3 maggio 2017

SORPRESA, NELLE FABBRICHE SI IGNORA IL JOBS ACT E SOPRAVVIVE L’ARTICOLO 18

Aggirare il Jobs Act con accordi aziendali, o addirittura individuali


L’ultimo accordo anti Jobs Act la Cgil lo ha firmato a Trani, in Puglia. Nel cambio d’appalto per il servizio di vigilanza delle isole ecologiche, sono stati salvati i lavoratori e pure l’ormai defunto articolo 18. Le sette guardie giurate non solo sono state assunte dalla nuova azienda. Ma l’azienda stessa continuerà a garantire loro anche la vecchia disciplina contro i licenziamenti illegittimi cancellata dal Jobs Act.

08barattaFBSe le piazze non sono servite e la Consulta ha respinto il quesito referendario della Cgil per abolire le modifiche introdotte all’articolo 18, il sindacato di Susanna Camusso da tempo lavora nelle retrovie per aggirare il Jobs Act. Con accordi aziendali, o addirittura individuali, per i lavoratori che passando da un’azienda all’altra non ci pensano nemmeno a entrare nel magico mondo delle tutele crescenti. Il “vecchio” articolo 18 si trasforma così in un benefit per attirare manodopera qualificata. Soprattutto nei grandi distretti industriali metalmeccanici in Lombardia ed Emilia Romagna, dove la contrattazione sindacale ha ancora un suo peso.

La formula usata è:“Con anzianità di servizio antecedente al 7 marzo 2015”. I singoli lavoratori contattano i sindacalisti e si tratta. Soprattutto quando in gioco ci sono operai esperti. Finora molti accordi sono stati sottoscritti dalle aziende senza fare troppa pubblicità, in attesa del possibile referendum cgiellino. Ma con la bocciatura del quesito, l’atteggiamento degli imprenditori è cambiato …. Continua a leggere su Linkesta, cliccando qui.

 

Lidia Baratta



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