8 marzo 2010

ELEZIONI. AL PEGGIO NON C’È LIMITE


Incredibile ma vero! A pochi giorni dalle elezioni, mentre stiamo assistendo a uno spettacolo pirotecnico con raffiche continue di scandali, congiure, veleni, imboscate, colpi di scena, ecco la geniale trovata: chiudere i programmi giornalistici della Rai, e ridurre tutto al silenzio. Così, senza colpo ferire, si sono spenti Ballarò, Anno Zero, e Porta a Porta, quest’ultima più per depistare che per zittire. Non sapremo dei nomi inseriti all’ultimo momento, nelle liste elettorali dall’esilarante Milioni, uscito per farsi un panino, e invece in affannoso tentativo di aggiungere nuovi candidati alla lista pdl, e neppure cosa sia successo a Milano a Formigoni, anche lui per ora escluso dalla corsa al Pirellone.

In queste ore di manovre convulse per trovare una soluzione che sblocchi la situazione nel Lazio e in Lombardia pare che la Polverini sia stata riammessa nella competizione, ma solo dopo aver gridato, querelato, cercato la piazza, minacciato, con il supporto di La Russa che “sarebbe pronto a tutto” pur di garantire il voto, magari con una “marcetta” di mussoliniana memoria. Napolitano, si dice “preoccupato” della situazione e se ne esce con la solita dichiarazione bipartisan ,che tutti possono rileggere come vogliono, sulla “necessità di una piena rappresentanza delle forze politiche, che rimanda ” alle sedi giudiziarie la verifica del rispetto delle condizioni……” ecc ecc. Intanto da Milano Formigoni fa doppio ricorso al Tar, e si scatena in accuse ai radicali ,alla corte d’appello,alle liste Penati che sarebbero anch’esse fuori legge, mentre balena anche il sospetto che Bersani e il Pd siano pronti a un “inciucio”con la maggioranza per sbloccare la situazione ,smentito subito dall’interessato che chiude ogni ipotesi di accordi sotterranei dichiarandosi contrario a qualunque decreto salva elezioni ,ad una leggina “ad listas”. E invece, la leggina per posticipare la scadenza dei termini per la presentazione delle liste è stata ufficiosamente approvata dal Quirinale creando un precedente anomalo e inquietante.

La deriva anti -democratica è in pieno svolgimento e non si vedono vie d’uscita se non coinvolgendo la società civile in reazioni di rifiuto e di sdegno. L’oscuramento dei talk show è un fatto gravissimo che serve da monito per chi ancora osasse criticare il sistema, come dimostra il dietro-front del Corriere per l’articolo di Galli della Loggia, prima pubblicato e poi cancellato, perché reo di bollare il Pdl come partito di plastica, tenuto insieme solo dal carisma del Capo. Masi è più che mai deciso a tener oscurati i talk show a data da definirsi, e non si dimostra affatto preoccupato della scarsa informazione degli italiani, visto che il Tg 1 è il più seguito, e “Minchiolini” propina notizie false come quella dell’assoluzione di Mills, e ne omette tante altre. Il “gas nervino” che addormenta il cervello degli italiani è in piena funzione e ne stiamo osservando gli effetti, a meno che…a meno che ci sia uno scossone che risvegli le menti e le porti in piazza a gridare, a chiedere giustizia, a pretendere di non essere prese in giro sempre e dovunque, senza pudore, senza rispetto, senza vergogna.

Post Scriptum: la firma notturna di Napolitano alla leggina salva liste, il “decreto interpretativo”, è un fatto sorprendente di una gravità inaudita, che denota lo spregio di tutte le regole, per l’ennesima legge ad personam, varata dal governo. Il metodo del ricatto con cui si è imposto a Napolitano di apporre la firma a un ddl d’urgenza con norme retroattive in pieno periodo elettorale, è palesemente intimidatorio e non materia da trattare dal governo in carica. E’ lesivo della vita democratica e farebbe gridare al “golpe”.Questo ddl è palesemente anti-costituzionale, nonostante le giustificazioni del Presidente che ha detto di voler garantire la partecipazione dei diversi schieramenti politici alle elezioni. Come dice Zagrebelsky, autorevole costituzionalista, il fatto più grave è che la modifica non è fatta “per l’interesse di tutti, ma solo di alcuni”, non un atto generale, ma relativo solo alle regioni del Lazio e della Lombardia. Senza voler fare processi sbrigativi, non si capisce l’urgenza di questa firma da parte del Presidente senza neppure attendere il responso del Tar, e senza una sua conclamata validità costituzionale! Gli atti intimidatori non possono giustificare cedimenti compromissori, da qualunque parte essi provengano, e la detenzione della più alta carica istituzionale impone fermezza, autorevolezza, e tenacia nel difendere gli interessi di tutti.

 

Laura Censi



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