18 ottobre 2017

la posta dei lettori_18.10.2017


Scrive Celestino Spada sui vigili urbani – Gentile Direttore, da Roma, da dove vi seguo da anni, rilevo una notevole assonanza di analisi e di argomentazioni con quelle correnti a Milano sul ruolo (latitante) dei vigili urbani nel governo quotidiano della città e sui necessari e possibili rimedi (efficienti, possibilmente, in tempi non biblici).

Nell’articolo di Gabriele Ghezzi ci si imbatte in un “comma 22” esattamente nella prima critica (che regge tutte le altre) rivolta dall’autore alla decisione della giunta milanese di nominare un comandante dei vigili urbani proveniente da un altro corpo dello Stato. Riporto qui il testo: “La prima (critica) è nella certezza che un Comandante della Polizia Locale debba essere individuato all’interno dell’Amministrazione Comunale, meglio se nel Corpo. Alla Polizia Locale manca la consapevolezza della propria identità, che non gli potrà dare un seppur valido Dirigente di un’altra amministrazione, seppur di Pubblica Sicurezza”.

Come ne uscirete (come ne usciremo anche noi a Roma)? A Firenze c’è una situazione analoga. Un problema di servizi essenziali per la convivenza civile, comune alle maggiori città italiane? Un problema nazionale? Se ne parlerà in campagna elettorale? A Roma, intanto, si pensa di assumerne ancora di vigili urbani.

Scrive Giorgio d’Amico sulla riapertura dei Navigli – L’uso dello strumento referendario dovrebbe essere limitato a quelle questioni i cui termini sono facilmente comprensibili per il cittadino o perché sono assolutamente basilari (monarchia o repubblica) o perché fanno diretto e immediato riferimento all’esperienza di vita di ciascuno (divorzio sì o no). Condivido quindi le perplessità di Luca Beltrami sull’impiego di un tale strumento per decidere sulla riapertura dei Navigli a Milano.

Dato, però, che il referendum si terrà, io credo che la migliore risposta sia NO, e ciò per due ordini di motivi. Il primo si riconduce a una questione di metodo: le scelte del Comune dovrebbero essere guidate dalla conoscenza dei bisogni dei cittadini della città metropolitana e da una graduatoria di priorità che metta in fila questi bisogni per ordine di urgenza decrescente. Che io sappia tale lista ragionata e ordinata di bisogni non esiste e quindi non si capisce perché la riapertura dei navigli debba essere più importante, per esempio, del miglioramento della mobilità nell’area metropolitana oppure della disponibilità di alloggi pubblici a basso costo.

Il secondo ordine di motivi riguarda il merito: quali sono le stime attendibili dei costi e dei benefici – nel breve, medio, lungo e lunghissimo termine (i navigli una volta riaperti ce li teniamo così per decenni, quindi ha senso porsi domande a lunga scadenza) – per la cittadinanza dell’area metropolitana? come si ridisegna la mobilità sul territorio? con quale modello di città metropolitana un tale progetto è coerente?

Giustamente Luca Beltrami chiede che i cittadini siano informati perché bisognerebbe “conoscere per deliberare”; io ricordo che quando la Stato della California o una Municipalità californiana intende sottoporre alla popolazione un quesito referendario (cosa che avviene regolarmente in coincidenza con le elezioni politiche o presidenziali) ogni quesito è accompagnato da un documento a favore del “sì” e uno, di pari lunghezza, a favore del “no”, stesi dai relativi comitati.

Siccome i referendum di solito sono molti ogni elettore si vede recapitare per posta, un paio di mesi prima, un plico con tutta la documentazione relativa. Se Maroni spende 25 milioni solo per comprare 25.000 tablet (del tutto inutili) per il suo referendum, non dovrebbe essere impossibile recuperare un po’ di soldi per affrontare le spese di stampa e spedizione delle dichiarazioni a favore e contro.

Scrive Alessandra Nannei sullo sciopero dei trasporti pubblici – Calcolare i costi sociali dello sciopero dei trasporti pubblici non dovrebbe essere difficile. La Regione Lombardia finanzia un istituto di studi economici e sociali, E’upolis Lombardia, che potrebbe occuparsi di una ricerca ad hoc.



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