23 settembre 2021

L’ARCHITETTO ALBERTO FERRUZZI

La scomparsa di un protagonista dell’architettura e della difesa del paesaggio


Vallara (1)

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Alberto Ferruzzi è morto il 17 settembre 2021. L’architetto Alberto Ferruzzi inizia la sua attività di libero professionista nel 1967, dopo un periodo formativo presso lo studio Magistretti. Ben presto il suo interesse per le strutture sociali del territorio si rivela con l’impegno personale in temi apparentemente non comunicanti: la sanità e il paesaggio, che tuttavia trovano nell’integrazione tra qualità funzionale ed estetica del progetto il comune filo conduttore.

Negli anni ’70 con la consulenza per la Regione Lombardia nel settore sanitario partecipa ai lavori interdisciplinari di costruzione della complessa rete dei servizi ospedalieri e sanitari, che si concludono con l’elaborazione del Piano Regionale Ospedaliero. Questa esperienza gli conferisce una specifica riconosciuta competenza che farà valere in numerose partecipazioni a concorsi e in concrete realizzazioni sul territorio. In questo stesso periodo è stato significativo il suo ruolo nel gruppo di valutazione degli interventi conseguenti al danno causato dalla nube tossica a Seveso.

Ma il tema al quale si è dedicato con più appassionato coinvolgimento per tutto il tempo della sua vita professionale è indubbiamente il paesaggio, inteso come espressione della cultura del territorio di cui apprezza con personale interesse le vicende storiche.

La sua è stata una presenza attiva in fondamentali momenti costitutivi del ruolo regionale in materia di paesaggio.

Nel 1977 lo Stato delega alle regioni le competenze di individuazione e controllo di ambiti di particolare valore paesaggistico; si pone la necessità di provvedere sia alla gestione di questa nuova attività di elevata valenza culturale sia alla formazione del personale addetto. A tal fine la regione Lombardia incarica uno staff di esperti particolarmente qualificati del quale Alberto è di fatto coordinatore dal 1979 al 1981. Nasce così il Servizio Beni Ambientali regionale.

Con la legge Galasso nel 1985 la Regione deve redigere il Piano Territoriale Paesistico. Anche in questo caso si tratta di una competenza nuova che, per la particolare complessità, non potrà essere svolta dalla struttura interna. Per far fronte a questo obbligo di legge, la Regione Lombardia affida a gruppi di esperti selezionati per competenza in specifici ambiti tematici l’incarico di definire la metodologia di redazione del Piano e di accompagnare le conseguenti forme di pianificazione locale. Alberto troverà ruolo in vari nodi di questa complessa rete, così da riuscire ad avere una visione complessiva del processo.

Come membro di una delle Commissioni paesaggistiche regionali, redige in forma del tutto originale la proposta di vincolo del territorio milanese interessato dai navigli Grande e Pavese. Sarà il primo esempio di un dispositivo di vincolo corredato da criteri di gestione. In seguito, questa dotazione verrà richiesta dalla normativa nazionale per tutti i provvedimenti di questo tipo.

Al di là dei rapporti con le amministrazioni pubbliche, l’interesse per il paesaggio milanese si manifesta per Alberto con l’adesione all’associazione Italia Nostra, all’interno della quale ha rivestito nel corso del tempo diversi ruoli: come Presidente della Sezione di Milano (1986/1992 – 2004/2007) e dal 2018 come vicepresidente nazionale.

In questa posizione si è posto frequentemente come protagonista di campagne di opinione a tutela di beni culturali che riteneva potessero ricevere danno per interventi nel tessuto storico urbano.

Umberto Vascelli Vallara



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