7 novembre 2017

IL GOVERNO DEMOCRATICO DELLA CITTÀ E LA SICUREZZA

La Conferenza del Forum Europeo per la Sicurezza Urbana. 15 -17 novembre


Propongo qui qualche suggerimento utile agli aderenti del Forum Europeo per la Sicurezza Urbana e ai partecipanti alla Conferenza che il 15-17 novembre 2017 riunirà a Barcellona 250 rappresentanti di città europee di 17 paesi (1). Questo Forum – FESU in francese e italiano e EFUS in inglese – (2) fu creato nel 1987 da Gilbert Bonnemaison (un ex-deputato del partito socialista francese, molto impegnato nella difesa dei diritti fondamentali) e da Michel Marcus, ex-magistrato, che durante più di venti cinque anni ne é stato il principale e infaticabile animatore sino alla sua scomparsa il 10 nov. 2016.

06palidda37FBLa battaglia principale di Bonnemaison e Marcus, due grandi esempi di impegno per una giustizia effettivamente democratica, è stato di sollecitare le autorità europee e nazionali a privilegiare la prevenzione sociale, cioè la gestione pacifica dei problemi e malesseri sociali, anziché la repressione e le sanzioni, puntando innanzitutto sull’impegno degli enti locali nella difesa dei diritti fondamentali e delle politiche sociali.

Da allora il Forum ha continuato a raccogliere adesioni dappertutto in Europa, ma l’impatto della sua missione resta limitato dall’attuale congiuntura che dal 1990 e soprattutto dopo l’11/9/2001 spinge verso la «tolleranza zero» cioè il sicuritarismo spesso razzista e condiziona fortemente tutti gli eletti a livello nazionale e locale, soprattutto i sindaci, compresi quelli che si dicono democratici.

In continuità con le precedenti conferenze internazionali organizzate dal FESU-EFUS a Montréal (1989), Parigi (1991), Napoli (2000), Saragozza (2006) e Aubervilliers/Saint-Denis (2012) [3], il Forum col Governo della Catalogna e la Città di Barcellona organizzano questa nuova conferenza internazionale e interdisciplinare che avrà per tema la “coproduzione delle politiche di sicurezza urbana”.

Il Manifesto di Aubervilliers e Saint-Denis [4], alla fine della conferenza del 2012, è stato proposto come la «piattaforma politica sulla sicurezza urbana qui riunisce i valori e i principi che fondano la sua azione e quella dei suoi membri».  Tali valori e principi si riassumono nella frase: “Gli enti locali europei privilegiano la prevenzione alfine di garantire alle generazioni future la sicurezza come diritto fondamentale ed elemento indispensabile della qualità della vita nella città”; a questo si aggiunge l’idea che «le politiche sociali di prevenzione sono particolarmente efficaci nella lotta contro la violenza e la criminalità. Ricordiamo che la prevenzione è meno costosa non solo dal punto di vista economico ma anche sociale». L’azione del FESU-EFUS è quindi “fondata sulla convinzione che la sicurezza è un bene comune, la cui produzione deve coinvolgere l’insieme degli attori della vita urbana e che si basa su un equilibrio tra prevenzione, sanzione e coesione sociale».

Gli argomenti della nuova conferenza di Barcellona sono: «la prevenzione della radicalizzazione violenta, la lotta contro le discriminazioni, la prevenzione delle violenze alle donne, l’aiuto alle vittime ma anche la pianificazione dello spazio pubblico, la gestione della vita notturna, ecc.».

Questa conferenza è senz’altro una “buona cosa” rispetto alla deriva sicuritaria di tanti sindaci ed eletti di destra ma anche di sinistra. In quasi tutti i paesi europei una buona parte se non la maggioranza degli eletti adotta ormai dei discorsi, attitudini e comportamenti apertamente a favore di “pugno di ferro”, “più repressione e più penalità”; ciò non solo contro il terrorismo che conduce a sospettare anche dei rifugiati che scappano da guerre e fame, ma anche a proposito di ciò che si pretende come “decoro, morale e igiene”, contro le cosiddette “inciviltà urbane” abitualmente  attribuite ai giovani delle periferie, ai figli di immigrati, e ai cosiddetti “clandestini”.

Tuttavia, mentre buona parte dell’Europa sostiene un indurimento del proibizionismo razzista delle migrazioni [5], un gran numero di città ha raggiunto la rete mondiale delle città antirazziste e contro tale proibizionismo. Dopo Barcellona, dove in febbraio 2017 oltre 160 mila persone hanno manifestato a favore dell’accoglienza dei rifugiati [6], New York ha organizzato il NYC Immigrant Heritage Week, Boston l’Immigrant Heritage Month-I am an Immigrant, il sindaco di Chicago, Rahm Emanuel, ha lanciato il conto Twitter @ChiNewAmericans per dare il benvenuto ai nuovi immigrati, Madrid sta organizzando una manifestazione come quella dei 100 mila  il 18 maggio scorso a Milano [7]. A questa rete hanno aderito anche Londra, Amsterdam, Atene, Berlino, Grandsk, Los Angeles, Montreal, Parigi, Stoccolma, Toronto e Varsavia.

Va però constatato che il discorso e le azioni del FESU-EFUS e dei suoi aderenti non solo mantengono un profilo molto moderato, il che è comprensibile, ma soprattutto non sollecitano la priorità che dovrebbe essere accordata a un governo della sicurezza effettivamente democratica. Questa priorità è la tutela dei diritti fondamentali di tutti gli abitanti della città (e non solo dei residenti poiché senza il benessere di tutti non può esserci benessere solo di alcuni); questo vuol dire innanzitutto la tutela di fronte ai rischi sanitari-ambientali e ai rischi economici.

Un governo della città effettivamente democratico dovrebbe agire innanzitutto contro tali rischi, cioè contro ciò che provoca il più gran numero di morti (i tumori e le altre malattie provocate dall’inquinamento, dalle emissioni tossiche da parte di tante attività industriali ecc.), contro le speculazioni finanziarie – immobiliari e i loro disastri (si pensi alle alluvioni e alle conseguenze dei terremoti); [8] lo stesso dicasi per le economie sommerse che producono neo-schiavitù, trattamento criminale dei rifiuti, evasione contributiva e fiscale e anche intrecci fra attività legali e criminalità organizzata o mafie. Ricordiamo che in Italia le economie sommerse costituiscono più il 32% del PIL, e si possono stimare a circa otto milioni le persone (immigrati regolari e irregolari e in maggioranza italiani) che oscillano fra precariato, semi-precariato e lavoro nero totale.

È attorno alla lotta contro questi rischi che gli enti locali potrebbero promuovere una forte e quotidiana cooperazione con gli abitanti e tutte le istituzioni sociali locali e nazionali. Il discorso sulla prevenzione, quindi, non deve limitarsi unicamente alla prevenzione sociale, cioè alle risposte sociali di fronte alla cosiddetta devianza e/o delinquenza di qualche giovane e di “marginali”. Sappiamo bene che senza risanamento / recupero / restauro o rinnovo non si può implementare la prevenzione né per ciò che riguarda i rischi sanitari-ambientali, né per le economie sommerse e neanche per la devianza o il degrado degli spazi pubblici. Inoltre, il risanamento e dopo la prevenzione possono produrre un gran numero di posti di lavoro e in più delle opere per il futuro della società.

Possiamo quindi comprendere meglio che la posta in gioco cruciale nel governo locale riguarda in particolare la polizia municipale. La deriva sicuritaria che s’è imposta un po’ dappertutto in Europa ha spinto le polizie municipali a imitare l’orientamento unilaterale delle polizie nazionali, cioè a diventare una sorta d’ausiliarie nella lotta al terrorismo e peggio all’immigrazione cosiddetta clandestina e ancora alle false insicurezze [9]. Come segnala Laurent Mucchielli nel suo studio sulle polizie municipali in Francia [10], così come in altre ricerche anche in Italia[11], questa deriva a volte conduce a un vera e propria “distrazione” dell’attenzione, dei mezzi e delle forze sino a perdere di vista o tralasciare gli stessi compiti istituzionali che spettano alle polizie municipali (il che riguarda in parte anche le forze di polizia nazionali).

È per esempio su tale aspetto che sarebbe molto importante che il FESU-EFUS e gli eletti e sindaci democratici dovrebbero far appello al rispetto dei principi e delle finalità della missione delle polizie locali, ossia innanzitutto la tutela degli abitanti contro tutto ciò che è nocivo alla salute pubblica, quindi la lotta contro le fonti di inquinamento e la lotta contro le economie sommerse e le neo-schiavitù che provocano gravi danni alle collettività locali oltre che alla ricchezza pubblica. Occorre ricordare con forza che le forze di polizia e la magistratura dovrebbero fornire tutela innanzitutto alle vittime (compresi ovviamente gli immigrati irregolari), proteggere la vita stessa degli abitanti, e proteggere le donne (immigrate e nazionali) colpite da molestie e violenze sessuali che sono tipiche di posti di lavoro precari, semi-precari e da neo-schiavi. Insomma, la promozione di una sicurezza che si voglia effettivamente democratica dovrebbe stabilire il rispetto rigoroso delle missioni degli enti locali come dello stato di diritto detto democratico: la tutela della vita della popolazione e quindi delle vittime di ogni attacco alla vita.

E, ricordiamolo: ogni anno nelle città europee si muore soprattutto di cancro provocato da inquinamento ed emissioni tossiche varie e a causa di condizioni di vita e di lavoro da neo-schiavitù. E’ senz’altro indiscutibile che il terrorismo sia una minaccia molto grave; ma, delle polizie e una giustizia che agiscono unicamente contro tale minaccia e ignorano ciò che produce più vittime sono evidentemente fagocitate dalla logica strumentale che nasconde le vere insicurezze, disprezza le vittime e occulta i responsabili. La «distrazione di massa» che si affermata soprattutto dopo gli attentati terroristi in Europa ha avuto la terribile forza pervasiva di distrarre anche le persone sinceramente democratiche che ci sono anche nei ranghi delle forze di polizia e della magistratura e nella pubblica amministrazione. Le questioni della sicurezza meritano sempre più la massima attenzione e rigore.

Sarà difficile rovesciare l’allineamento alla logica sicuritaria che domina oggi questo area del governo locale, nazionale ed europeo. Ma è possibile promuovere pratiche più umane e più attente alle aspettative della maggioranza della popolazione. E per far ciò è possibile puntare sulla cooperazione tra i coerenti democratici fra gli abitanti, i comitati a difesa della salute, il personale delle forze di polizia, i magistrati e i professionisti delle agenzie di prevenzione e controllo (a cominciare dagli ispettori del lavoro, delle ASL, i funzionari delle aziende del trattamento dei rifiuti, della protezione civile ecc.). Per esempio, le esperienze maturate anche in Italia mostrano che le cosiddette operazioni interforze dovrebbero essere programmate abitualmente dappertutto, così come la tutela dei lavoratori al nero offrendo loro prospettive di lavoro regolare. I nostri migliori auguri ai partecipanti alla conferenza di Barcellona!

Salvatore Palidda

Dipartimento di Scienze della Formazione Università di Genova
(1) http://efusconference2017.eu/?lang=fr
(2) http://www.fisu.it/
(3)https://efus.eu/fr/resources/publications/efus/3779/
(4) disponibile in CS-DE-EL-EN-ES-FR-IT-NL-PL-PT : https://efus.eu/fr/resources/publications/efus/3964/
(5) https://www.alfabeta2.it/2016/05/29/12960/; https://blogs.mediapart.fr/salvatore-palidda/blog/240817/en-libye-la-guerre-aux-migrants-et-la-competition-entre-l-italie-et-la-france;
https://blogs.mediapart.fr/salvatore-palidda/blog/100817/l-hostilite-l-immigration-en-italie-et-la-fin-de-l-etat-de-droit; https://blogs.mediapart.fr/salvatore-palidda/blog/110717/le-triomphe-du-prohibitionnisme-fasciste-et-raciste-des-migrations-en-europe
(6) istae propria a in Framolizie municipali in Francia e dell’la prévention civile, tants, les policiesr, les jueges rité de la p
http://www.lastampa.it/2017/02/18/esteri/barcellona-scende-in-piazza-vogliamo-i-rifugiati-7QPB7Xy9kwUZ12Bh8J0UCI/pagina.html; http://www.repubblica.it/esteri/2017/02/18/foto/barcellona_corteo_rifugiati-158641918/1/#1;
(7) http://milano.repubblica.it/hermes/inbox/2017/05/19/news/la_giornata_migliaia_di_persone_oggi_in_piazza_i_centri_sociali_insistono_no_a_una_sfilata_filogovernativa-165882142/;
https://blogs.mediapart.fr/salvatore-palidda/blog/220517/milan-comme-barcelone-personne-nest-illegal
(8) https://blogs.mediapart.fr/salvatore-palidda/blog/041015/ces-catastrophes-naturelles-provoquees-par-la-gouvernance-neo-liberale
(9) https://www.routledge.com/Governance-of-Security-and-Ignored-Insecurities-in-Contemporary-Europe/Palidda/p/book/9781472472625; https://www.alfabeta2.it/2015/10/25/siamo-in-guerra-e-non-lo-sappiamo-crimini-climatici/;
(10) vedi i suoi articoli nel suo blog: https://www.mediapart.fr/search?search_word=Mucchielli&page=1&sort=date&order=desc, e in particolare L’évolution des polices municipales en France: une imitation des polices d’État vouée à l’échec? : https://www.cairn.info/load_pdf.php?ID_ARTICLE=DS_412_0239erienze maturate anche in Italiaca-precariato e lavoro nero totale).
(11) https://www.researchgate.net/publication/280246495_The_Italian_Police_Forces_into_neoliberal_frame_an_example_of_perpetual_coexistence_of_democratic_and_authoritarian_practices_and_of_anamorphosis_of_democratic_rules_of_law



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