30 settembre 2015

BORGO PIRELLI TRA DEGRADO E RINASCITA


I balconi in ferro battuto, i cornicioni che delimitano un piano dall’altro, i fregi a graffito color rosso sanguigna, gli stipiti delle finestre in legno laccato di bianco. Ci sono tutti i requisiti per considerare il Borgo Pirelli, intero quartiere di proprietà dell’Aler in zona Bicocca a Milano, un raro esempio in città di architettura Liberty da conservare e da valorizzare con un occhio di riguardo. Ma a giudicare dalle condizioni in cui versano le trenta villette e il casone degli anni Venti che formano il borgo, sembra che né Aler né gli inquilini si rendano troppo conto di cosa hanno per le mani.

05amodeo33FBPasseggiando per la strada (male asfaltata) che delimita le villette, sono più le bruttezze dei giorni nostri che le bellezze architettoniche a balzare all’occhio: parabole e condizionatori sulle facciate, colate di cemento al posto dei giardini, mini box o verande costruiti illegalmente, infissi d’epoca di fianco a infissi moderni, cumuli di spazzatura senza contenitori per la raccolta differenziata. Per non parlare della sicurezza: fili di impianti elettrici scoperti, sottotetti in legno bucati e pericolanti, muri che si sgretolano sotto il peso di umidità e muffa, tubazioni ricoperte di amianto.

«Se siamo arrivati a questo punto – spiega Simona Fregoni, presidente della commissione case popolari e demanio del Consiglio di zona nove – è a causa di due gravi mancanze: l’assenza di Aler e la noncuranza degli inquilini che vivono qui. Se Aler non si impegna a responsabilizzare gli abitanti, con contratti che vincolino gli inquilini negli interventi di manutenzione a loro carico, mai si arriverà a un uso responsabile di stabili che hanno un valore storico e artistico che ammonta a oltre ottanta anni».

Giovanna abita al primo piano di una villetta bifamigliare nella via privata Sacchetti e al suo quartiere tiene molto. «Il nostro vero incubo – spiega – è l’acqua. Un vicino ha pensato di asfaltare il giardino creando pendenze che incanalano la pioggia nelle cantine, che puntualmente si allagano. Mentre il tetto è sfondato e le infiltrazioni portano l’acqua persino in casa», dice mostrando il soffitto della sala, completamente ricoperto di muffa.

Ivan è proprietario da undici anni della pizzeria La Collina, con sede in uno degli spazi adibiti dagli architetti di Pirelli alle attività commerciali: «Anche noi – denuncia – abbiamo problemi con l’acqua. Non solo ci ha allagato due volte i magazzini che abbiamo sotto terra, ma ha anche allontanato un’intera famiglia di nostri clienti fissi perché la villetta in cui abitavano è quasi del tutto inagibile. E contando che Aler ci ha da poco prospettato un aumento dell’affitto, la situazione non è delle più rosee: dobbiamo fare dei lavori, ci toccherà pagare un aumento, abbiamo perso quattro clienti e guadagnato degli abusivi».

Perché nemmeno il Borgo Pirelli è immune dall’abusivismo: solo il mese scorso la villetta di via privata Tassoni è stata sgomberata due volte da un uomo che l’aveva occupata … per continuare a leggere l’articolo su LINKIESTA clicca qui

 

Clara Amodeo



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