16 novembre 2016
DESIGN-MAKER UNA PROFESSIONE O UN MESTIERE E IN CHE REGIME?
Figure della nuova economia innovativa
16 novembre 2016
Figure della nuova economia innovativa
Nel variegato mondo delle attività legate alla creatività il designer e l’auto produttore di design hanno una posizione sicuramente tanto importante quanto fino a oggi non valorizzata a sufficienza. Occorre distinguere fra la figura del designer da intendersi come una professione non regolamentata e quella dell’auto produttore di design–maker da ascriversi a una nuova categoria lavorativa.
Il designer, termine con cui universalmente si individuano coloro che si occupano di progettare nuovi prodotti per l’industria dell’arredamento, della mobilità (auto, moto, bici, ecc.) dei prodotti di largo consumo e sempre più usato anche per chi si occupa di moda, non ha una sua figura professionale riconosciuta come tale e questo pone molti problemi in termini di tutela dei propri diritti, di previdenza e tributari.
Sono tantissimi coloro che non rientrando nei requisiti degli ordini professionali (tipicamente architetti e ingegneri) non trovano una collocazione professionale precisa pur svolgendo, in alcuni casi da decenni, attività di creazione di prodotti di design per l’industria. La creatività, materia che ha molto a che vedere con l’innovazione, non può derivare solo da un mero titolo di studio. L’esperienza, la ricerca e la curiosità verso il nuovo sono alla base della creatività e occorre quindi fissare nuovi parametri per determinare l’appartenenza alla professione di designer.
Questo problema è ancora più sentito quando si tratta di auto produzioni, in questo caso alla attività creativa si associa anche la capacità realizzativa e quella commerciale per la vendita presso i consumatori dei propri prodotti. Fino a oggi gli autoproduttori – makers di design, in considerazione anche del fatto che spesso non svolgono questa attività in modo prevalente, ma come attività a integrazione di un lavoro principale, si sono sempre “arrangiati”, rimanendo in una sorte di limbo con soluzioni spesso estemporanee. L’evolversi della situazione lavorativa, complice la persistente, ormai strutturale, stagnazione economica, rende sempre più urgente un adeguamento delle normative in maniera.
Gli autoproduttori – makers, non possono dirsi né commercianti né artigiani, ma hanno tutto il diritto di vedere riconosciuta una loro categoria specifica. Milano Makers nei suoi quattro anni di attività ha sempre cercato di valorizzare l’operato dei makers del design e si propone, di promuovere il riconoscimento sia della professione di designer sia della categoria lavorativa degli autoproduttori – makers di design.
I governi a partire dagli anni ’80 si sono occupati di auto imprenditorialità e di nuove professioni recependo anche le normative comunitarie in materia. Ultimo, in ordine di tempo, se ne è occupato l’attuale governo con il Jobs Act dove in materia di auto imprenditorialità sono stabiliti una serie di incentivi per i giovani fino ai 35 anni e per le donne, tralasciando, curiosamente, gli uomini dai 35 anni in su che, evidentemente, non si ritiene di dover aiutare.
Nella legge di Stabilità attualmente in discussione alle Camere si parla di riordino delle aliquote previdenziali che vanno in questa direzione, ma fino a quando non si darà una risposta precisa anche a queste esigenze migliaia di persone di tutte le età continueranno a scontrarsi con mille problemi burocratici legati a una non definizione della propria posizione lavorativa. In particolare per le nuove generazioni che escono sempre più numerose dalle tante scuole di design, anche di livello universitario, si troveranno con dei titoli in parte mutilati nelle attuazioni pratiche.
Cesare Castelli
Presidente Milano Makers