23 dicembre 2015

RIFLESSIONI SUI CIVICI PROGRESSISTI E DEMOCRATICI


Il Civismo politico e di governo è un soggetto relativamente giovane nel panorama milanese e metropolitano. Sempre più spesso sentiamo nelle dichiarazioni dei politici “che contano” l’espressione “centrosinistra storico allargato ai Civici”. È giunto dunque il momento di riflettere su cosa sono i Civici di cui tanto si parla, e di cui ben poco sanno i cittadini.

05colombini45FBDopo l’emozione di avere strappato Milano alla destra, il “Buongiorno Milano” dei manifesti di Pisapia all’alba della mattina dopo la vittoria, con qualche lacrima che ci scendeva ancora per la gioia e l’umiltà di quel messaggio, abbiamo siglato il nostro patto di centrosinistra. Oggi il cosiddetto Civismo che allora ci tenne uniti è diventata una galassia, ognuna delle quali fa riferimento a qualche esponente politico “forte”, di diverso orientamento e, purtroppo temo, con differenti obiettivi.

La contaminazione del Civismo rispetto al partitismo in crisi di consensi e di legittimità è una delle grandi novità virtuose della politica non solo milanese ma nazionale. A Milano, l’unità caparbiamente confermata tra le forze partitiche e civiche del centrosinistra è un esempio di Buon Governo e di politica che è stata capace di affermare, pur nel rispetto delle posizioni di ognuno in sede nazionale, la sua autonomia e la sua forza.  Per me è un modello di convergenze, di sinergie e di rispetto della nostra identità ambrosiana (come ha più volte affermato Pietro Bussolati): una specificità che potrà insegnare molto al Paese, e dare molto alla nostra Città Metropolitana.

Ma torniamo al Civismo. C’è il movimento arancione e dei Comitati X Pisapia, ai quali ho partecipato nella mia zona nel 2010-2011, raccogliendo idee ed entusiasmo. Era ben costruito: una forza organizzativa sul territorio e una forza propositiva per costruire il contenuto del progetto. Una sorta di “officine delle idee e dell’azione” dalle quali sarebbe scaturita una carta dei valori e della prassi del progressismo milanese. Ed è quello che è successo: un immenso lavoro di donne e di uomini – ognuno si è messo a disposizione per quello che sapeva e poteva fare – per dare forza vincente. Accanto ai Comitati, ma non in antagonismo, la Lista Civica X Pisapia Sindaco, sostenuta da eccellenze della politica, della società e della cultura democratica di Milano, ha saputo intercettare una parte importante dell’elettorato di sinistra e moderato. Una forza che ha dato molto all’elezione del Sindaco, e che poi è evoluta in gruppo politico influente e rispettato in coalizione.

Il panorama è oggi frammentato. Il Civismo milanese è tirato per la giacchetta, a trazione diversa e contraria: moderata, socialista, progressista … . Ognuna di queste anime ha dato la sua opera, in posizioni di governo, alla grande stagione della Giunta Pisapia. Una stagione che ora alcuni dicono che sarà “irripetibile”, ma non è così: tutti quelli che hanno contribuito hanno idee forti e obiettivi che non verranno smarriti. Anzi, da quel testimone nascerà la visione della città del domani e della Città Metropolitana per la quale in tanti ci siamo battuti.

La mia idea è che si dovrebbe costruire una casa comune che potrebbe intercettare tutte le istanze e le opinioni del Civismo milanese e metropolitano, farne sintesi e ricominciare un cammino insieme. La grande forza del Civismo è la libertà di azione e di idee, essere radicati nella società civile, avere la capacità di ascolto e di proposizione senza vincoli. “Forte perché libero” è stato lo slogan di Ambrosoli nella campagna elettorale regionale. Non siamo diventati più forti e nemmeno più liberi, dopo la vittoria di Maroni. Abbiamo però fatto molto. Ora dobbiamo costruire ponti: è la missione del Civismo progressista in questa difficilissima situazione.

Il mio appello è che tutte le forze civiche milanesi e metropolitane che si collocano nella visione progressista e democratica si riconoscano finalmente come parte, ognuna diversa ma irrinunciabile l’una per l’altra, di una strategia comune per il bene di Milano, della nostra Città Metropolitana e del Paese.

 

Paola Colombini



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