ordinata”, che creava anche solidarietà come in fabbrica e lo si vide durante la guerra. Qui fino agli anni ’60, quando c’era lavoro anche l’immigrazione dal meridione venne, pur con qualche fatica, assimilata e così anche le prime immigrazioni degli uomini, dall’Egitto, dal Marocco coi ricongiungimenti familiari, le giovani inconsapevoli mogli, i bambini. 

Ma adesso, con le ultime ondate migratorie, le difficoltà di lavoro per gli uomini, la condizione difficile delle donne, coi numerosi bambini da accudire, curare e inserire negli asili e nelle scuole, le precarie condizioni abitative nei piccolissimi, maltenuti alloggi, l’incuria e la pericolosità delle strade e la pessima manutenzione degli spazi pubblici, crescono le difficoltà, si diffonde una  piccola criminalità, e un racket mafioso che appoggia le occupazioni abusive anche da parte di famiglie Rom.; aumenta l’abbandono della scuola da parte degli adolescenti che a volte si aggregano in piccole gang. 

E’, dunque, un quartiere,” difficile”, definito perciò “periferico”, anche se in realtà è ormai fisicamente inserito in un tessuto compatto che negli anni lo ha assorbito, senza tuttavia eliminarne lo stigma. Costituisce in quanto tale un problema sociale, tecnico e politico insieme, spinoso per l’Amministrazione e per la città: che fare?    

In un mio articolo  (“Quando lo spazio è ostile alle donne”) davo per ovvia la necessità di riqualificare il quartiere, la cui importanza sociale e di memoria cittadina mi pareva assolutamente da rispettare e difendere (recente è anche una sua storia, quando qui si sono espresse resistenze partigiane e lotte sociali importanti) ma sostenevo  che per tale riqualificazione fosse doveroso e urgente un progetto innovativo da parte del Comune che reinterpretasse i diversi spazi pubblici e le strade per adeguarli all’uso nuovo che erano chiamati a svolgere, non solo quindi mantenendovi un minimo di decente manutenzione e pulizia, ma ripensandovi quelle funzioni aggreganti che nel passato erano state svolte dalle grandi corti; consentendo così il formarsi spontaneo di rapporti, di reciproche conoscenze, di solidarietà, di aiuto, di almeno un principio di comunità:  tanto più necessari in un contesto così etnicamente eterogeneo che semplificando definivo “ostile alle donne”.

 Oggi, se si realizzerà la scelta del comune di permettere l’abbattimento dello storico stadio Meazza, appare evidente che la situazione del quartiere S. Siro, poco distante non si manterrà nella attuale vera o apparente indifferenza, stando anche alla maggiore qualità urbana dovuta presenza della nuova linea metropolitana che lo collega in modo diretto alle stazioni ferroviarie e ai nuovi prestigiosi quartieri di City Life e Porta Nuova.

Si profilano dunque per il quartiere due ipotesi nettamente contrapposte: abbatterlo parzialmente o totalmente, come già è stato proposto da alcuni architetti e imprenditori con un progetto depositato in Comune e recentemente presentato in un convegno su “La rigenerazione delle città, oppure difenderlo reinventandone l’identità entro una visione che faccia propri obiettivi ambientali ineludibili,  come proposto da molte associazioni, volontarie e non, che qui vi operano e paventano una operazione di gentrificazione. E se così con quali criteri?

 E’ quindi con interesse che mi sono accinta a leggere gli impegni d’onore di una recente deliberazione della Giunta Comunale del 06/08/2021 Approvazione delle linee di indirizzo per la sottoscrizione del Protocollo d’Intesa tra Comune di Milano, Prefettura di Milano, Regione Lombardia e ALER Milano, per l’attuazione di interventi di rigenerazione urbana e sociale nel Quartiere San Siro. Il provvedimento non comporta spese.  Immediatamente eseguibile

Sono venti pagine fitte, e ne devo necessariamente riportare solo qualche brani.

“con particolare riferimento ai dati forniti dall’ALER Milano, relativi ai n. 5.996 appartamenti che fanno parte del patrimonio immobiliare pubblico del quartiere San Siro:”

“con riferimento invece ai dati descriventi l’eterogeneità relativa alla popolazione degli inquilini, sulla base di una stima sempre effettuata da ALER Milano, si registrano n. 2.543 inquilini regolari (di cui n. 1.966 italiani e n. 577 stranieri) e n. 789 occupanti abusivi (di cui n. 116 italiani e n. 673 stranieri).” 

“E dato atto che il Quartiere San Siro il 10 aprile scorso è stato sede di svolgimento di fatti di rilevante tensione sociale e di ordine pubblico … allorché circa 300 giovani si sono radunati rispondendo all’appello lanciato sui social da un rapper locale …. per partecipare alle riprese di un video … Nell’occasione i giovani, residenti nel quartiere, insieme ad altri provenienti anche da aree limitrofe, hanno risposto con violenza alle Forze dell’Ordine, … con fitti lanci di sassi, bastoni e bottiglie; questo accadimento costituisce una sintomatologia importante del fatto che, nelle fasce giovanili e  emerge un diffuso disagio … per il percepito divario tra le condizioni di vita socio-economica del centro … .

Dunque, a partire da questi dati ( si scoprono ora): 

“Il Comune di Milano attiverà, anche nell’anno corrente, i Centri Estivi Diffusi che si svolgeranno nei cortili delle case popolari di ALER (via Abbiati n.4-6),  … all’apertura del Laboratorio di Quartiere di piazza Selinunte n. 4  … il lunedì e mercoledì)  … ,  procederà al recupero di spazi comunali, come il Laboratorio di Terapia Occupazionale di via Stratico/Angolo Piazzale Segesta e alcune aule della scuola elementare di via Paravia … per interventi rivolti ai minori  …  manterrà attivo il presidio mobile della Polizia locale nonché la presenza del Vigile di Quartiere … favorirà momenti di incontro tra gli studenti delle scuole di ogni ordine e grado e gli operatori della Polizia Locale per promuovere una relazione costruttiva e positiva tra le giovani generazioni e il Corpo di Polizia Locale. … fornire per il tramite del Corpo di Polizia Locale, il necessario supporto per le verifiche connesse allo status delle autovetture/veicoli abbandonati all’interno di spazi di proprietà di ALER, … Il Comune di Milano porterà avanti i progetti già indicati in premessa … creando occasioni di incontro per i ragazzi del quartiere, fornendo al contempo momenti di formazione di sviluppo individuale e collettivo. Il Comune assicurerà un coinvolgimento proattivo dei propri servizi sociali attraverso l’assistenza domiciliare e la custodia sociale, ecc.ecc. 

La Prefettura di Milano si impegna ad assicurare il supporto delle Forze dell’Ordine per servizi dedicati nelle zone individuate dal presente Protocollo …. presso gli istituti scolastici del quartiere San Siro e gli altri luoghi di aggregazione della comunità locale, giovanile e non … di incontro e la Prefettura assicurerà, inoltre, il coordinamento degli interventi di contrasto delle occupazioni abusive, … La Prefettura garantirà la massima circolazione delle informazioni tra i soggetti firmatari del presente protocollo, … in modo da rafforzare i rapporti di collaborazione già in essere e da supportare … di ogni ulteriore iniziativa volta al raggiungimento degli obiettivi, ecc.ecc.”.

Dunque, nella congiuntura attuale, veramente triste e pesante, pesantissima per molti, confesso che mi sarei aspettata un impegno e una solidarietà più chiari, forti, tangibili da parte di una amministrazione come quella milanese, così ricca e in tante parti efficiente. 

Sentire snocciolare come fosse l’elenco della spesa tutti quegli aspetti della “vivibilità urbana” che faticosamente e meritoriamente il Terzo Settore ha tenuto vivi anche durante la pandemia, ma che sono diventati un luogo comune e un’inaccettabile pass par tout se praticati  da chi ne avrebbe diretta responsabilità, senza un chiaro riferimento a salute, lavoro scuola, casa, ma anche cultura e donna: ai problemi cioè brucianti che costituiscono il nodo irrisolto del quartiere, fa un certo effetto, fa pensare cioè che questi temi l’amministrazione non li voglia affrontare, ma che molto meglio ritenga lo possano fare la finanza e il mercato.

Bianca Bottero

Cara lettrice, gentile lettore, se sei arrivata/o qui, c’è voglia e bisogno di dibattito pubblico su Milano, indispensabile ossigeno per la salute della democrazia. Sostienici subito perché solo grazie a te possiamo realizzare nuovi articoli e promuovere il primato dei beni comuni per Milano. Attivati ora!



Condividi

Iscriviti alla newsletter!

Per ricevere in anteprima sulla tua e-mail gli articoli di ArcipelagoMilano





Confermo di aver letto la Privacy Policy e acconsento al trattamento dei miei dati personali


  1. AnnaGrazie a Bianca Bottero per continuare a riproporci con tanta precisione, efficacia e partecipazione il tema del quartiere S.Siro, circa l'ultima parte del tuo scritto, non pensi che potrebbe essere utile una sorta di gruppo di controllo che monitori le promesse della amministrazione perché non restino solo tali?
    26 gennaio 2022 • 11:09Rispondi
  2. danilo pasquiniè una storia infinita come quella che coinvolge buona parte di tutte le tutte le peruferie ed experiferie di Milano: elenco della spesa come elemco del "non fatto perchè forse male gestito", si pensi alle manuitenzioni ordienarie e straordinarie che gli enti milanesi - anche se a volte poco e troppo poco finanziate e conseguente loro gestione - hanno tentato (?) di fare. Ora come dovrebbero muoversi le diverse anninistrazioni puibbliche cui aggiungo quelle più DEBOLI come la scuola , le fragilissme associazioni ancora esistenti,i reduci degli storucu abitanti con i loro partiti , l'Anpi, il Comitato di quartiere, il SUNIA e simili, le parrocchie ofra se ci sono presentic on pensiedro oea rivolto alla "smrt city?" Diaspora di culture popolari e non , anche auliche, che si occuparono della vita del San Siro in anni quasi lontani. Penso che il recupero indispensabile sia quello sociale ma on dimentichiamo quello edilizio e di riordino urbano/urbanistico ... non prepariamo con le nosre giuste e tristi lamentele e timide richieste un fururo non lontano di una"RIQUALIFICAZIONE O REINVENTIG" del quartiere e sue aree/edilizie contermini con sbocco verso sostituzoni di uomini e case che vediamo già presnte in altri ambiti cittadini non solo periferici ...Finalità anche necessaria ma non gestita alla maniera dell' ISOLA . Anche al San Siro ci sono infrastrutture di collegamento ( n. 2 merro, tramvia e fillovia) che danno valore al suolo anche se occupato. dp
    30 gennaio 2022 • 18:50Rispondi
Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. Tutti i campi sono obbligatori.

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.



Ultimi commenti