7 febbraio 2017

MILANO – NEW YORK: RIFUGIATI E MIGRANTI IN ARRIVO

Il “new deal” di Trump o qualcosa di diverso?


Evidenziare collegamenti tra le due città una settimana fa era quasi immediato: là un grande attivismo di avvocati, qui una grande ammirazione per il loro agire, per le generose modalità di opposizione all’ordine di Trump sul “ban dei cittadini o nativi dei 7 paesi”. Come altre volte prima (come già fu per il digitale e sulla collaborazione per la giovane imprenditoria) cercare nessi e distinzioni nei comportamenti degli abitanti delle due città sembrava immediato. Unica la domanda che nasceva: perché a tanta ammirazione per gli avvocati americani, che si esprimeva sui nostri social e nelle conversazioni, non corrispondeva un analogo ammirato rispetto verso i giuristi italiani che nel nostro paese sono costantemente impegnati nella tutela dei diritti civili? Mentre promuovono azioni di advocacy, difesa degli stranieri e dei migranti, esprimono pubblicamente a Milano la loro solidarietà ai colleghi incarcerati  nella Turchia di Erdogan.

04nannicini05FBCerto un’insorgenza di attenzione emozionata e preoccupata o a momenti esultante per quelle che apparivano vittorie, anche se parziali e temporanee in USA, era determinata dall’enormità del fatto, dal senso di valanga che avrebbe potuto determinare tra gli stati del pianeta, mentre qui in Italia più che in Europa abbiamo i nostri “momenti” nei lutti, nel dolore di una nuova strage nel Mediterraneo, un assassinio di un giovane africano, e purtroppo non fanno quasi notizia i numerosi episodi di discriminazione razziale e religiosa e siamo ormai assuefatti all’incessante numero di morti in mare al quale i media prestano sempre meno attenzione. Ma non ancora assuefatti a Milano, non così diffusamente, non sempre, è l’orgoglio del nostro senso civico.

Una settimana fa la domanda era come rendere più conosciute le azioni dei singoli legali e delle associazioni presenti (dall’ASGI Associazione per gli Studi Giuridici sull’Immigrazione, ad Avvocati per niente, ma anche la Camera Penale e la Camera Minorile) come creare presso i cittadini “normali, i non esperti, i non professionisti nel campo, eppure mediamente informati, un moto di vicinanza. Attenzione e conoscenza, considerazione per quelli che nel nostro paese come i loro colleghi negli aeroporti americani sono protagonisti di quotidiane azioni legali dirette a fianco di vittime della tratta, di diritti di famiglie da ricongiungere, di espulsioni, di trattenimento nei CIE e altrettante significative attività di formazione verso studenti universitari e più giovani colleghi, informazione a operatori sociali … registrando negli ultimi anni un aumento di sensibilità negli ambiti appunto giuridici e sociali.

Una settimana fa era una domanda da rivolgere ai cittadini milanesi, a quelli e quelle che hanno costituito una compagine infaticabile e una costante presenza di supporto alle variegate forme di accoglienza ai migranti, ai rifugiati, ai transitanti, alle decine di migliaia che sono passati di qui … una domanda a una città che è stata protagonista dell’accoglienza sociale, dalle prime necessità allo sviluppo di modalità sempre più accurate, per esempio verso i minori che viaggiano da soli.

Una domanda da rivolgere alla città perché questa esperienza, e le scelte che l’hanno sottesa, venissero portate con sempre maggior forza a livello nazionale, al Parlamento e al Governo, perché vengano sviluppate norme necessarie per l’integrazione, come la riforma della cittadinanza cioè la legge sullo ius soli, sia pure nella forma temperata e l’abolizione della Bossi-Fini.

Sono passati pochi giorni e abbiamo invece un accordo sulla Libia che segue le orribili orme di quello sulla Turchia, un accordo informale a Malta, e le nostre frontiere non sono diverse dal Ban di Trump. Come scrive Annalisa Camilli su Internazionale: “Secondo l’Associazione studi giuridici sull’immigrazione, con la firma del memorandum d’intesa con la Libia l’Italia viola “il diritto di asilo consacrato nella costituzione italiana e il dovere di rispettare i diritti umani previsti nel diritto internazionale e vincolanti per il nostro paese”. Secondo l’Asgi, inoltre, l’Italia usa i fondi della cooperazione per finanziare la militarizzazione della frontiera.”

“L’Unione Europea tradisce i principi cardine della civiltà giuridica e viola la base democratica sulla quale si fonda la pacifica convivenza dei cittadini” afferma il presidente dell’Associazione per gli Studi Giuridici sull’Immigrazione, l’avvocato Lorenzo Trucco. E anche Emma Bonino ha espresso una posizione molto netta sulla Stampa: «L’Europa si è scandalizzata per il bando di Trump e il muro al confine con il Messico, ma quello che stiamo facendo in Europa non è poi così diverso. Un Paese, la Libia, viene pagato perché metta un “tappo” per trattenere tutti i migranti di qualunque nazionalità. Un piano che qualcuno ha definito “Trump soft”, simile a quello già applicato in Turchia».

La nostra indignazione sui Ban di Trump ci coinvolgerà anche e fino a difendere la nostra Costituzione e i principi fondativi dell’Europa? Questa domanda ci riguarda tutti, tecnici professionisti e cittadini.

 

Adriana Nannicini

 



Condividi

Iscriviti alla newsletter!

Per ricevere in anteprima sulla tua e-mail gli articoli di ArcipelagoMilano





Confermo di aver letto la Privacy Policy e acconsento al trattamento dei miei dati personali




Ultimi commenti