28 giugno 2016

“URBISTIQUE”: UN MODELLO DI GESTIONE SISTEMICA DELL’ENTE CITTÀ

Le nuove frontiere della gestione urbana


Un ente complesso come la città necessita di una solida organizzazione, che sia in grado di affrontare secondo un approccio inclusivo e puntuale i molti problemi che la caratterizzano. Facile a dirsi, tutto ciò molto spesso risulta impossibile da mettere in pratica nel concreto. La difficoltà di costruire una struttura integrata che si occupi in modo efficace del sistema urbano e della sua geografia risiede in particolare nell’estrema varietà delle questioni che le amministrazioni pubbliche cittadine si trovano ad affrontare: differenze per grandezza dei progetti, per gli impatti sulla vita dei cittadini, per intensità dei servizi da erogare.

03cadenazzi24FBLa concezione di un percorso e di un’evoluzione per un dato tessuto urbano impone dunque di coinvolgere esperti di innumerevoli settori: dagli architetti progettisti ai professionisti della pianificazione territoriale, dagli economisti ai sociologi, agli ingegneri delle infrastrutture, e così via. Realizzare una rete efficiente dei trasporti di una grande metropoli richiede per esempio un insieme di competenze, di risorse e di tempistiche che deve al tempo stesso conciliare una serie di vincoli legislativi, ambientali, paesaggistici, nonché rispettare i bisogni dei cittadini e le esigenze delle imprese che operano sul territorio.

Di conseguenza, è necessario che in capo alle amministrazioni pubbliche cittadine si sviluppi un servizio, o meglio una direzione, che sappia leggere e interpretare la città innanzitutto come una macchina complessa quale effettivamente è, e in secondo luogo quale sistema aperto al centro di forze diverse e talvolta non perfettamente complementari. In questo senso, una risposta a questo problema è fornita dall’esperienza di alcuni Paesi di lingua francese, che hanno concepito nel tempo una nuova scienza: l’urbistique o – in italiano – urbistica. Se l’urbanistica rappresenta la disciplina che si occupa dello studio dei fenomeni che portano alla formazione degli agglomerati urbani, l’urbistica costituisce invece lo studio del metodo di gestione ottimizzante della città e di tutti gli elementi che la compongono.

L’urbistica è nata innanzitutto in Svizzera, a Martigny, dove dalla fine degli anni Ottanta è stato istituito il Centre de Recherches Energétiques et Municipales, CREM1, che ha fissato come propri obiettivi l’identificazione dei principali bisogni delle collectivités publiques e l’assistenza a tali enti locali nel rispondervi al meglio, soprattutto attraverso competenze tecniche di pianificazione e di gestione degli impianti idrici, energetici e delle telecomunicazioni. Oggi il CREM si occupa in particolare di accompagnare le amministrazioni e le imprese nel mettere a punto le migliori leve che possono consentire di raggiungere la piena efficienza energetica, la produzione di energia rinnovabile e la riduzione delle emissioni di CO2.

Il CREM svolge quest’attività di ricerca alla luce dell’equazione “territorio – bisogni – risorse – tecnologie di conversione”, e l’unicità del suo metodo consiste nell’affrontare in modo integrato, simultaneo e spaziale tutti le tematiche legate all’energia in un dato territorio ben definito dai propri confini geografici. Tale approccio sistemico consente di considerare simultaneamente un numero considerevole di soluzioni anche molto diverse fra loro per natura (utilizzo razionale, produzione, distribuzione, conversione e stoccaggio di energia) e di metterle a confronto in termini di performance territoriali.

Un altro caso in cui è stata adottata la disciplina dell’urbistica « pour une gestion intelligente de nos villes » può essere ritrovato nel Quebec canadese: l’Association des Ingénieurs Municipaux du Quebec, ha istituito la figura dell’ingénieur municipal che, posto al centro dell’amministrazione municipale, propone una visione proattiva per il mantenimento e lo sviluppo delle infrastrutture e del patrimonio collettivo da proteggere. L’ingénieur municipal costituisce l’esperto multidimensionale che si incarica di coordinare tutti gli aspetti finanziari quanto operativi, ambientali e legislativi che toccano le funzioni quotidiane del proprio ente locale, al fine di massimizzare gli investimenti e cercando di assicurare i migliori benefici per tutti i cittadini.

In particolare, nel 2003, l’urbistique è stata adottata in un quartiere di Montréal con riferimento alla messa a punto di una gestione integrata delle acque di scarto, sviluppando un sistema che combinasse le nuove infrastrutture con un adeguato monitoraggio costante: tale soluzione ha permesso di ottimizzare le risorse finanziarie e di contribuire al miglioramento la qualità della vita del territorio.

Un ulteriore esempio degli effetti positivi dell’urbistica è senza dubbio rappresentato dal caso di Lione: soprattutto attraverso il lavoro di ricerca dell’Institut National du Génie Urbain Lyonnais, I.N.G.U.L, la città francese sostiene da tempo l’importanza di dotare le amministrazioni municipali di un’organizzazione integrata e interdisciplinare. La città di Lione, fra le prime metropoli istituite in Francia, dispone di tutte le competenze spettanti a un ente di tale livello (pianificazione urbana e territoriale, sviluppo sostenibile e politiche per l’energia, trasporti e mobilità, gestione delle acque e dei rifiuti, ecc.), che vengono trattate sempre più con coerente equilibrio dagli amministratori metropolitani. Peraltro tutto ciò avviene senza trascurare il costante confronto e l’assidua concertazione con la cittadinanza, con il chiaro scopo di ridurre la distanza fra eletti ed elettori e rendendo la partecipazione una prassi sempre più consolidata.

L’invito al coordinamento e alla gestione sistemica delle attività sul territorio che ci proviene da una disciplina come l’urbistica – ancora troppo poco nota in Italia – non può non farci riflettere rispetto al caso milanese. A Milano manca infatti una direzione in seno al Comune o alla Città Metropolitana che permetta di dirigere contemporaneamente tutte le azioni di infrastrutturazione in corso ed eventualmente in programma.

Il coordinamento, poi, non dovrebbe essere legato soltanto agli strumenti tecnologici già dispiegati o eventualmente da utilizzare, ma dovrebbe piuttosto assumere anche una sfumatura più politico-amministrativa, tale da facilitare l’individuazione ex-ante delle priorità per il territorio e l’adozione della migliore fra le soluzioni possibili, e permettere di snellire le procedure di valutazione di efficienza ex-post del sistema stesso.

Abbiamo qui osservato come la città sia un sistema complesso, che necessita delle migliori competenze e professionalità in grado di andare alla sostanza dei problemi che la attraversano. L’urbistica prova a risolvere tali problemi proponendo una figura proattiva, l’urbista, per l’appunto, che, comportandosi da innovatore visionario, sa intraprendere con successo un percorso di politiche costruttive per il territorio. A Milano, non possiamo non augurarci che il prossimo quinquennio sia marcato, oltre che dalla giunta puramente politica, anche da profili amministrativi di questa portata, la cui azione favorirà una nuova stagione di pieno sviluppo e di crescita per tutta l’aerea metropolitana milanese.

 

Matteo Cadenazzi
Direzione Affari Pubblici di ERDF, Électricité Réseau Distribution France, Parigi

 



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