14 dicembre 2016

CITTADINI IN TRANSITO: QUALE MOBILITÀ PER L’AREA METROPOLITANA MILANESE?

Una nuova strategia che sfrutti tutte le innovazioni e le potenzialità


Cittadini in transito. Mobilità efficace per gli abitanti metropolitani: con questo titolo AIM (Associazione Interessi Metropolitani) ha organizzato un convegno con l’intento di individuare bisogni e aspettative dei cittadini metropolitani e delineare alcune strategie di risposta avviando un dialogo tra istituzioni pubbliche, università, aziende private e rappresentanze politiche.

10diappi41fbUna prima questione riguarda le caratteristiche della domanda di mobilità: come si muovono i cittadini metropolitani? Quali i nuovi modelli di spostamento? Quali i problemi? Si nota una progressiva disarticolazione tra luogo di residenza e luogo di lavoro, che dà conto di segnali di indebolimento di alcuni i distretti produttivi locali in particolare del nord ovest milanese, con una loro maggiore gravitazione su Milano (Franco Sacchi, PIM). Emerge poi una nuova mobilità pendolare di lunga distanza, resa possibile dall’alta velocità, che consente di continuare a vivere là dove si è sempre vissuto spostandosi giornalmente per motivi di lavoro anche su lunghe percorrenze.

Il capoluogo, che nel decennio precedente aveva ridotto la sua area di influenza a favore di flussi trasversali o di bacini locali attorno a poli, ha, nell’ultimo decennio, invertito l’andamento: si ritorna alla forte polarizzazione del cuore metropolitano, rafforzata da un’offerta di trasporto sostanzialmente radiocentrica.

Offerta radiocentrica, ma efficace? Una ricerca sui movimenti degli studenti universitari di quattro università cittadine, presentata da Colleoni (Unimib), afferma che il tragitto medio degli studenti metropolitani, esclusi i Milanesi, è di ben 77 minuti, per una distanza media di 47 km. Dati non confortanti, che evidenziano due rischi: l’opzione per l’auto, se possibile, o la rinuncia a frequentare, anche per il costo elevato dell’abbonamento ferroviario. L’esigenza di ridurre le disparità metropolitane nell’accessibilità e nelle tariffe dei vari mezzi di trasporto pubblico attraverso l’unificazione tariffaria è tema ricorrente nel convegno, un’assoluta priorità per i cittadini metropolitani, già in agenda nel Piano Strategico della Città Metropolitana.

Uno zoom sulla mobilità all’interno del Comune di Milano basata sull’analisi dei tracciati dei telefoni cellulari (Paola Pucci, Polimi) consente di leggere come vengono vissuti i diversi luoghi della città nelle varie ore del giorno, nei giorni festivi e durante gli eventi. Si evidenziano addensamenti spaziali nelle diverse fasce orarie che indicano le aree particolarmente frequentate per i più diversi motivi: servizi alla persona, shopping, svago serale, o per i grandi eventi come il Fuorisalone. Mappe che ci mostrano come le ore di punta si ammorbidiscano e come i percorsi sistematici casa-lavoro si affievoliscano a favore di itinerari più complessi che collegano varie destinazioni, mostrando le vere pratiche di fruizione degli spazi urbani.

Sono quindi rappresentazioni spazio/temporali della vitalità urbana ancorata alla mobilità, andamenti che sarebbe utile monitorare per adeguare l’offerta alla domanda e per orientare efficacemente le politiche di rigenerazione urbana. Dotare l’area metropolitana di hub intermodali, un tema ricorrente nel convegno, se progettati non solo come aree di scambio, ma come luoghi vivibili, sicuri, dotati di servizi commerciali e alla persona, non solo migliorerebbe l’accessibilità e le opzioni di scelta dei mezzi, ma creerebbe dei nuclei di vitalità nel tessuto metropolitano.

Il tema degli hub viene rilanciato nell’intervento di Camilla Mele sulle differenze di genere nei modelli di mobilità: una soluzione progettuale che faciliterebbe i percorsi multiobiettivo delle donne in condizioni di migliore accessibilità e sicurezza.

Come sta evolvendo invece l’offerta di trasporto? Due le direzioni affrontate nel convegno: il trasporto pubblico tradizionale e le nuove forme di smart mobility. De Vita e Botto (Città Metropolitana) hanno presentato alcuni progetti, prevalentemente di ricucitura e completamento, delle linee e infrastrutture di trasporto. Qui non possiamo darne una sintesi, sembra di capire però che non si stia aprendo una stagione di grandi opere infrastrutturali, quanto piuttosto di coordinamento tra i vari operatori e mezzi di trasporto, di creazione di hub intermodali e di unificazione delle tariffe.

La smart mobility rappresenta sicuramente l’innovazione più interessante e promettente per Milano città: l’adozione di sistemi di bike, scooter e car sharing e car pooling, auto elettriche, interfacciati a piattaforme web di abbinamento domanda/offerta, sta avendo sempre maggior diffusione. Milano è leader delle città italiane e tra le più avanzate a scala europea.

Ma quanto conta oggi la smart mobility nel comune di Milano e quali le sue potenzialità nell’area metropolitana? Siamo oggi in una fase iniziale in cui i numeri sono ancora modesti, circa 12.000 noleggi in car sharing giornalieri, (l’1,3% dei movimenti totali) con un parco di 3000 veicoli e 450.000 iscritti (Sevino, AMAT).

Numeri che indicano una bassa rotazione dei veicoli, non consentendo ancora agli operatori di raggiungere un soddisfacente risultato economico (Mortara, Sharen’go). Oggi come oggi quindi l’esportazione di questi sistemi nell’area metropolitana sembra improponibile; per quanto «smart» e tecnologici, essi richiedono comunque masse critiche e densità importanti per potersi sostenere sul mercato (Paolo Beria, Polimi). Si potrebbe estendere car e bike sharing solo ai Comuni più densi attigui a Milano e, per l’area metropolitana estesa, optare per un modello diverso che concentri i servizi in sharing presso gli hub intermodali e i grandi attrattori dell’hinterland, quali i poli produttivi e i nuclei ospedalieri (es: Humanitas, IEO, San Donato).

Infine la tavola rotonda dei Sindaci ha messo ben in evidenza la discontinuità di servizio e tariffazione tra Milano capoluogo e i comuni metropolitani, in particolare quelli della prima corona. I servizi in sharing si fermano ai confini del capoluogo, le tariffe si impennano generando una disparità inaccettabile tra cittadini distanti anche poche centinaia di metri.

Nella mobilità emerge in modo particolarmente evidente il conflitto tra città di fatto e città dei confini amministrativi (Balducci, Polimi), che costituisce una delle discriminanti maggiori nelle condizioni di vita urbane e metropolitane. Alla Città Metropolitana e della neonata Agenzia del Trasporto Locale è quindi affidato l’arduo compito della regia complessiva, che consenta equità ai cittadini metropolitani nell’esercitare un loro fondamentale diritto.

Lidia Diappi
Professoressa di tecnica e pianificazione urbanistica, Politecnico di Milano

 

(*) Il convegno si è svolto il 25 novembre 2016 presso la sede della Città Metropolitana. I materiali (programma e presentazioni) sono disponibili sul sito: http://www.aim.milano.it



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