4 marzo 2019
A PROPOSITO DI AREA B (e C)
Proibito ragionare, valgono solo proibizione e conseguente vessazione
4 marzo 2019
Proibito ragionare, valgono solo proibizione e conseguente vessazione
Se non vado errato fu al Convegno “10 Nobel per il futuro”, tenutosi a Milano nel 1996, dove sentii per la prima volta, proprio da uno degli splendidi conferenzieri di cui purtroppo non ricordo il nome, che il “civis” autoregola e autodefinisce consciamente ma più spesso inconsciamente, i limiti nelle sue azioni compatibili con tutto ciò che lo circonda, e lo spazio disponibile è la componente che più lo condiziona. E questa non è una intuizione teorica del sociologo originale di turno, bensì ci fu mostrato come ciò fosse dimostrabile scientificamente. Così è noto il diametro medio dei suoi spostamenti nella città e di conseguenza l’area media in cui solitamente opera. Ma non solo, si autoregola anche in tante altre sue attività e decisioni, così ad esempio ed anche per una serie di condizionamenti reali, quali l’onere economico per l’acquisto e la manutenzione, la difficoltà a parcheggiare, lo smog che produce, ed altro, portano ad un numero massimo autoregolamentato di autovetture di proprietà degli abitanti della città; a quei tempi se ben ricordo le auto di proprietà dei residenti di Milano erano 6-700.000 (oggi forse saranno di più). Questa era la cifra che i cittadini di Milano inconsciamente, per un’implicita autodeterminazione originata come si è detto da diversi parametri certamente avvertiti e subìti, ritenevano compatibile con un’accettabile qualità della vita.
Abbiamo poi letto che ogni mattina entravano a Milano altre 600.000 vetture di non residenti, cioè si raddoppiava il numero avvertito come massimo compatibile con un accettabile qualità della vita: doppio smog, doppia occupazione di spazio per parcheggiare, doppi tempi di percorrenza per traffico raddoppiato, aumento della litigiosità e dei contenziosi per incidenti e così via.
Perché questa lunga premessa? Per affrontare il tema dello smog in città, generato in gran parte ma non solo dagli automezzi, con un approccio tentativamente più razionale e certamente meno grezzo dei quello adottato dall’Amministrazione, che ha subito fatto ricorso al solito metodo della proibizione vessatoria e irrazionale, senza intervenire su tanti altri parametri che condizionano lo smog e che certamente potrebbero dare risultati fors’anche migliori senza le pesanti ricadute riconducibili alla semplice e tranchant proibizione della circolazione, anche dei residenti.
Vediamo come. Sembrerebbe chiaro che la soluzione del problema dovrebbe essere innanzi tutto cercata sul versante di quella “seconda Milano” di macchine che giornalmente entra in città, neutralizzando la quale con le dovute maniere, il problema dello smog potrebbe forse essere già in gran parte risolto.
Cosa s’intende con dovute maniere? Rendere disponibili in una cerchia ampiamente periferica, e poi anche nelle adiacenze dei terminal delle MM, ampi parcheggi GRATUITI E COPERTI, ma non solo coperti strutturalmente bensì coperti anche con ampia assicurazione contro i danni alle macchine ricoverate (ci sarà certamente il furbetto che subito obietterà che altri furbetti, categoria che in Italia abbonda, entrerebbero con l’auto già danneggiata per poi farsi rimborsare la riparazione dall’assicurazione del parcheggio; ciò è facilmente evitabile con visori ad ampio raggio che filmano totalmente l’auto al suo ingresso); in tali parcheggi contro presentazione del ticket del parcheggio stesso potrebbero essere ritirati biglietti giornalieri gratuiti validi su tutta la rete Atm.
Anche i residenti poi vanno maggiormente incentivati all’uso dei mezzi pubblici, però questi ultimi devono essere loro forniti con una frequenza da città civile e moderna: arrivare a una fermata e leggere sul display attese di 17-18 minuti, disincentiva assai l’uso del servizio pubblico.
E poi la frequenza dei mezzi non deve differire, o comunque deve differire poco, nelle ore diurne e in quelle notturne, perché il cittadino deve avere la certezza di poter tornare a casa con i mezzi pubblici a qualsiasi ora, anche notturna, e così non penserà di usare l’auto se vorrà restare in città per una cena o un cinema.
Non stiamo inventando nulla di nuovo o inesistente o impraticabile, sarebbe sufficiente che l’Assessore o chi per lui, con la modica spesa di un biglietto aereo giornaliero andata e ritorno. Milano-Berlino, andasse di persona a vedere come funzionano le cose lì: elevatissima frequenza dei mezzi pubblici, durata del servizio 24h (forse qualche rarefazione nelle ore notturne più avanzate, forse), col risultato che sono quasi inesistenti le auto parcheggiate nelle strade della città, e certamente non ne vedrete mai una in seconda fila, né vedrete parcheggiatori abusivi, straccioni e urlanti.
Sempre in un’ottica di incentivazione all’uso dei mezzi pubblici, ancora due cose:
si cominci a togliere il ridicolo confine della tariffa urbana, su alcuni degli ultimi tratti delle MM, e si faccia una politica di marketing invogliante all’acquisto di un abbonamento anziché di singoli biglietti, diminuendo fortemente i primi e aumentando i secondi, perché quando un cittadino ha comprato l’abbonamento è più incentivato ad usarlo, lasciando a casa la macchina.
Si hanno buoni motivi per ritenere che anche con le sole misure qui tratteggiate, si avrebbe un sensibile calo del traffico cittadino di autovetture e conseguentemente dello smog, Berlino docet, ma quand’anche fosse necessario qualche intervento straordinario di limitazione del traffico, si agisca col bisturi e non con la mannaia; facciamo solo un esempio: in un primo momento, il Comune aveva previsto una deroga per gli over 70, al provvedimento di limitazione del traffico fino ad euro 3, poi se l’è rimangiata con un colpo di spugna drastico e totale (la Regione l’ha mantenuta), non poteva soffermarsi, riflettere e magari mantenere la deroga ad esempio per gli over 80? Sono certamente di meno, ma forse hanno più bisogno di altri di usare la macchina specie nella stagione fredda e di cattivo tempo. Troppo difficile e faticoso riflettere? Pare proprio di sì.
Infine l’occasione è buona per tornare a proporre una vecchia idea, tra l’altro molto democratica, e cioè che all’Amministratore pubblico, responsabile di un determinato servizio, non siano concesse agevoli alternative a quello stesso servizio; in pratica all’Assessore traffico e mobilità non sia concessa auto di servizio, autista, corsie preferenziali, parcheggio riservato (per carità, gli si riconosca un congruo indennizzo perché lo scopo non è di danneggiarlo economicamente).
Se l’Assessore dovrà ogni giorno spostarsi con la sua auto o con i mezzi pubblici per arrivare al suo posto di lavoro, e altrettanto la sera per rientrare a casa, più gli eventuali spostamenti di lavoro durante la giornata, testando di persona la situazione rendendosi così conto delle difficoltà e dei possibili rimedi, siamo certi che le cose funzionerebbero meglio a tutto vantaggio della utenza e globalmente della collettività.
Eduardo Szego
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