15 marzo 2017

LEPERIFERIEALCENTRO

Camminare la periferia per scoprire come ridistribuire le opportunità


Un soggetto nuovo si affaccia al mondo dell’associazionismo civico partecipativo milanese: Leperiferiealcentro. Un movimento nato in modo spontaneo, non organizzato, che raccoglie persone di età, professioni e universi politici e culturali anche molto eterogenei e che ora, con due anni di lavoro alle spalle, si struttura in associazione culturale. Lo spirito è quello del volontariato e della cittadinanza attiva.

06ponzini10FBLeperiferiealcentro perché la frattura economica tra un centro trainante – peraltro ormai dai contorni geografici mobili e non nettamente definibili – e una periferia, anche sociale, rallentata dalla mancata ridistribuzione delle opportunità, è il tema cultural-politico, contemporaneo e universale, di cui ci vogliamo occupare, focalizzandoci sul contesto milanese.

Il nome indica un programma di lavoro che vuol portare lo sguardo sulle problematiche ma soprattutto sulle risorse e le energie delle periferie. Sulle ricchezze aggregative, le esperienze di integrazione culturale tra nazionalità diverse, le serate in riunione nelle sale degli oratori, nei circoli politici e culturali, le feste di quartiere, le biblioteche di caseggiato, il cinema nei cortili, le scuole di italiano (al Giambellino ve ne sono cinque!). E non si tratta solo di forme di “resilienza” ma di vera e propria energia creativa. E soprattutto di spunti che spesso diventano in queste zone motore sia economico che culturale.

Incontriamo tutto ciò dapprima muovendoci sulle strade dei quartieri attraverso vere e proprie camminate, organizzate in collaborazione con le associazioni e i comitati locali, con i quali manteniamo poi una relazione stabile di lavoro. Una pratica di contatto e ascolto che mette sì in luce bisogni e istanze, ma anche esperienze e progetti positivi. E che comunque crea una reciproca ricchezza da mettere poi in rete e regalare alla città, ad altri quartieri, periferici o meno.

A quel punto organizziamo incontri pubblici con i cittadini. Il metodo è sempre quello di scegliere le domande iniziali e offrire un supporto tecnico e logistico per il confronto con gli abitanti e le associazioni invitate mantenendo però un approccio maieutico, che faccia soprattutto emergere ciò che già c’è o intravedere le potenzialità delle esperienze di quartiere. Gli incontri sono infatti tutti strutturati in modo da limitare a pochi minuti le voci dei relatori e lasciare poi ampio spazio al dibattito.

Da ultimo, volendo portare l’attenzione mediatica e soprattutto delle istituzioni su progetti da noi ritenuti di interesse per tutti i quartieri milanesi, organizziamo tavoli di lavoro e approfondimento, ai quali invitiamo esperti, responsabili istituzionali, realtà associative più strutturate o internazionali che possano offrire spunti e suggestioni.

Il servizio alla città è quello di far da ponte tra le esperienze diversificate e spesso poco conosciute dei quartieri e le istituzioni, la stampa che ne può scrivere. Inoltre, selezionando ogni volta buone pratiche o prototipi replicabili in altre aree, si offre alle istituzioni la possibilità di guardare a dei casi, che possano però fare da canovaccio ed essere adottati come tracce in altri contesti, con il conseguente risparmio di tempi, risorse, energie ottenendo un risultato qualitativamente alto.

In questo momento abbiamo individuato nel Piano per le Periferie e nel percorso di riqualificazione degli scali ferroviari milanesi occasioni per poter sostenere progetti di ascolto e architettura partecipata nei quartieri al fine di orientare il più possibile questi grandi cambiamenti in funzione dei veri bisogni dei cittadini.

Centrale è infine il tema del verde, che riteniamo debba essere parte fondante delle trasformazioni cittadine, non arredo né mero ornamento. Reale infrastruttura che può disegnare la trasformazione urbanistica della città ed esserne persino uno dei motori economici. Verde che proprio dalle nostre camminate abbiamo imparato che può essere gestito in forme più efficienti: un parco giochi di periferia in degrado se si trasforma in giardino condiviso può diventare esperienza di cura dello spazio pubblico da parte dei cittadini, che così non solo ne garantiranno il mantenimento e la possibilità di utilizzo, ma vi troveranno uno spazio che crea senso di appartenenza e sentimento di cittadinanza.

 

Chiara Ponzini

 

 

 



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